Il 21 marzo in terra trapanese
Solo da un punto di vista meteorologico il 21 Marzo non è stata la prima giornata di primavera, ma a consegnare il sole ci hanno pensato i tantissimi giovani – possiamo parlare di oltre un migliaio – che in provincia di Trapani, per ricordare le vittime innocenti delle mafie, hanno scelto ben due piazze, quelle di Salemi e di Favignana.
Trapani, reduce dalla manifestazione regionale organizzata da Libera lo scorso anno, e che ha visto sfilare nel capoluogo oltre 12 mila persone, ancora una volta non si è smentita e tantissimi sono stati pronti a rispondere all’appello lanciato da Roma da don Luigi Ciotti, trasformando in impegno la memoria per le tante vittime che ancora, in massima parte, attendono verità e giustizia. Verità e giustizia che non devono arrivare dalle aule di giustizia ma che attendono risposta dalla società civile, tuttora tenuta stretta in una morsa in mano ai mafiosi e ai loro complici.
Ma il 21 Marzo tantissimi giovani hanno detto a chiare lettere che in un recinto non vogliono più starci e che in questo recinto sociale c’è tanta volontà a condurvi dentro Cosa nostra, gli uomini d’onore e i fiancheggiatori, quelli che continuano a dire che bisogna adorare quasi fosse un dio il boss sanguinario, il capo mafia latitante Matteo Messina Denaro. I giovani, sfilando, lo hanno detto ognuno a loro modo. Hanno detto con le parole, con i disegni, con i poster, gli slogan che la verità non è vero che non sia irraggiungibile: se lo si vuole la si può afferrare. La verità su tanti delitti di mafia scorre per le vie delle città.
Non c’è stata partecipazione indotta ma sentita in ogni sua parte. A Salemi a coinvolgere i ragazzi ci sono stati i giovani dell’associazione “Peppino Impastato”, gli scout, la scuola polivalente Garibaldi-Giovanni XXIII diretta dal preside Salvino Amico, c’era anche l’amministrazione comunale che ha ereditato il Comune da una amministrazione dove la mafia aveva messo le sue mani, profittando di un sindaco, Vittorio Sgarbi, che qui a Salemi era venuto a dire che la mafia non esisteva più. E invece le indagini fino a pochi giorni addietro hanno dimostrato che a Salemi, Cosa nostra siciliana aveva uno dei suoi più agguerriti quartieri generali. Una serie di murales hanno colorato la città per restare intangibili, testimoniando, attraverso l’arte, che a Salemi non c’è più spazio per mafiosi e mafiosetti.
Il coordinatore provinciale di Libera, Salvatore Inguì, ha voluto segnare la giornata con queste parole: “Bellissima giornata colorata allegra e soprattutto consapevole partecipazione da parte dei ragazzi delle scuole di Salemi e Gibellina. Grazie al lavoro di questi mesi da parte degli insegnanti che hanno voluto far sì che i ragazzi partecipassero alla manifestazione solo dopo attenta riflessione sul significato della giornata e sulle singole vittime Innocenti di mafia. Non è stato un giorno di vacanza per le tante scolaresche presenti ma un giorno di testimonianza e di impegno. In collaborazione con l’associazione locale Peppino Impastato, con il Coordinamento Provinciale di Libera ed insieme alle istituzioni locali hanno fatto sì che la giornata di oggi non sia stata un punto di arrivo ma una tappa di un percorso che già ha Salemi ha preso avvio da tempo. Bella l’idea dei bambini di portare in fronte il nome di ogni vittima innocente a simboleggiare che questi nomi non vanno dimenticati e dare concretezza al lo slogan le loro idee camminano con le nostre gambe. Grazie all’impegno e alla dedizione e la passione degli insegnanti e del preside prossimamente il percorso educativo continuerà all’interno delle scolaresche in occasione di una serie di incontri particolari quali la commemorazione del 2 aprile per le vittime della strage di Pizzolungo, il ricordo di Peppino Impastato e sotto l’abitazione di Giovanni Falcone, il prossimo 23 maggio, momenti importanti di riflessione Ma soprattutto di cittadinanza attiva”.
“La manifestazione alla quale abbiamo dato come titolo Il Cammino (gioioso) della Legalità.. per non restare nella zona grigia” – ha detto il preside Amico che nel lavoro organizzativo è stato affiancato dalla prof. Lidia Angelo – ha avuto come obiettivo quello di educare e sensibilizzare i nostri ragazzi al concetto di bene comune, alla cultura della legalità e alla partecipazione attiva sui temi sociali. Vogliamo coinvolgere i nostri giovani su temi delicati e importanti a cominciare dai percorsi di riuso dei beni confiscati alle mafie, confiscare i beni ai mafiosi è una vittoria degli onesti”.
Lavorare sulle coscienze. Dobbiamo renderci conto di una cosa, le coscienze dei giovani sono più forti rispetto a quelle di certi adulti. I giovani di Salemi ma anche quelli raccoltisi a Favignana mostrano la volontà ad essere contrari e per sempre rispetto alla mafia, e vogliono condividere questo loro impegno fatto di grande corresponsabilità. Loro queste cose in terra trapanese lo dicono ogni giorno. E a chi continua a girarsi dall’altra parte, anche sedendo dentro le istituzioni, a qualsiasi livello, sono pronti a chiedere il conto. I cittadini responsabili ai quali da Foggia si è rivolto don Luigi Ciotti, oggi in questa provincia, dove la mafia ha agito anche a livello culturale, usando le armi quando c’è stato bisogno, ma mascariando e sporcando le coscienze degli onesti, hanno risposto dicendo “Presente!”. A Favignana ci sono stati ragazze e ragazzi che hanno scelto di partecipare leggendo i nomi delle vittime delle mafie promettendo che i morti innocenti delle mafie sono vivi, realmente vivi, le loro memorie, i loro impegni resistono, continuano. “Per noi – hanno detto – il 21 Marzo non è solo la giornata che segna l’arrivo della primavera meteorologica, ma è anche la primavera che ci porta anche memoria di tutte quelle persone che nella lotta alla criminalità organizzata hanno perso la loro vita. Sono morti per Noi che restiamo e vogliamo essere i nuovi partigiani della resistenza contro tutte le mafie, anche contro quella corruzione che alimenta il malaffare”.
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