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Le ronde nelle città e la sicurezza “percepita” dai cittadini

Piero Innocenti il . L'analisi

ronde forza nuova stazione-2Continuano a ripetere che le città sono sicure e che i reati sono i calo. E lo dicono perché il ruolo istituzionale loro affidato è anche quello di “tranquillizzatori” periferici dei Governi in carica. Così in molti casi i prefetti, per ultimo quello di Roma che a fine settembre, dopo la riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza, convocato dopo alcuni gravissimi episodi di violenza contro le donne, ha tenuto a sottolineare che “la capitale è sicura” e che gli arresti per le violenza sessuali sono aumentati del 70% nel 2017.

Insomma la repressione c’è e l’attenzione è massima. Ora o c’è un’anomalia istituzionale nella visione di quanto accade ogni giorno nella realtà del paese o, fatto ancor più grave, c’è la parola d’ordine  – sussurrata nelle orecchie dal “centro” – di sminuire, di smussare, di attenuare i fatti e gli episodi di violenza in generale e di degrado che avvengono con cadenza quotidiana in molte delle nostre città. Fatto sta che i giornali locali ne danno conto ogni giorno con situazioni che richiederebbero ben altri interventi che non quelli “verbali” di rappresentanti istituzionali, anche degli enti locali, visto che ai sindaci compete la tutela della “sicurezza urbana”.

Tutto questo lascia spazio a iniziative inaccettabili come quelle delle “ronde” o, per usare altri termini meno dirompenti, delle  “passeggiate della sicurezza” a opera di “comitati di autodifesa” gestiti da movimenti neofascisti (Forza Nuova) o stimolati da alcuni sindaci o semplici gruppi di quartiere. Così,  gsempre in settembre, l’idea da parte di Forza Nuova, dopo alcune aggressioni verificatesi in alcune zone di Bologna (Montagnola e centro città) di organizzare con i propri militanti il controllo del territorio in tali zone. Stessa iniziativa adottata per le strade di Niguarda (Milano), con una “odiosa marcetta” per le strade cittadine sempre ad opera di Forza Nuova. A Milano, invece, nei quartieri  Molise-Calvairate-Ponti, sono stati alcuni giovani ad organizzarsi in comitato per le “passeggiate” della sicurezza. Anche a Sesto San Giovanni il sindaco ha lanciato il progetto “controllo di vicinato” con gruppi di volenterosi cittadini per “monitorare” il quartiere e a segnalare alle forze di polizia eventuali veicoli/ persone sospette.

Polemiche anche a Lucca dove il sindaco, dopo gli annunci e comunicati vari diffusi da Casapound e Forza Nuova sulle “ronde” per garantire la sicurezza in città,  ha ricordato con forza come questo compito competa alle forze di polizia “perché Lucca non è il Far West e non lo sarà mai”. Non molto lontano, a Pisa, sempre il sindaco replicava seccamente all’annuncio di “squadre” di Forza Nuova per “riprendere in mano la città lasciata per troppo tempo ad invasori di ogni tipo”. Tutte iniziative, lo diciamo subito, illegali e intollerabili che, tuttavia, mettono in evidenza il malcontento e l’indignazione di molta gente che si sente poco protetta nelle case, nelle strade. E non si tratta certo di invenzioni o di percezioni.

Lo spaccio di stupefacenti è dilagante in molte città, allo stesso modo lo sfruttamento della prostituzione, della violenza in strada, delle razzie nelle case. I sindacati di polizia, da tempo, denunciano (inascoltati) la precaria situazione degli organici degli uffici di polizia territoriali, con agenti “invecchiati” e “pensionati” non rimpiazzati con giovani leve. Gli ultimi appelli sono delle scorse settimane, a Fano, Urbino, Macerata, Ferrara, Sassari, solo per citarne alcune. Intendiamoci, polizia di stato e carabinieri fanno miracoli quotidiani con il loro impegno nel controllo del territorio e della prevenzione in generale ma le forze sono numericamente inferiori a quelle previste nel lontano 1989 ( come lo ha ricordato di recente anche il Capo della Polizia) quando si fissarono con decreti ministeriali gli organici con una situazione generale della criminalità ben diversa rispetto a quel periodo.

I gruppi di “volenterosi” cittadini non possono essere uno strumento integrativo del sistema di sicurezza e, quindi, avere “riconoscimenti” pubblici né funzioni e compiti che possono essere tollerate da prassi o da silenzi delle “autorità”. Le attività di osservazione, controllo, vigilanza, annotazione che vengono richiamate per cittadini-vedette-sentinelle, sono espressione delle funzioni di polizia di prevenzione e, come tali, esercitabili solo dai soggetti ai quali la legge attribuisce tali facoltà e cioè le forze di polizia.

Ricreare sicurezza nelle città

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