Giovanni Spampinato, ucciso anche quest’anno
Ancora una volta dimenticato, ancora una volta relegato al mancato ricordo, ancora una volta ucciso.
Quest’anno ho deciso di non ricordare Giovanni Spampinato il 27 ottobre, giorno della sua uccisione. Ho voluto aspettare il giorno successivo, speravo che qualcuno lo ricordasse, che ci fosse un “moto” spontaneo dei cittadini ragusani, siciliani, italiani per ricordare un giovane ragazzo ucciso solo perché faceva il suo dovere: il Giornalista in una Terra dove gli altri, negli anni 70’, erano più giornalai che professionisti dell’informazione.
Sono passati 45 anni da quel 27 ottobre del 1972, giorno dell’uccisione di Giovanni.
Ricordare invece, ancora oggi, è scomodo. Quindi meglio dimenticare chi, come Giovanni, facendo il proprio dovere ha svelato trame inedite nella cosiddetta “Provincia babba”. Una provincia stretta fra mafie e massoneria, interessi economici di pochi – spesso colletti bianchi – in cui investì un certo Tognoli, ricercato da Giovanni Falcone in “Pizza connection”.
Ma ricordare, appunto, spesso è scomodo. Quindi meglio dimenticare. Meglio strisciare, ancora oggi, dietro i potenti, i poteri forti e la mafia.
Meglio commentare e liquidare la tragica vicenda di Spampinato, quasi giustificando l’omicida, affermando “se l’è cercata”.
No, Giovanni ha fatto ciò che tanti altri non hanno fatto: solo il proprio dovere, in una Terra dove ancora oggi ricordare fa male, perché riapre ferite mai chiuse.
Ma vi sbagliate, Giovanni Spampinato vive, non riuscirete ad ucciderlo ancora una volta!
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