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Messico, la cronaca del terrore

Piero Innocenti il . Senza categoria

474433230Continua il calvario in Messico e si fa non poca fatica a tenere aggiornato un bollettino delle morti violente che si susseguono in diversi Stati. Se aprile sembrava fosse stato il mese più nero degli ultimi anni sotto questo profilo, anche maggio, da poco terminato, ha fatto registrare episodi talmente drammatici da far passare in secondo piano persino alcuni attacchi terroristici verificatisi recentemente in Europa.

La semplice cronaca di alcuni fatti può aiutare a far comprendere la realtà che si vive da quelle parti. Il mese era appena iniziato che a San Josè del Cabo, al termine di un conflitto a fuoco con militari della Marina in servizio di pattugliamento, sette presunti malviventi e un ufficiale restano uccisi. Il 2 maggio, a Reynosa, un commando attacca un convoglio militare con il bilancio di due morti tra gli aggressori. Fra il 3 il 4 maggio, sempre a Reynosa, in seguito a violenti scontri a fuoco tra cellule contrapposte del cartello di Sinaloa, si registrano dodici morti e la città resta paralizzata per alcune ore con blocchi stradali e negozi saccheggiati. Nello stesso periodo viene ritrovato il cadavere del comandante della polizia municipale di Tixtla che era stato sequestrato nella mattinata. Tre uomini vengono assassinati a colpi di pistola nei pressi di un bar a San Pedro.

Alla periferia di Concordia, un gruppo armato assale un fuoristrada sul quale viaggiavano alcuni insegnati uccidendone tre. Il 5 maggio, nella colonia La Perla del municipio di Nezahualcoytolì, un commando attacca la sede di una organizzazione vicina al Partito Rivoluzionario Istituzionale, verosimilmente per rapinare le persone che si trovavano all’interno. L’intervento tempestivo di una pattuglia della polizia che si trovava nei paraggi determina un conflitto a fuoco con il bilancio di cinque morti tra cui tre agenti di polizia. Il 10 maggio, nella colonia Gaviria del municipio di San Miguel Totolapan, due gruppi armati si scontrano con il bilancio di otto morti e quattro feriti. A San Fernando, viene uccisa una donna impegnata nella ricerca di messicani scomparsi nel nulla dopo il ritrovamento del cadavere della figlia sequestrata nel 2012.

L’11 maggio, in alcune zone di Veracruz-Boca del Rio, vengono recuperati i cadaveri di cinque uomini uccisi a colpi di arma da fuoco e con messaggi della criminalità lasciati sui loro corpi. Il 15 maggio, a Culiacan, viene assassinato un giornalista appena uscito dalla redazione del giornale per cui lavorava ( è il sesto giornalista ucciso dall’inizio dell’anno). Ad Autlan de Navarro, in un agguato alla vice direttrice del settimanale El Costeno, il figlio resta ucciso e la donna gravemente ferita. Il 18 maggio, quattro cadaveri vengono recuperati in una fossa alla periferia di Jojutla. A Jiutepec quattro uomini vengono uccisi mentre erano all’interno di un bar. A Culiacan viene assassinato a colpi di pistola un professore di sessant’anni. Il 24 maggio, a Zacatecas, un commando spara all’impazzata ad alcune persone che si trovavano fuori di un negozio, uccidendone tre, tra cui un bambino di cinque anni colpito accidentalmente.

Venti agenti della polizia municipale di Zihuatanejo vengono indagati per collusioni con la criminalità organizzata dopo un blitz fatto alcuni giorni prima da militari dell’esercito e dalla polizia federale che aveva portato al fermo di una sessantina di poliziotti. Il 25 maggio, ad Apaseo el Alto, viene assassinato il direttore della sicurezza pubblica mentre usciva dalla sua abitazione per accompagnare il figlio a scuola. A San Miguel de Allende, quattro tassisti vengono uccisi, quasi simultaneamente, mentre si trovavano a bordo dei propri veicoli.

Una ventina di uomini armati attaccano la sede della Fiscalia (ufficio giudiziario) di Villa Ahumada, con il bilancio di un agente di polizia ucciso e tre feriti. Il 26 maggio, un commando attacca il direttore della sicurezza pubblica di Ziracauaretiro mentre viaggiava a bordo della sua auto con il figlio e agenti di corta. Il bilancio è di tre feriti tra cui il figlio del funzionario. Il giorno dopo, a Culiacan, tre militari restano feriti in un conflitto a fuoco con un gruppo di malviventi. Il mese si chiude con una sparatoria, a Mocorito, tra due bande (sei morti il bilancio) e con cinque agenti della polizia di Ecatepec uccisi in una imboscata tesa da un commando ad alcune pattuglie della polizia municipale.

L’anno è ancora lungo e il vero dramma per il Messico è che non si vede una via d’uscita ad una situazione diffusa di violenza e di follia che appare inarrestabile.

Messico ostaggio delle mafie locali

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