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Cose di cosa nostra

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falconecosanostra_72dpiIn occasione del 25esimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, torna in libreria un testo fondamentale della lotta alla criminalità organizzata.
Il testamento spirituale del grande magistrato, ancora oggi fondamentale per comprendere e combattere le mafie.

Un libro che ha segnato un’epoca. Le parole, indimenticabili, con cui Giovanni Falcone ha messo a nudo il sistema della criminalità organizzata, illustrandone i meccanismi e le articolazioni di potere,
il perverso sistema di valori, le modalità di reclutamento dei nuovi affiliati, le attività illecite, i canali di accumulazione e di riciclaggio
del denaro, le strategie di intimidazione e i rapporti con la politica.
Una vibrante dichiarazione di impegno, consegnata alla giornalista Marcelle Padovani nel corso delle interviste che intaccarono per la prima volta il muro di omertà che proteggeva i boss di Cosa Nostra.
E anche una testimonianza irripetibile, rilasciata in quel tempo sospeso che precedette di poco la strage di Capaci, e che ha permesso di salvare la consistenza storica delle informazioni e delle intuizioni di Falcone lasciate in eredità alla lotta contro il crimine organizzato.
La documentazione più concreta dell’impegno lungimirante di un magistrato fuori dal comune, che serve a raccontare quello che è stato conquistato ma anche quello che è stato trascurato, e ci fornisce un preciso programma di azione, ancora oggi un modello imprescindibile
per la lotta alla mafia.

«Il nostro maggior risultato consiste proprio in questo: avere privato la mafia della sua aura di impunità e di invincibilità,
aver dimostrato che la mafia può essere trascinata in tribunale
e che i suoi capi possono essere condannati.»
– Giovanni Falcone

GIOVANNI FALCONE, nato a Palermo nel 1939, entrò in magistratura nel 1964.
Dopo essere stato pretore a Lentini e pubblico ministero e giudice a Trapani, fu dal 1978 al marzo 1991 a Palermo, come giudice istruttore e procuratore della Repubblica aggiunto. Nel marzo 1991 fu nominato direttore generale degli Affari penali del ministero di Grazia e Giustizia.
Venne assassinato il 23 maggio 1992. Di Falcone BUR ha pubblicato anche La posta in gioco (2010).
MARCELLE PADOVANI è corrispondente da Roma per “Le nouvel Observateur”. Profonda conoscitrice del nostro Paese ha scritto: La lunga marcia del PCI, La Sicilia come metafora, intervista con Leonardo Sciascia, e Mafia, mafie.

Cose di Cosa Nostra
di Giovanni Falcone e Marcelle Padovani
Bur Editore
pp. 192
Euro 13

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