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L’eroina in transito in Macedonia e sulla rotta balcanica

Piero Innocenti il . Droga

eroina_poliziaL’unica nota positiva che si ricava dal bilancio 2017 sull’attività antidroga della polizia macedone è la individuazione di un laboratorio clandestino per la produzione di droghe sintetiche, scoperto a dicembre a Tiltovo. Oltre un milione le pillole di Captagon (cloridrato di fenetilina) sequestrate e destinate in Turchia per essere usate dai ribelli e dai soldati siriani in guerra. L’operazione è stata possibile grazie alla collaborazione della DEA (l’agenzia antidroga americana) e, soprattutto, della polizia serba che ha pedinato il chimico serbo tornato a Skopje dopo le forti lagnanze espresse da un acquirente turco insoddisfatto della qualità di un primo lotto di pillole già ritirate e distribuite sul “campo”. Le successive indagini hanno consentito di localizzare il laboratorio, il più grande per la produzione di NSP mai scoperto nella regione e di arrestare tutti i componenti della organizzazione.

Per il resto, i sequestri di stupefacenti sono stati, in realtà, abbastanza contenuti tenuto conto, in particolare, anche dei grandi quantitativi di marijuana provenienti dalla confinante Albania e dagli altrettanto consistenti carichi di eroina che interessano i paesi lungo la cosiddetta rotta balcanica che provengono dalla Turchia e che sono stimati in circa 700/800 tonnellate l’anno. Aver intercettato, in tutto il 2017, 1,401kg di eroina sembra davvero poco e lo stesso si può dire per i 510kg di marijuana e i 943 grammi di cocaina.

Va anche ricordato che nel 2017 la produzione di oppio in Afghanistan è notevolmente aumentata con una raccolta di circa 9mila tonnellate provenienti dai 328mila ettari di piantagioni di papavero (dati UNODC 2017), la maggiore estensione egli ultimi 25 anni (si pensi che nel 1994 erano 71mila ettari). Tenuto, poi, conto che sulla rotta balcanica si è andato rilevando un calo dei sequestri di eroina di circa il 30%, passati dai 9.895kg del 2015 ai 6.754kg del 2016 (ultimo dato disponibile), se ne deve dedurre che gran parte dell’eroina afghana arriva su tutti i mercati europei e, in buona parte, su quelli extraeuropei.

Più in dettaglio, nel 2016, sono stati sequestrati 5.585kg in Turchia, 620kh in Bulgaria, 219kg in Grecia, 157kg in Croazia, 69kg in Serbia, 57kg in Albania, 33kg in Montenegro, 5kg in Macedonia, 3kg in Bosnia Erzegovina, 2,5kg in Romania, 1,350kg in Ungheria e 930 grammi in Moldavia. La vicinanza della Macedonia con l’Albania comporta il passaggio anche di molti carichi di marijuana che generalmente vengono “reimballlati” dai macedoni per consentire spedizioni meno “ingombranti” e più facilmente occultabili sui mezzi di trasporto verso altre destinazioni europee tra cui l’Italia dove, nel 2017 sono stati sequestrati 770kg di eroina (dato non consolidato, elaborato dai rapporti mensili della DCSA).

Il sequestro più rilevante di marijuana (una tonnellata) effettuato negli ultimi mesi in Macedonia è del 31 ottobre 2017, al valico di frontiera di Blace, al confine con il Kosovo. Le organizzazioni macedoni dedite al traffico di stupefacenti, come si è già avuto occasione di scrivere in passato, si basano su piccoli gruppi (chiamati localmente “goc”, gruppi criminali organizzati), in collegamento con omologhe strutture dei paesi vicini e, in particolare, con quelle albanesi, kosovare e bulgare. Va anche segnalata la “sorprendente” situazione di sostanziale incontrollabilità territoriale di una porzione della Macedonia da parte delle autorità di governo al confine ovest con l’Albania e che si estende fino al sud con la Grecia dove ci sono molti villaggi in cui la polizia macedone, da anni, si “astiene” dai controlli.

Il Governo centrale, infatti, per evitare incidenti tra le diverse etnie stanziali in quella zona ha, di fatto, rinunciato al controllo statale consentendo, tra l’altro, l’esposizione su, edifici pubblici e non, della bandiera dell’Albania anziché di quella macedone. Situazione che, come si può intuire, ha contribuito alla concentrazione della criminalità collegata al narcotraffico, in particolare albanese, che, in molti villaggi, ha dislocato, in punti di accesso strategici, diversi giovani-vedette per segnalare tempestivamente eventuali arrivi e movimenti di veicoli e persone”sospette”. Una situazione, a ben vedere, analoga a quella che è stata riscontrata anche in alcuni quartieri di Napoli controllati da emergenti bande giovanili.

L’auspicio è che la situazione in Macedonia possa migliorare con il nuovo Governo (insediatosi nel giugno 2017) con una polizia sempre più qualificata e supportata anche dagli altri organismi di sicurezza dei paesi europei. L’Italia collabora pienamente con la polizia macedone e le due recenti operazioni (Chiken’s House e Adria) concluse a dicembre 2017, con gli arresti di alcuni trafficanti macedoni ed il sequestro, tra l’altro, di 331kg di marijuana nel porto di Venezia, ne sono la conferma.

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