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Saveria, la nonna del movimento (antimafia)

Nando dalla Chiesa il . Mafie

saveria-antiochia-2-750x450Delle sue rughe bellissime ho scritto su “Le Ribelli”. Era di mattina all’alba, mi sedetti al computer sul terrazzino della casa in cui andavamo in quelle estati a Stromboli. Presi un caffé e la raccontai a memoria, con i ricordi che fluivano dolci, e ogni tanto commoventi. Saveria, la madre di Roberto: come si era presentata per anni intensi, felici e amari, in centinaia di appuntamenti pubblici, soprattutto scuole. Di lei volevo parlare, ribelle per antonomasia. Ribelle alle complicità immonde della questura di Palermo, alle ipocrisie dei funerali di Stato, alla mafia, soprattutto alla mafia che le aveva ammazzato il figlio, poliziotto di 23 anni, accorso a proteggere il “suo” commissario Ninni Cassarà, di cui era nell’aria l’omicidio dopo quello del collega Beppe Montana. Cassarà fu  ucciso sotto una tempesta di fuoco, anche grazie a una talpa che ne aveva rivelato il ritorno a casa alle tre del pomeriggio. Roberto Antiochia morì con lui. Volontario, mentre era in ferie. Saveria, così mi raccontò, si senti sparare addosso anche lei. Poi iniziò la sua lunga lotta per la giustizia e per la fine della mafia, che non vide. Ricordo i funerali a Roma: una combinazione mai più rivista di studenti universitari (una folla) e di poliziotti (una folla uguale). Oggi chi arriva alla sede di Libera a Roma trova, appena entra, la sua foto, l’immagine di quella che diventò col tempo la nonna del movimento antimafia. Di lei il ricordo più tenero che ho è il momento in cui, ospite a casa nostra, insegnava al Gracco ancora piccolino come si piegava il golf o il pigiama.
Mercoledì sera potrò parlare di lei allo Spazio Melampo (via Tenca 7, lo sapete) per la presentazione del libro “In nome del figlio. Saveria Antiochia, una madre contro la mafia”. Lo ha scritto Jole Garuti, professoressa impegnata da una vita sullo stesso fronte e che fu sua carissima amica. Con loro, Alessandro, il fratello di Roberto, e Loredana Martinez, attrice e amica anche lei. Venite a sentire una bella, umile e grande storia. E grazie a Melampo, lasciatemelo dire, se queste storie le racconta. Sostenetela, questa casa editrice. Chiedete i suoi libri in libreria, da cui spesso l’assenza di potere editoriale li tiene fuori. Non l’ho mai scritto. Ma se ne rivedo il catalogo  soprattutto su mafia, giustizia e diritti penso che di meriti sul campo questa piccola casa editrice ne abbia conquistati.

(P.S. Non c’entra niente ma ve lo devo dire. La ex sindaca di Cesano Boscone aveva portato in tribunale il sottoscritto, David Gentili e Pierfrancesco Majorino con l’accusa di diffamazione per avere citato le risultanze di atti giudiziari. ‘Ndrangheta sullo sfondo. Ho saputo che a Cesano Boscone molti raccontano che abbia vinto la causa. Nossignori, l’ha persa. Siamo stati prosciolti dal Gip “per non avere commesso il fatto”. Fate sapere, per favore. Fate sapere)

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