Bilancio nazionale antidroga di metà anno
Il 15 agosto, come ogni anno, il ministro dell’interno fornisce un primo resoconto sull’andamento della delittuosità nel nostro Paese toccando, inevitabilmente il pungente tema riguardante l’immigrazione via mare (sul quale ha dimostrato sicuramente grande impegno e una visione più realistica rispetto ai suoi predecessori) e, più in generale, sulla sicurezza pubblica.
Non c’è, purtroppo, da aspettarsi una grande attenzione su temi così rilevanti per “..la tenuta democratica del paese..” come va ripetendo spesso il Ministro dell’Interno. Ferragosto è tempo di riposo, di stacco dalla realtà quotidiana (dura per molti cittadini) contrassegnata, spesso, da ansie e paure. Saranno, come sempre, i mezzi di informazione ad evidenziare dati e a fare valutazioni sulla sicurezza in generale anche negative che resteranno, come sempre, nella valigia delle vacanze. Figurarsi, poi, se potranno destare inquietudine o richiamare la semplice attenzione fatti e dati concernenti il mercato degli stupefacenti e tutte le numerosissime attività delittuose collegate in tema di traffico e spaccio.
Fenomeni criminali dilaganti sui quali le nostre forze di polizia fanno quello che possono annotando diverse battagli vinte in una guerra perduta da tempo. Solo nei primi sei mesi del 2017, secondo i dati, in fase di consolidamento elaborati il 10 luglio scorso, forniti un paio di giorni fa dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA- Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno), sono state sequestrate complessivamente circa 62 tonnellate di stupefacenti (6,161ton nel solo mese di giugno, il valore più basso nel 2017) frutto delle 10.756 operazioni antidroga ( un media di 60 operazioni giornaliere), con 10.396 persone arrestate per traffico/spaccio sul totale di 13.855 denunciate all’autorità giudiziaria (di cui 5.367 stranieri). Il dramma, evitabile con più carceri ed una legislazione penal-processuale adeguata alla gravità del fenomeno, è che gran parte delle persone arrestate nella flagranza di reato finiscono agli arresti domiciliari o vengono rimesse in libertà,in attesa dei processi, a distanza di poche ore o pochi giorni dall’arresto fatto dalla polizia giudiziaria.
Giugno è stato, sino ad ora, il mese dei maggiori sequestri di piante di cannabis, ben 37.348 ( oltre 100mila piante dall’inizio dell’anno) di cui 15.173 nella provincia di Reggio Calabria ( territorio ben controllato dalla ‘ndrangheta) e 7.031 nella provincia di Caltanisetta. Sequestri di piante sono avvenuti in ben 73 province italiane, confermando quella tendenza alle coltivazioni in casa che si è andata consolidando negli ultimi anni. Le 5,2 ton di marijuana sequestrate soltanto a giugno rappresentano, come sempre, la porzione preponderante dei sequestri complessivi di stupefacenti ( dall’inizio del corrente anno, sul totale di circa 62ton, 49ton sono state di marijuana). I più consistenti sequestri di “maria” sono avvenuti nella provincia di Campobasso (1.800kg), seguita da Foggia (952kg), Macerata (878kg) Le oltre 2ton di cocaina tolte dal mercato dalle forze di polizia e dalle dogane nel semestre confermano un mercato sempre particolarmente effervescente anche per questa droga. Soltanto 44 i chilogrammi di eroina sequestrati con il maggior quantitativo a Ragusa (8kg), seguita da Bari e Como, entrambe con poco più di 5kg e Napoli ( circa 4kg).
Che la situazione delle tossicodipendenze sia diventata drammaticamente seria ce lo ricorda anche il Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri che proprio alcuni giorni fa ha presentato in Parlamento un articolato rapporto che dovrebbe indurre a serie riflessioni tutta la classe politica che abbia veramente a cuore il futuro del nostro paese e dei nostri giovani.
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