Immigrati irregolari e spaccio di stupefacenti
Difficile dire quanti sono gli immigrati irregolari che, soccorsi in mare e accolti nel nostro paese, nella lunga e insopportabile attesa che si definiscano le posizioni di rifugiati o di semplici migranti economici, finiscono a fare gli spacciatori di droghe nelle piazze italiane. Qualche volta, va detto, obbligati a questa attività criminale anche dallo stato di bisogno e di disperazione in cui molti si trovano e di cui ne approfittano i vari gruppi, italiani e stranieri, che gestiscono le piazze.
Certo non sono pochi stando alle cronache di tutti i giorni che registrano interventi delle forze di polizia arrestando stranieri, anche con lo status già riconosciuto di rifugiato, mentre vendono droghe. La situazione è destinata a peggiorare con gli arrivi (un serbatoio dove la criminalità attinge) che si susseguono a ritmi incalzanti in questa parte dell’anno e che vedono già oltre 93mila i migranti arrivati sulle nostre coste dopo il salvataggio in mare. Quel mare che rappresenta sempre uno straordinario corridoio per i trafficanti costretti, talvolta, a disfarsi dei preziosi carichi trasportati sui gommoni.
Così alcuni giorni fa, il 16 luglio, è capitato a chi faceva il bagno lungo la costa abruzzese, tra Scerne di Pineto, Silvi, Montesilvano e Francavilla, di sentire uno “strano odore” provenire da alcuni pacchi rivestiti di plastica sulla battigia contenenti, complessivamente, circa 200kg di marijuana e di hashish. Cinque giorni prima il mare aveva restituito altri 25kg di marijuana al largo di Porto San Giorgio che si andavano ad aggiungere ai 7 quintali rinvenuti a Porto Recanati e ai 90kg recuperati in mare al largo di Civitanova Marche.
Indizi che portano a ritenere verosimile l’ipotesi di uno spostamento verso le coste dell’Alto Adriatico degli itinerari marini percorsi dai trafficanti albanesi, dopo le ripetute perdite di carichi di marijuana subite a seguito di operazioni antidroga delle forze di polizia lungo le coste e nei porti pugliesi. Tornando alla cronaca giornaliera degli stranieri spacciatori, i nigeriani si confermano ancora in cima alla provvisoria classifica di questi primi sei mesi del 2017. Gli ultimi arresti risalgono a pochi giorni fa, ad Arezzo, con la polizia che ne ha bloccato uno, giovanissimo, con alcune dosi di eroina nascosta nei calzini ed altre di cocaina ed hashish in casa, mentre a Treviso i poliziotti bloccavano l’ennesimo corriere nigeriano con ovuli contenenti cocaina trasportati nello stomaco (altra droga trovata in casa, custodita dalla moglie).
Anche nelle “retate” di fine settimana che svolgono polizia di stato e carabinieri in diverse città, la maggior parte dei pusher sono stranieri. Così a Bologna, alla Montagnola, dove nel blitz della polizia del 14 luglio,tra gli applausi di molti cittadini, sono stati arrestati, mentre spacciavano vicino alle scuole,due senegalesi e quattro nigeriani. E ancora a Terni dove, sempre la polizia, ha trovato stecche di hashish nascoste nel telaio di una bici incustodita sul marciapiede denunciando due stranieri “irregolari” sul territorio e a Viareggio dove il controllo nella pineta di Ponente ha portato all’arresto di uno straniero per spaccio e alla espulsione di dieci “irregolari”.
Ci sono, naturalmente, le “eccezioni” come testimoniano i trentadue spacciatori, tutti italiani, ammanettati l’11 luglio dalla polizia ai “palazzoni” del quartiere S.Eusebio di Cinisello Balsamo. Ma, tornando agli stranieri, non ha destato grande stupore nella piazza milanese il sequestro, pur consistente, nelle tasche di cinesi, in tre distinte operazioni, di oltre 3.500 dosi di metamfetamine (shaboo) con l’arresto dei tre pusher. Stupore, stavolta comprensibile, quando la polizia di Rimini ha messo le manette ad un noto biologo e dirigente ospedaliero dopo che nella sua abitazione erano state trovate diverse piante di marijuana e semi di cannabis (per uso personale?).
Ben diversa sicuramente la situazione dei “coltivatori” di canapa, tutti catanesi, arrestati dalla polizia dopo la localizzazione della piantagione di oltre 2.500 piante avvenuta in una zona impervia nella zona di Centuripe. Coltivazioni di cannabis che, in particolare nel sud Italia, vanno a gonfie vele. Sempre nel mese di luglio i poliziotti hanno avuto un gran da fare ad estirpare e poi bruciare più di settemila arbusti nelle campagne di Palagonia dopo aver arrestato una persona. Super lavoro anche per i carabinieri di Taurianova che in una piantagione in contrada Castagneto hanno rinvenuto 12mila piante di cannabis da cui si sarebbero potuti ricavare alcune tonnellate di marijuana con profitti dell’ordine di alcuni milioni di euro.
Siamo nella piana di Gioia Tauro, impensabile che non ci sia la regia della ‘ndrangheta.
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