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Omicidio a Reggiolo – Le mafie sparano anche in Emilia Romagna?

Sofia Nardacchione il . Emilia-Romagna

413235-thumb-full-omicidio_reggioloLo abbiamo detto tante volte in questi anni: le mafie in Emilia Romagna non sparano, non si fanno sentire, ma ci sono. Le mafie in Emilia Romagna si sono radicate, ma sono mafie evolute che si infiltrano nei settori economici, che hanno raffinato le proprie competenze tecnologiche, di affari, di finanza.

Lo abbiamo detto tante volte in queste in questi anni: le faide di ‘ndrangheta non sono mai state combattute sul nostro territorio. E così Antonio Dragone, capo della locale di Cutro mandato con obbligo di dimora a Quattro Castella in provincia di Reggio Emilia nel 1984, è stato ucciso in una guerra tra famiglie in Calabria, non in Emilia Romagna, nel 2004. E lo stesso vale per il figlio Raffaele, ucciso nel 1999.

Lo abbiamo detto tante volte che le mafie si sono evolute ma la violenza non l’hanno messa da parte: intimidazioni, minacce, pestaggi, incendi, sequestri. Però i mafiosi da noi non uccidono e non si uccidono.

Poi è venuto fuori, qualche settimana fa, il nuovo filone del maxiprocesso alla ‘ndrangheta emiliana Aemilia. Si chiama “Aemilia 1992”, all’interno della quale la Polizia di Stato di Reggio Emilia ha dato esecuzione ad una misura cautelare emessa dal G.I.P. di Bologna a carico di 3 esponenti di spicco della ‘ndrangheta facendo luce su 2 omicidi consumati nel reggiano nel 1992 in cui rimasero vittime il 33enne Nicola Vasapollo ed il 35enne Giuseppe Ruggiero, nell’ambito di una feroce guerra di mafia combattuta tra la Calabria ed il Nord Italia. L’attività investigativa ha permesso di ricostruire la vicenda che vide contrapposte la cosca Grande Aracri – Dragone – Ciampà ed il sodalizio Vasapollo-Ruggiero in lotta per conseguire l’egemonia delle attività illecite nelle province di Crotone e Reggio Emilia.

Ma ci siamo detti: non siamo più nel 1992, sono passati 25 anni e le modalità cambiano.
Stamattina invece qualcosa è cambiato: ci siamo svegliati con la notizia dell’omicidio di Francesco Citro, 31enne originario di Cutro, ucciso a Villanova, frazione di Reggiolo.
Lo hanno colpito alcuni colpi di pistola fuori da casa sua intorno alle 23, poche ore dopo che la sua auto era andata a fuoco. Era la terza auto incendiata in via Giovanni XXIII.

Sull’omicidio stanno indagando i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Emilia, ma già si parla di stampo mafioso.

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