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Roma, Sit-in a favore di Repubblica

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Libera Informazione aderisce al sit-in di lunedì 11 dicembre a sostegno delle redazioni de La Repubblica e de L’Espresso, promosso da Fnsi, Odg e altri ancora, dopo l’attacco della scorsa settimana.

La violenza, di qualsiasi colore sia, va sempre respinta. La nostra Costituzione impone una continua vigilanza a sostegno dei valori democratici e antifascisti che incarnano il significato più alto della civile convivenza.

Piena solidarietà da parte nostra va anche al collega Lirio Abbate per le intimidazioni ricevute.

Con i colleghi vittime del blitz di Forza Nuova e contro ogni tentativo da parte delle formazioni neonaziste e neofasciste di intimidire i giornalisti. Lunedì 11 dicembre, alle 15.30, anche Federazione nazionale della stampa italiana, Ordine nazionale dei Giornalisti e Usigrai saranno sotto la redazione di Repubblica e L’Espresso per partecipare al presidio organizzato da Rete NoBavaglio e associazione Articolo21. Tutti insieme per esprimere vicinanza ai giornalisti presi di mira per via del loro lavoro e per fermare le “testate” contro la libertà di informazione e contro la Costituzione.

Già questa mattina, intanto, la Fnsi – che nella giornata di ieri si è recata nelle redazioni di Repubblica ed Espresso insieme con Ordine dei Giornalisti del Lazio e Usigrai – ha chiesto al Viminale di convocare per la prossima settimana una riunione del Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sulle minacce ai giornalisti per focalizzare l’attenzione sulle intimidazioni provenienti da gruppi neonazisti e neofascisti.

«La riunione – spiega il sindacato – servirà a focalizzare l’attenzione sulle intimidazioni ai cronisti provenienti da gruppi neonazisti e neofascisti, in particolare dopo il blitz di militanti di Forza Nuova, a volto coperto, davanti alle redazioni di Repubblica ed Espresso».

La Federazione della Stampa invita inoltre tutti i giornalisti italiani a riprendere le inchieste e gli argomenti trattati negli articoli che hanno scatenato la reazione dei militanti di Forza Nuova. «Accendere i riflettori su temi di interesse generale su cui i nuovi fascismi vorrebbero imporre la censura, ricorrendo ad atti di intimidazione e violenza, è il modo più efficace per contrastare questo fenomeno», conclude la Fnsi.

Nuovo attacco a Lirio Abbate dal legale di Carminati.

lirio-abbate-internaNel ricorso in Appello, dopo la condanna a 20 anni di reclusione inflitta in primo grado al ‘Nero’, l’avvocato Naso punta il dito contro il giornalista che con il suo lavoro svelò per primo la vicenda di Mafia Capitale. Un attacco «sconcertante e preoccupante», commenta il sindacato.

«È sconcertante e preoccupante il nuovo attacco che l’avvocato Giosuè Naso, legale di Massimo Carminati, ha sferrato contro il giornalista Lirio Abbate, che già nel 2012 svelò per primo Mafia Capitale illustrando il ruolo dello stesso Carminati». È quanto afferma la Fnsi nell’esprimere solidarietà al vicedirettore de L’Espresso.
«Questa volta – spiega il sindacato dei giornalisti – l’attacco viene condotto addirittura in un atto giudiziario, ossia il ricorso in Appello di Massimo Carminati, nel quale l’avvocato Naso punta il dito contro Lirio Abbate e il suo lavoro di cronista. Singolare non è il fatto che l’avvocato abbia deciso di difendere il proprio assistito, condannato in primo grado a vent’anni di reclusione, ma che lo faccia non nel processo ma dal processo, scagliandosi contro Abbate che vive sotto protezione da anni per le minacce e le intimidazioni mafiose ricevute per via della sua attività».

Secondo la Federazione della Stampa, «siamo di fronte alla continuazione di un’aggressione iniziata con il processo di primo grado a Massimo Carminati, con quanto affermato dall’avvocato Naso nelle udienze dibattimentali e nella discussione finale in aula. Ferma restando la dialettica processuale, siamo convinti che nel caso di Abbate siano stati oltrepassati i limiti fissati dal codice di procedura penale».

Il giornalista Lirio Abbate, rileva ancora la Fnsi, «non è un soggetto processuale, quindi nessuna espressione nei suoi confronti può trovare giustificazione. Piuttosto si tratta di un’attività di lesione sistematica dell’immagine di un giornalista stimato e coraggioso, in un contesto nel quale non si può non cogliere l’ulteriore aspetto della minaccia implicita. È chiara, infatti, la volontà di mandare messaggi intimidatori ad Abbate, al quale va la solidarietà della Federazione nazionale della Stampa».

Al via in Viminale i lavori del coordinamento per la sicurezza dei giornalisti

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