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Se la droga sarà emergenza nazionale

Piero Innocenti il . Droga

spaccioQuando il commercio di droghe e lo spaccio diventeranno, tra qualche anno, il “problema” nazionale per i gravissimi riflessi sulla sicurezza e sulla salute pubblica, si andrà alla ricerca delle responsabilità delle diverse istituzioni deputate alla prevenzione e alla repressione di tali fenomeni criminali, delle famiglie che hanno trascurato i figli, dei disagi vissuti dai giovani e di tante altre cause.

Sarà uno dei momenti emergenziali che si vivono in un paese, il nostro, dove la soluzione dei problemi viene spesso rinviata un po’ per l’inadeguatezza di chi deve prendere decisioni e rimanda sempre, un po’ perché si prende tempo nella speranza che intervenga qualche fattore esterno al problema, imprevisto, che miracolosamente lo risolva o, almeno, ne attenui gli effetti negativi. In tema di sicurezza della gente, di legalità, di rispetto delle regole, si rischia, con la tolleranza e la sottovalutazione istituzionale spesso insopportabili, che qualche situazione si deteriori sino al punto che quando si deciderà di intervenire per ripristinare quella “legalità” da tutti invocata e giustamente pretesa, occorreranno mezzi straordinari e misure che faranno storcere il naso anche a quelli che quotidianamente invocano quella “legalità”. Ora, consapevole di essere diventato, negli ultimi anni, particolarmente pessimista sulle condizioni generali della sicurezza nel nostro Paese, nonostante l’apprezzabile impegno delle forze di polizia e di alcune polizie municipali, faccio ancora qualche considerazione sul traffico e sullo spaccio di stupefacenti che sono le attività criminali che stanno contribuendo maggiormente a trasformare l’Italia in un vero “hub dell’illegalità”.

Solo una ventina di anni fa si parlò del pericolo che il nostro Paese potesse diventare un interessante produttore di marijuana, senza suscitare particolare interesse sul tema. Ebbene, solo negli ultimi cinque anni e mezzo (dal 2012 al 31 luglio 2017), sono state sequestrate complessivamente 5.843.387 piante di cannabis, con il valore più elevato nel 2012 (4.122.619 piante). Nel 2016 sono state distrutte 464.723 piante mentre per il 2017, al 31 luglio scorso, erano già oltre centomila.

I dati sono in continuo aggiornamento perché sono quotidiane le operazioni di polizia che portano alla scoperta di coltivazioni, in molti casi di vere piantagioni come è successo alcuni giorni fa ad Olbia, dove i carabinieri hanno trovato nelle colline intorno alla cittadina una distesa di 5mila piante ben irrigate con tubazioni lunghe alcuni chilometri. Nelle ultime ore, poi, a finire in manette è toccato ad un agricoltore di Lentini che aveva trasformato il suo aranceto, in contrada Brunetta, in una “piccola” coltivazione di marijuana(200 piante). Ai primi di agosto erano stati ancora ai carabinieri, nelle campagne di San Martino di Taurianova, a scoprire una piantagione di 9mila piante di marijuana in una zona di difficile accesso e ben protetta da una folta vegetazione spontanea.

Si tratta soltanto di alcuni degli interventi fatti dalle forze dell’ordine per un fenomeno criminale dilagante e incontrastabile senza mezzi e provvedimenti straordinari. Il valore complessivo dei sequestri di stupefacenti (alla fine di luglio scorso siamo già a circa 70 ton) alla fine del corrente anno avrà superato, abbondantemente, quello del 2016 quando raggiunse le oltre 71ton di cui oltre 65 ton di cannabis. Una montagna di droghe che assicura “lavoro” a migliaia di persone come si può ricavare dalle denunce per traffico/spaccio inoltrate all’autorità giudiziaria dalle forze di polizia negli ultimi dieci anni(2012/2016): circa 350mila persone di cui oltre 28mila donne e 120 mila stranieri in prevalenza marocchini, tunisini, albanesi, nigeriani, gambiani, ghanesi. maliani, egiziani, sequestrando oltre 600tonnellate di droghe tradizionali ( a cui vanno aggiunte altre tonnellate di Khat e di droghe sintetiche).

Spacciatori che trovano mille espedienti per consegnare la “roba”, anche a domicilio come è successo a Firenze, qualche giorno fa, con un tunisino arrestato dalla polizia dopo aver lasciato un dose di cocaina, ordinata tramite Messenger, sotto lo zerbino di casa del “cliente”.

Estate 2017: processo di narcotizzazione diffusa in fase avanzata

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