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La Commissione parlamentare antimafia a Ostia

Donatella D'Acapito il . Mafie

ostia antimafia

“Dalle audizioni di oggi si conferma che la situazione è grave. Non ci potrà essere più nessuno che nega che a Ostia ci sia la mafia, anzi le mafie”. La sintesi della presidente Rosy Bindi arriva al termine delle audizioni della Commissione parlamentare antimafia sulla situazione del municipio romano.

A due anni dalla prima missione, successiva al commissariamento del 2015, la Commissione torna dunque a Ostia per fare il punto dopo l’escalation di violenza che ha attraversato il territorio nelle ultime settimane.

Un confronto che i parlamentari hanno avuto con il Prefetto di Roma, Paola Basilone, e i vertici delle forze dell’ordine, con il procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Michele Prestipino e il minisindaco Giuliana Di Pillo, fresca d’elezione.

“Ostia non è un territorio mafioso perché ci sono migliaia di persone per bene – ha specificato Bindi – ma le mafie ci sono, sono forti e si comportano come si comportano le mafie: occupano il territorio, gestiscono il traffico di stupefacenti, fanno le estorsioni e usano la violenza. Soprattutto, sono capaci di creare relazioni e complicità che consentono loro di avere rapporti con la politica, con la pubblica amministrazione, con gli operatori economici, con i professionisti e quindi sanno riversare il denaro derivante dalle attività illecite in attività economiche, creando quelle complicità che rendono ancora più difficile da parte dello Stato il perseguire il fenomeno mafioso”.

La sintesi della giornata non è di quelle che meraviglia, visto che la presidente ricorda come prima ancora che arrivasse lo scioglimento del municipio per infiltrazioni legate a Mafia Capitale, a Ostia operavano già i Triassi, i Fasciani e gli Spada. Quindi, solo una consapevolezza tardiva della presenza mafiosa sul litorale romano.

Una consapevolezza risvegliata nei più dall’episodio dell’aggressione avvenuta ai danni della troupe di Nemo e che ha ricordato come Ostia fosse anche spaccio di droga, estorsioni non denunciate, gestione degli stabilimenti balneari e racket delle case popolari.

Una consapevolezza evidentemente arrivata troppo tardi, se la Presidente deve ricordare che sì, oggi lo Stato c’è, ma ce n’è stato poco fino a qualche anno fa e che la presenza della mafia qui è stata negata per molto tempo anche in sede giudiziaria. Ma è ancor più grave pensare che questa situazione abbia portato poi la comunità “a riconoscere l’autorevolezza e il potere delle mafie perché in qualche modo è stata anche abbandonata nei suoi aspetti più importanti, cioè quelli di una comunità che può accedere al mare, che può avere sicurezza, che può avere una scuola, dei servizi e ambienti nei quali i giovani possano crescere e incontrarsi che non siano soltanto le palestre gestite dalle organizzazioni criminali”.

La Commissione, però, guarda avanti: “Lo Stato si vuole riappropriare del territorio. Questa presenza – continua Bindi – è oggi forte, determinata e consapevole. Tuttavia riteniamo che prima che i risultati ci consentono di affermare che il potere mafioso sia stato ridimensionato o sconfitto dovrà passare un po’ di tempo. Questo territorio ha anche bisogno di sviluppo sano, servizi sociali e controllo del territorio che non sia delle mafie. Noi auspichiamo davvero che ci sia una collaborazione da parte non solo delle forze di polizia, della magistratura e di tutte le istituzioni, ma che ci sia anche in questo territorio una maggiore presenza delle istituzioni che si pongano davvero al servizio della comunità”.

Ostia è un territorio in fermento. Poche ore prima della missione si è registrato un episodio di intimidazione. Le minacce sono arrivate all’architetto Cinzia Esposito che ha firmato le decadenze delle concessioni scattate per gli stabilimenti balneari di Ostia e i loro presunti abusi.

Un fatto che si somma all’arresto di Roberto Spada, alla gambizzazione del nipote di Terenzio Fasciani, agli spari in via Antonio Forni, contro l’abitazione di un uomo degli Spada, ai blitz – l’ultimo dei quali ha portato a tre arrestati, 115 persone identificate, varie perquisizioni e 50 veicoli controllati – gli assetti criminali si devono ridisegnare. Durante le audizioni è toccato al procuratore Prestipino tracciare un quadro dei nuovi equilibri, riferendosi al possibile scontro in corso tra i noti clan Fasciani, Spada, Triassi. Equilibri al vaglio delle inchieste della Dda.

Il dispiegamento di forze che c’è stato in questi giorni, ha detto il Prefetto Basilone, non potrà essere lo stesso, questo per garantire un corretto controllo dell’intero territorio romano. Certo è che in un momento come questo si deve mantenere l’attenzione alta e per farlo si parla di interventi mirati e georeferenziati sui reati.

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