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Rai, dimissioni Campo Dall’Orto

Fnsi il . Brevi

campo-dallortoUfficializzato l’addio «non si può aprire una fase di incertezza per l’azienda e per il servizio pubblico radiotelevisivo. Serve invece una forte discontinuità: chi ha cogestito la Rai insieme con il dg, ossia presidente e Cda, ne seguano l’esempio», commentano Lorusso, Giulietti e Di Trapani.

Antonio Campo Dall’Orto ha rassegnato in maniera ufficiale le dimissioni da direttore generale della Rai. Lo ha fatto con una lettera indirizzata alla presidente Maggioni e accolta oggi dal Cda, che ha preso atto, con voto unanime, della risoluzione consensuale del contratto.

Si chiude così la vicenda iniziata qualche giorno fa con l’incontro tra Campo Dall’Orto e il ministro Padoan nel corso del quale l’ormai ex direttore generale aveva rimesso il mandato nelle mani dell’azionista di riferimento.

«L’ultimo atto della crisi della governance della Rai, consumatosi con la definitiva uscita di scena del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, non può aprire una fase di incertezza per l’azienda e per il servizio pubblico radiotelevisivo», commentano Fnsi e Usigrai.

«Ora – dicono Raffaele Lorusso, Giuseppe Giulietti e Vittorio Di Trapani – è necessaria una forte discontinuità: sarebbe opportuno che chi, negli ultimi due anni, ha cogestito l’azienda insieme con il direttore generale, ossia presidente e Cda, ne seguisse l’esempio».

Secondo il sindacato dei giornalisti, infatti, «con il Paese di fatto già in campagna elettorale, serve un nuovo vertice autorevole e competente, in grado di assicurare la necessaria autonomia al servizio pubblico, e non certo soluzioni di ripiego o comunque di seconda o terza fila. Scelte di altro profilo non farebbero che accelerare una deriva che aprirebbe scenari simili, se non più drammatici, a quelli di Alitalia».

Campo Dall’Orto, che ha rinunciato alla buonuscita e alla terza e ultima delle annualità previste dal contratto con cui era arrivato in Rai nell’estate del 2015 (cifra peraltro già rivista a seguito della legge sui tetti ai compensi dei manager pubblici), resterà in azienda fino al 6 giugno, data in cui – informa una nota di viale Mazzini – l’azienda procederà alla nomina del nuovo direttore generale.

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