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Ricreare sicurezza nelle città

Piero Innocenti il . SIcurezza

sicurezzaPassata l’estate e avvicinandosi la fine dell’anno, analisti, osservatori, tecnici del settore, sociologi, inizieranno a parlare di sicurezza e di andamento della delittuosità nelle città e, come di consueto, si faranno le graduatorie delle varie province basandosi sulle statistiche. Dati che faranno riferimento, come al solito, alle denunce presentate dai cittadini alle forze di polizia territoriali nel decorso 2016, con le relative variazioni rispetto al 2015. E, come ogni anno, il consuntivo dei delitti denunciati (quelli che, come ci ricorda Maurizio Fiasco, rappresentano la criminalità apparente, ben diversa da quella reale che include anche una cifra oscura che non potrà mai essere “chiarita”), alimenterà (tanto più che si è già in avanzato clima preelettorale) vivaci polemiche politiche e contrapposizioni che non aiutano certamente a far vivere più tranquillamente i cittadini.

Cittadini che pretendono giustamente una maggiore sicurezza nelle strade, nelle case, nei luoghi di svago che, al contrario, sono diventati sempre più insicuri. A ben poco serve affermare, sulla scorta dei soli dati statistici, che se le denunce calano ciò è indice di minore criminalità. In molti casi nessuno va a denunciare e, quindi, nessuno rileva nulla. Va anche detto che dal 2008 al 2016 la media dei delitti denunciati in Italia non è scesa mai sotto la soglia dei settemila episodi giornalieri, oscillando dai circa 7.200 del 2010 (2.621.019 delitti nell’intero anno) ai circa 7.900 del 2014 (2.892.155 il totale annuo) ai 7.300 delitti denunciati dl 2015 (2.687.249). Anche nei primi sei mesi del 2017, sebbene i dati non siano ancora consolidati,il trend si mantiene allineato, sia pure con un lieve calo, con quello degli ultimi anni.

Va anche ricordato che sul totale dei delitti denunciati nei singoli anni, i furti continuano a rappresentare oltre il 50%, con un incremento sensibile di quelli, sicuramente più odiosi, nelle abitazioni. Ed è quello che più preoccupa insieme alla presenza che si vorrebbe visibile sul territorio e che invece si è andata riducendo nel tempo, di uomini e donne delle forze di polizia (intendo polizia di stato e carabinieri e respingo l’idea di veder concorrere in tali attività, senza una adeguata preparazione, personale delle polizie locali nelle medie-grandi città). Presenza che è quella che assicura la prevenzione generale di polizia ed eventualmente una repressione tempestiva  (sicuramente più tempestiva delle varie telecamere e protocolli d’intesa tante volte pubblicizzati).

Preoccupano anche i tanti fatti criminali che si caratterizzano per la brutale violenza con cui vengono compiuti, per la loro ripetitività e per una sanzione penale che arriva, quando arriva, sempre tardi o non arriva per nulla. Le statistiche ufficiali  non danno conto di questi aspetti che invece sono quelli che più contribuiscono ad alimentare quel senso di insicurezza tra la gente.  E di bruttissimi episodi, delle ultime ore,ne danno conto molti quotidiani locali.

Così, a Vicenza dove un anziano viene pestato dal ladro sorpreso a rovistare nei cassetti di casa, a Venezia, dove madre e figlia vengono rapinate e sequestrate dopo aver fatto la spesa in un centro commerciale, a Bologna, dove una donna viene minacciata con i bastoni da rapinatori entrati nella villa, a Ostuni, dove un sessantenne viene pestato a sangue per aver mosso un rimprovero a due giovani che prendevano a calci un portone di un’abitazione. Per non parlare di alcune porzioni di territori cittadini diventate vere “zone franche”, nelle mani di pusher , di scippatori, di violenti come è stato denunciato di recente (9 e 11 settembre scorso) dalla stampa locale a Enna, a  Torino, a Perugia.

Questi sono fatti e non generici allarmi o riferimenti alla cosiddetta “insicurezza percepita”. La situazione generale nelle nostre città deve poter migliorare e per far questo occorre investire di più nella sicurezza che vuol dire prioritariamente procedere ad arruolamenti consistenti di agenti e carabinieri (con trattamenti economici adeguati ai delicati e difficili compiti che debbono assolvere), razionalizzando l’impiego delle attuali risorse umane (eliminando gli sprechi e le duplicazioni che pure ci sono ancora), rivitalizzando i ruoli delle autorità di pubblica sicurezza nelle province. E’ possibile ripristinare condizioni accettabili di sicurezza pubblica nelle città e il ministro dell’interno Minniti e il Capo della Polizia- Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Gabrielli hanno la possibilità di farlo concretamente.

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