Consumo e spaccio di stupefacenti: c’è spazio per tutti nel Bel Paese
Poco o nessuno spazio su come garantire la sicurezza pubblica nei programmi dei partiti in previsione delle elezioni del prossimo anno. Quasi vivessimo in un paese che non soffre la situazione di insicurezza (reale e non percepita come continuano a sostenere alcuni politici e tecnici) e fossero prioritari soltanto alcuni temi sui quali partiti e movimenti pensano di recuperare terreno e consenso e cioè la disoccupazione, meno tasse, più Europa, meno immigrazione, lo ius soli e così via. Nel frattempo, in questo clima di sostanziale disattenzione, la ‘ndrangheta, la più poderosa delle mafie, le altre organizzazioni criminali italiane e straniere, gruppi meno organizzati e semplici “cani sciolti” della criminalità, si “godono” il BelPaese e le straordinarie opportunità che offre per delinquere con facilità e, soprattutto, rischiando poco. Il narcotraffico resta il grande business degli affari, per tutti gli attori criminali, anche quelli che silenziosamente stanno dietro le quinte aspettando di ricevere gli “incassi” in contanti (magari in uno dei tanti paradisi fiscali) ma anche in termini di consensi e appoggi locali.
Anche “Gli Stati Generali nella lotta alle mafie” hanno presentato una situazione drammatica relativamente alle mafie che, da anni, si sono spartite città, intere regioni ma anche territori europei ed extraeuropei nel traffico di stupefacenti e nel reimpiego dei capitali.
Un quadro che va a sommarsi a quelli, già desolanti, che erano stati descritti nella relazione di inizio anno sulle mafie nel Lazio curata dall’osservatorio tecnico della Regione e in quelle della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo (DNAA, aprile 2017) e della Direzione Investigativa Antimafia (DIA, febbraio 2017) che, seppur riferite a periodi di tempo che vengono presto superati, sono (dovrebbero essere) preziosi strumenti per disegnare strategie di contrasto a tutte le varie organizzazioni criminali che dal narcotraffico, l’attività criminale più redditizia in assoluto) stanno ricavando ingenti fortune. Una montagna di denaro sporco, lo ricordiamo, che contribuisce, da alcuni anni, anche all’incremento del Pil del nostro paese insieme alle altre “ricchezze” prodotte dalla prostituzione e dal contrabbando di sigarette.
Quindi non ci si scandalizzi più di tanto se traffico e spaccio sono particolarmente attrattivi nel mondo criminale (e non solo in quello) e stanno offrendo molte opportunità di “lavoro” (ben retribuito) a moltissime persone, anche a giovani, in un paese che appare sempre più “sottosopra” mentre poliziotti, carabinieri e finanzieri proseguono a fare antidroga nel vano tentativo di arginare un fiume esondato già da tempo.
Con episodi quotidiani che lasciano francamente sconcertati come, per citarne solo alcuni, quello verificatosi alcuni giorni fa, a Bari, dove una bambina di soli tre anni ha consegnato alla maestra una bustina con alcuni grammi di marijuana immaginando fosse la sua merendina portata da casa (il padre, un nigeriano è stato per questo denunciato dalla polizia attivata a riguardo) o l’altro, a Sinalunga (Siena), dove un noto spacciatore albanese, aveva nascosto dosi di cocaina nel thermos del figlio di un anno; per finire ai 10kg di hashish trovati nella disponibilità di due ragazzini, uno di sedici anni, pizzicati a Catania dai poliziotti della Volante.
Cresce, peraltro, sempre di più la voglia di coltivare qualche pianta di cannabis tra le mura domestiche, magari per uso personale o per provare a fare le cose in grande per una produzione più consistente, allestendo serre tra vigneti e oliveti. Così, a ottobre scorso, in ben 66 province le forze di polizia hanno trovato le “piantine”, dalle 2 di Vercelli alle 2.258 di Reggio Calabria, alle 1.688 di Nuoro, alle 1.379 di Sassari, alle 1.176 di Palermo.Fanno parte delle 15.777 piante distrutte in tutto il paese e del “bottino” antidroga mensile assicurato dalle forze di polizia che hanno sequestrato quasi 11mila chilogrammi di stupefacenti, in prevalenza marijuana (8.532kg) ma anche 135kg di cocaina e 30kg di eroina nel corso di 2.318 operazioni (il numero più alto del 2017) che hanno prodotto la denuncia all’a.g. di 3.062 persone. Sono alcuni dei dati elaborati il 9 novembre scorso dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga che, puntualmente, ogni mese, cerca di ricordare anche ai vertici politico-istituzionali la gravità di un fenomeno criminale che non ha paragoni.
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