Pip Marano, indagato il deputato Luigi Cesaro
Anche il nome di Luigi Cesaro, deputato forzista e fratello di Aniello e Raffaele, arrestati nei giorni scorsi, entra ufficialmente nell’inchiesta sulla gestione degli appalti legati alla realizzazione del piano di insediamento produttivo (Pip) del comune di Marano.
Nei confronti di Luigi Cesaro i pm della Dda di Napoli Maria Di Mauro e Giuseppe Visone, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, ipotizzano il reato di minacce a pubblico ufficiale aggravato dalle modalità mafiose.
Giggino ‘a purpetta, soprannome usato da molti per indicare il deputato, avrebbe appunto fatto arrivare delle frasi intimidatorie all’architetto Paola Cerotto, funzionaria dell’ufficio tecnico comunale e responsabile del settore Urbanistica incaricata dei controlli sui collaudi delle opere. L’architetto, attraverso une persona molto vicina a Cesaro, nel febbraio del 2016 sarebbe stata invitata a “vedersi bene le carte”, capire che “tutto era a posto” e che “i collaudi erano regolari”. Sempre in quella circostanza, alla donna sarebbe stato chiesto anche un incontro con Luigi Cesaro per non far adottare provvedimenti contrari agli interessi dei fratelli imprenditori.
Tassello dopo tassello sta dunque emergendo quel che hanno ipotizzato i carabinieri del Ros, e cioè che la storia del Pip di Marano sia caratterizzata da numerose irregolarità urbanistiche alle quali si aggiunge una documentazione contraffatta o fasulla, fatta passare poi per buona grazie a professionisti compiacenti. Ma capita che arrivi anche un “no” e che quel rifiuto aiuti a far luce sugli appalti. Si tratta del “no” detto dall’architetto Cerotto che, in quel febbraio del 2016, si è rivolta alla polizia giudiziaria per denunciare l’accaduto.
E adesso gli uomini del Reparto anticrimine del Ros di Napoli, guidati dal colonnello Gianluca Piasentin, hanno notificato al deputato, assistito dall’avvocato Vincenzo Maiello, un invito a rendere interrogatorio davanti ai magistrati per l’8 di giugno.
“La decisione della Procura di ascoltarmi mi darà l’occasione di ricostruire i termini di una vicenda assolutamente lineare e priva di qualsiasi connotazione di rilevanza penale”, ha commentato Cesaro, che poi ha aggiunto: “l’auspicio è che, in tale modo, possa contribuire ad interrompere una incivile spirale mediatica di demonizzazione della mia persona”. E poi, riferendosi al collaboratore di giustizia Fernando Puca e al suo interrogatorio del marzo del 2016, durante il quale il pentito ha parlato delle richieste ricevute per sostenere un candidato sindaco vicino al deputato, precisa: “A questo proposito già da qualche giorno ho denunciato per calunnia chi ha voluto, con criminale farneticazione, attribuirmi comportamenti illeciti in occasione delle elezioni comunali di Sant’Antimo di qualche anno fa”.
Insomma, Cesaro si mostra sicuro di sé: sapremo dall’8 giugno in poi se per i magistrati le dichiarazioni del deputato sono o no sufficienti per dimostrare la linearità, per mutuare un’espressione usata da lui, della sua condotta.
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