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Senegalesi e gambiani invischiati nel narcotraffico

Piero Innocenti il . L'analisi

1475393749327.jpg--Alcuni giorni fa a Genova si è conclusa, con l’arresto di 38 persone tutte senegalesi, l’operazione antidroga “Vicoli bui” condotta dai carabinieri ed iniziata sin dal 2013. Per tutti gli indagati (complessivamente 74) l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. I giornali hanno riportato la notizia parlando di “mafia senegalese” per alcuni indizi e modalità criminali emerse nell’indagine che potrebbero portare anche all’incriminazione per l’art.416bis del c.p.. Che si trattasse di una organizzazione delinquenziale  verticistica, ben strutturata, violenta, in grado di esercitare anche una forza intimidatrice , è emerso nel corso delle indagini (tra l’altro, nel 2015, un algerino è stato ucciso a Genova dai senegalesi per il furto di alcune dosi di eroina) che hanno portato alla luce anche un traffico di documenti d’identità falsi francesi e belgi.

Nel 2016, un’altra indagine, a Pescara, stavolta condotta dalla guardia di finanza, aveva portato alla emissione di misure cautelari nei confronti di 29 senegalesi (8 finiti in carcere, 11 ai domiciliari e 10 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria)componenti, anche in questa circostanza, di un’associazione di trafficanti e spacciatori. Insomma,diversi senegalesi presenti in Italia non sono proprio degli “stinchi di santo”. La loro presenza sul mercato degli stupefacenti risale almeno al 1993 quando la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), nella relazione annuale sul contrasto al narcotraffico, annotava 107 senegalesi tra gli stranieri denunciati all’a.g. per delitti collegati alle droghe. Gli anni successivi hanno visto un incremento costante passando dai 215 senegalesi denunciati nel 2007, ai 334 del 2011, ai 467 del 2012, 463 del 2014, 565 nel 2016. Quest’anno, nel primo semestre, ma i dati non sono consolidati, si parla di 352 senegalesi denunciati. Dal 2007 al 2016, un drappello di 3.175 senegalesi sono stati  denunciati nel nostro paese, in stato di arresto o “a piede libero”, per i delitti ex art. 73 e 74 del t.u. sugli stupefacenti, con una incidenza percentuale annua sul totale degli stranieri denunciati passata da circa il 2% del 2006 al 4,68% del 2016. Insomma, i senegalesi, a braccetto con i gambiani e i nigeriani, presenti soprattutto in Piemonte, Lombardia, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, si danno un gran da fare in un mercato che assicura un buon “reddito” grazie ad una domanda che non subisce alcuna flessione. Anche i gambiani ( molti i casi di cittadini in possesso di permessi di soggiorno rilasciati per motivi umanitari) negli ultimi anni, sono rimasti coinvolti in operazioni di polizia antidroga nello spaccio di eroina, cocaina e marijuana. Basti pensare che si è passati dai 202 gambiani denunciati nel 2012 agli 854 del 2016 ( e nel corrente anno il numero, a fine anno, è destinato ad aumentare secondo i dati, sia pure provvisori, di giugno scorso, che segnalavano già oltre 450 cittadini gambiani denunciati per traffico/spaccio). Nel quinquennio 2012/2016, i gambiani denunciati per delitti collegati agli stupefacenti sono stati complessivamente 2.231 ( la classifica degli stranieri denunciati vede, da anni, sempre in testa i marocchini: 3.218 nel 2016, 13.336 nel quinquennio sopra indicato).

 Molti i senegalesi che mantengono uno stretto contatto con il loro paese che resta un territorio di “interesse” nel panorama del narcotraffico internazionale e dove la cannabis cresce un po’ dappertutto, in particolare nella regione del Casamance ( al confine con la Guinea Bissau e il Gambia). In questa area viene coltivata una pianta da cui si ricava lo “yamba”, una droga simile all’hashish ma con effetti psico attivi leggeri,venduta a prezzi molto bassi. Il traffico da quelle parti è gestito da piccoli gruppi particolarmente attivi a Dakar, Tanbocaunda e Kaolak. Modesti i quantitativi di cocaina sequestrati negli ultimi anni, dell’ordine di alcune decine di chilogrammi (solo nel 2007, la Gendarmeria senegalese, riuscì a bloccare l’ingente quantitativo di 2.454kg). Decisamente più consistenti quelli di della cannabis (alcune tonnellate intercettate nel corso del 2016 e nei primi mesi del 2017).

Il narcotraffico e il pil nestro Paese

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