Alla scoperta della green society
Legambiente racconta l’Italia che ha trovato l’antidoto alla crisi economica e sociale. 101 storie di cambiamento nel primo Rapporto nazionale sulla green society .
È l’Italia della green society, quella disponibile a muoversi, produrre, spostarsi, consumare in maniera più equa, sostenibile, giusta, quella fotografata da Legambiente nel volume Alla scoperta della green society edito da Edizioni Ambiente.
Un viaggio di scoperta del nostro paese, raccontato in 101 storie che descrivono dinamiche concrete di cambiamento e innovazione sociale, spaziando dai piccoli comuni alle città metropolitane. Comunicato stampa
Breve anteprima delle 101 storie
Ci sono gli orti sociali di via Padova a Milano, per esempio, dove si coltiva insieme e si divide quanto si produce, con il duplice obiettivo della fruizione dell’orto e della riqualificazione di un’area abbandonata e degradata.
C’è Non scado, a Ragusa, un circuito virtuoso per il recupero dei prodotti agricoli da parte dei migranti ospiti del Cara e poi ridistribuiti alle famiglie povere del territorio tramite la Caritas.
C’è l’esperienza di Muvt, “muoviti”, a Tufara in Molise, un’associazione nata nel 2013 da quattro ragazzi, che è riuscita a coinvolgere tutta la popolazione in iniziative di riqualificazione degli spazi pubblici abbandonati.
Oppure il Comitato parco Giovannipoli alla Garbatella a Roma, che si dedica alla manutenzione del Parco delle catacombe di Commodilla, lasciato a se stesso dall’amministrazione comunale nonostante la presenza di catacombe e resti di mura romane; il risultato ottenuto dai volontari del Comitato è tale che nel giro di un anno il Comune gli assegna la custodia del parco.
C’è la storia di Ostana, piccolo comune montano cuneese che, fino a 25 anni fa, come tanti altri sull’arco alpino, sembrava destinato a un lento e inesorabile spopolamento e che invece grazie al recupero delle abitazioni, allo sviluppo di un’agricoltura biologica e all’offerta di un turismo pertinente e rispettoso dei luoghi è riuscito a rispondere con successo all’abbandono facendo un balzo in avanti demografico da 5 a più di 40 abitanti.
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