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L’asfissiante presenza di spacciatori nelle città (e nelle spiagge)

Piero Innocenti il . Droga

cocaina_spaccioQuesta estate sarà ricordata non solo per le insopportabili canicole ma anche per la presenza asfissiante e sfrontata di tanti spacciatori, in maggioranza stranieri, che in città e nelle località marine hanno assicurato il quotidiano rifornimento a moltissimi consumatori delle varie “schifezze” vendute.

Dovrà accadere qualcosa di tragico prima che si affronti, seriamente, sul piano legislativo, il fenomeno del narcotraffico con tutte le nefaste conseguenze che sta determinando nel nostro paese.

A cominciare dagli episodi di violenza, di quelli di cui veniamo a conoscenza dai giornali, che lasciano francamente sgomenti. Come quello di alcuni giorni fa, a Roma, nel quartiere di Monteverde,quando una nonna di 83 anni si è decisa a denunciare alla polizia il nipote ventitreenne che per avere denaro con cui acquistare la droga la picchiava e maltrattava continuamente fino a rinchiuderla, per una giornata intera, senza cibo e acqua, in uno sgabuzzino senza luce. O l’altra vicenda, sempre a Roma, dove è finito in manette un chirurgo cocainomane che violentava la compagna filmando gli abusi con il cellulare per poi  mostrarli al figlio di dieci anni. Vicende  da studi di criminologia clinica, meritevoli sicuramente di approfondimenti.

Violenza che non è sfociata in omicidio per puro caso con un albanese, pregiudicato, che, in via Melaina, ancora nella capitale, ha sparato due colpi di pistola contro il “rivale” spacciatore del quartiere romano. E sempre a Roma, nel ben noto quartiere dei Parioli, i poliziotti hanno arrestato un noto dentista di sessantadue anni, fra la cui clientela figurano anche “vip”, dopo il sequestro, nella sua abitazione di 400 grammi di cocaina ( oltre a munizioni e spade detenute illegalmente).

Sfrontatezza (ingenuità?) anche per il giovane romano che nel Carrefour di Ostia  ha pensato di andare a pesare al reparto di frutta e verdura la dose di hashish che stava per vendere all’amico. L’intervento dei carabinieri allertati dai commessi ha portato all’arresto dello spacciatore nella cui abitazione sono state trovate altre  dosi di droga confezionate. Non mancano sorprese nelle spiagge. Ad Ancona, per esempio, la polizia ha denunciato un padre di 45 anni che ballava e cantava in spiaggia tra molta gente, inclusi bambini, trovandogli nelle tasche dei bermuda che indossava una quindicina di grammi di un pericoloso miscuglio di cocaina e amfetamina. Non è andata bene neanche al tunisino trovato a spacciare hashish nella spiaggia di Punta Braccetto a Ragusa e arrestato dai poliziotti in costume confusi tra i villeggianti che nei giorni passati avevano segnalato la “fastidiosa” presenza di diversi spacciatori. Nella filiera del narcotraffico, si sa, lo spaccio è quasi interamente nelle mani degli stranieri.

A ben poco servono le operazioni antidroga che vengono svolte dalle nostre forze di polizia se,poco dopo gli arresti, gli spacciatori, quasi tutti stranieri, tornano in circolazione, più arroganti e aggressivi che mai. Come è successo a Mestre, alcuni giorni fa,con un pusher nordafricano che, fermato per un controllo da una pattuglia di militari in servizio di controllo del territorio, ha tentato di fuggire lanciando la bici contro i due “lagunari” e malmenandone uno. Non mancano le sorprese, come è capitato a Trento dove una giovane mamma nigeriana, ospite di una struttura di accoglienza, è stata fermata dagli agenti della squadra mobile dopo che era stato trovato mezz’etto di marijuana ( altri tre etti rinvenuti, poi nella perquisizione domiciliare) nella classica fascia con cui le donne africane portano i bambini sulla schiena. Non mancano neanche gli stranieri “richiedenti asilo” che, nell’attesa, hanno trovato il “posto”di spacciatori dopo un rapido “corso di addestramento”.

Così, a Rieti, dove un nigeriano è stato arrestato dalla polizia per spaccio, a Pisa dove un senegalese, nelle stessa situazione di richiedente asilo, è stato pizzicato dalla polizia con dosi di marijuana già confezionate, a Catania, con due gambiani sorpresi a spacciare per “sbarcare il lunario”, a Torino, dove un albanese confezionava dosi di cocaina in casa mescolandola con lo zucchero. Cocaina che continua ad arrivare in Italia, in grandi quantità, soprattutto nel porto di Gioia Tauro (l’ultimo sequestro, 220kg, tre giorni fa, all’interno di container provenienti dal Brasile) dove la mafia calabrese continua ad essere la vera padrona del mercato nazionale e internazionale.

Bilancio nazionale antidroga di metà anno

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