Venti giornalisti sotto protezione
Il 65% vive nel Lazio. Le cifre inedite illustrate per la prima volta durante il Consiglio Nazionale dell’Ordine riunito a Roma
Accogliendo le sollecitazioni di Ossigeno per l’Informazione, il Governo ha reso noto che i giornalisti italiani sottoposti a misure di protezione personale a seguito di minacce attualmente sono venti (20). È la prima volta che le autorità forniscono un dato ufficiale e la mappa territoriale dei sottoposti a protezione, ha sottolineato il segretario generale di Ossigeno, Giuseppe F. Mennella, comunicandolo al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Il CNOG era riunito a Roma il 28 giugno 2017 per premiare i vincitori del concorso giornalistico “Schiena dritta” dedicato a Carlo Azeglio Ciampi e per consegnare attestati di riconoscenza per l’esercizio della professione ad alcuni giornalisti sotto scorta.
Finora Ossigeno aveva fornito un dato approssimativo, indicando la cifra di quindici sotto scorta pesante e altri quindici sottoposti ad altre misure di protezione. Adesso il dato preciso, aggiornato al mese di aprile 2017, ottenuto grazie alla sensibilità del vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico, riporta il numero a venti e indica la distribuzione territoriale dei protetti: dodici, pari al 60%, lavorano a Roma. Gli altri otto sono così distribuiti: tre a Milano, due a Torino, uno a Caserta, Reggio Calabria, Viterbo.
Il segretario di Ossigeno ha sottolineato che l’alta concentrazione di giornalisti sotto tutela nella regione Lazio, pari a due terzi del totale, conferma e rafforza l’allarme lanciato da Ossigeno a maggio 2017 con il Rapporto sulle minacce ai giornalisti nel Lazio. Questo dossier muove dalla constatazione che nei primi quattro mesi del 2017 il 40% dei casi di minacce, intimidazioni, violenze, abusi del diritto – censiti da Ossigeno in Italia – sono stati registrati in questa regione. Si tratta di 46 giornalisti su 117 censiti.
Mennella ha aggiunto che Ossigeno e l’Associazione Stampa Romana stanno promuovendo incontri con i prefetti e le autorità del Lazio per fare conoscere questi dati e promuovere le iniziative opportune per ridurre ed eliminare una pressione intimidatoria così alta.
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