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Lo sport e le parole per non dimenticare Ciaccio Montalto

Roberto Valenti il . Sicilia

2018-01-25-PHOTO-00006707“Una schiacciata contro le mafie!”. Questo il titolo del torneo di pallavolo misto organizzato da Libera Trapani e dal Centro Sportivo Italiano per ricordare il magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto, ucciso dalla mafia a Valderice il 25 gennaio 1983. All’epoca Ciaccio Montalto svolgeva le funzioni di sostituto procuratore a Trapani ed era in procinto di trasferirsi alla Procura della Repubblica di Firenze.

Il torneo si è disputato nei giorni 22/23/24 gennaio scorsi nella palestra dell’Istituto Tecnico Industriale di Trapani. Un titolo che sembra banale per un torneo del genere, ma che non lo è affatto. La schiacciata infatti nella pallavolo deve essere forte e ben diretta per poter abbattere anche i muri più solidi e ben costruiti, inoltre non può esservi schiacciata se non al termine di un’azione di gioco ben condivisa tra i componenti della stessa squadra. È stato proprio questo lo scopo del torneo. Fare squadra! Fare rete! In modo da abbattere certi muri di indifferenza , omertà e di illegalità.

Le squadre partecipanti al torneo sono state sei: Misericordie (vincitrice del torneo), Salesiani, Agorà,Trapani per il futuro volley, Forever young e War machines volley. Tutte rappresentanti di associazioni giovanili diverse operanti nel territorio con anime e scopi sociali diversi. A fare da collante organizzativa è stata proprio Libera, il cui presidio di Trapani è intitolato al magistrato Gian Giacomo Ciaccio Montalto, che, per sua vocazione sociale, unisce associazioni verso un unico obiettivo ovvero quello di promuovere la legalità, il rispetto delle regole e la memoria. In questo caso la memoria del giudice Ciaccio Montalto, assassinato dalla mafia 35 anni fa.

Tutti i partecipanti al torneo, oltre che le istituzioni e la cittadinanza che ha voluto partecipare, si sono riuniti la sera del 25 gennaio scorso accanto al tribunale di Trapani per commemorare e ricordare il giudice trapanese. Ciaccio Montalto ricordato con la lettura e l’interpretazione delle giovani Anna Mazza e Giulia Giacalone di un’intervista di Lillo Venezia all’allora capo ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, Rocco Chinnici e tratta dal periodico “I Siciliani”, il giornale fondato a Catania da Giuseppe Fava, anche lui ucciso dalla mafia, pubblicata la prima volta nel marzo 1983 e di recente riproposta da “I Siciliani giovani”. Chinnici che in quell’estate del 1983 sarà ucciso da una autobomba preparata dalla mafia a Palermo, descrisse molto bene Ciaccio Montalto e le sue indagini trapanesi, e i pericoli cui andava incontro quel modello investigativo.

2018-01-28-PHOTO-00000056Il momento commemorativo, che si è tenuto dinanzi al Palazzo di Giustizia di Trapani, e nei pressi di una aiuola dove l’estate scorsa diverse associazioni hanno voluto realizzare un giardino a ricordo delle vittime della mafia, è stato aperto da un monologo teatrale del giovane attore trapanese Dario Barraco accompagnato musicalmente dalla chitarra di Giuseppe Tutone e dalle percussioni di Nicola Pollina. Barraco ha proposto un “pizzino della legalità” dedicato al giudice Ciaccio Montalto ed edito alcuni anni addietro dall’editore Salvatore Coppola. A seguire la lettura di stralci delle motivazioni delle sentenze della Corte d’Assise e dalla Corte di Assise di Appello di Caltanissetta del 1998 e del 2001 con la voce di Rino Giacalone che li ha anche scelti. Infine il segno della piantumazione di una aloe vera “simbolo dell’immortalità” che porta il nome del magistrato nell’orticello attiguo al Tribunale.

A concludere la serata, alla quale sono intervenuti il prefetto Darco Pellos e il presidente del Tribunale Andreas Genna, presenti i vertici delle forze dell’ordine, il questore Agricola, il comandante dei Carabinieri colonnello Russo, il comandante della Finanza, colonnello Pilerci, nonché le autorità militari della Capitaneria di Porto e dell’Aeronautica, la premiazione delle squadre partecipanti al torneo, ma soprattutto la comune consapevolezza di appartenere tutti a questa bellissima città di Trapani, fatta da cittadini che non dimenticano i suoi eroi che hanno sacrificato la loro stessa esistenza per amore di questa terra che va più che mai difesa, tutelata ed amata…come ci insegnano i lavoratori della Calcestruzzi Ericina Libera, l’azienda confiscata alla mafia trapanese e che è risorta dalle ceneri del malaffare di Cosa nostra, con un ruolo preciso nel mondo dell’impresa e della legalità contro la mafia: INSIEME SI PUÒ!

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