Estate 2017: processo di narcotizzazione diffusa in fase avanzata
Se qualcuno pensava che durante le vacanze estive trafficanti e spacciatori di droghe si prendessero qualche settimana di ferie per recuperare le energie spese nella loro “stressante” attività quotidiana, resterà ancora una volta deluso.
Entrambe le categorie di malviventi stanno lavorando a pieno ritmo per i veri vacanzieri (ma anche per quelli rimasti in città) e anzi, in alcune località marittime, gli affari vanno a gonfie vele.
Non stanno certo con le mani in mano le nostre forze di polizia che, con il solito encomiabile impegno, svolgono l’attività di repressione in una situazione di sostanziale incontrollabilità del fenomeno, con una legislazione penale e processuale che fa acqua da molte parti (ritornello che ripetiamo da tempo).
Così, alcune settimane fa, a San Vito Chietino, dopo un appostamento fatto dai carabinieri sul lungomare dove era stato notato un furgone sospetto è stata rinvenuta proprio all’interno del mezzo una tonnellata di marijuana.
E sempre marijuana, circa 160kg, avvolta in sette voluminosi pacchi in cellophane, è stata trovata a bordo di un autocarro fermato dalla polizia stradale di Frosinone all’uscita del casello autostradale di Monteporzio Catone. Marijuana che si trova ormai un po’ dappertutto, anche coltivata in un armadio, in casa, come hanno scoperto gli agenti di polizia a Paterno, arrestando un diciannovenne per detenzione ai fini di spaccio, o nascosta in camera da letto, 4 kg a Castellanza (Varese), dove la polizia ha bloccato un giovane di 21 anni, o ancora sotto il letto – 7kg a Firenze – dove, sempre la polizia, ha ammanettato due studenti.
Certo con la marijuana si realizzano buoni guadagni e ne sanno qualcosa i dispensari nello Stato del Nevada (USA) dove, dal primo luglio scorso, è possibile acquistarla e consumarla (con le limitazioni a un’oncia (ossia 24 grammi) in modo legale. In quattro giorni, dall’entrata in vigore della legge che permette il consumo ricreativo della cannabis (già consentito anche in Alaska, Oregon, Colorado e Washington), si sono venduti quantitativi per un importo totale oscillante tra i 3 e i 5 milioni di dollari, con entrate fiscali comprese tra i 500mila e gli 800mila dollari (dati forniti da Riana Durrett, direttore esecutivo della Associazione Dispensari dello Stato, rese al quotidiano messicano El Universal dell’8 luglio scorso).
Ma tornando in casa nostra, anche in questo scorcio di estate bollente non sono mancate operazioni contro i trafficanti, in particolare di cocaina.
Molto interessante la cosiddetta operazione Gringo, condotta dalla squadra mobile di Milano che ha arrestato 31 trafficanti, 17 dei quali in flagranza di reato, componenti di due gruppi criminali che importavano cocaina direttamente dal Perù, con destinazione Nizza, Bologna, Pesaro Urbino e Milano Linate, ed altri dall’Olanda dove operava un broker che smistava ordini e consegne.
Un’altra retata l’hanno fatta i carabinieri di Catania eseguendo 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di affiliati al clan Santapaola che si approvvigionava di marijuana dagli albanesi.
Anche a Roma, che resta una piazza importante per lo spaccio di cocaina, non è andata bene l’attività avviata da marito e moglie (i parenti esponenti della banda della Magliana) che avevano allestito un vero punto di vendita di polvere bianca nella zona di Santa Palomba, interrotto dall’intervento dei carabinieri.
Le piazze dello spaccio vedono sempre in prima linea gli stranieri (molte volte irregolari, altre con permesso di soggiorno anche per motivi umanitari) che si muovono sempre con pochissima droga per giustificare il possesso per uso personale in caso di controlli. È successo a Latina, dove la polizia ha fermato un indiano con alcune dosi di eroina che cercava di piazzare spostandosi in bicicletta; a Varese, dove la polizia ha fermato un nigeriano “irregolare” che, in pieno centro, vendeva marijuana ad un minorenne; ad Arezzo, dove due nigeriani (uno dei quali richiedente asilo) avevano confezionato alcune centinaia di dosi di eroina; a Trento, con un senegalese che nascondeva negli slip 140 grammi di hashish in dosi; a Pesaro, dove ancora un nigeriano, titolare di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, è finito in carcere dopo aver ingoiato alcune palline contenenti eroina ed essere stato trovato con in tasca anche 1.600 euro.
Spacciatori che a breve, purtroppo, torneranno alla loro attività, come verosimilmente accadrà anche con lo spacciatore albanese, pregiudicato, arrestato a Siena, condannato ad un anno di reclusione ed espulso con accompagnamento alla frontiera. C’è da scommettere che entro qualche settimana lo rivedremo in circolazione in qualche altra città italiana.
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