Messico ostaggio delle mafie locali
Dovrebbe essere chiaro a tutti ormai che in Messico i cartelli si sono trasformati in vere organizzazioni mafiose, con gli elementi tipici delineati nel nostro ordinamento giuridico con l’art.416bis del codice penale. Il traffico degli stupefacenti rimane senza dubbio l’attività principale (e la più remunerativa) ma le estorsioni, la violenza omicidiaria diffusa, le intimidazioni, il controllo del territorio e di attività economiche, l’assoggettamento di intere comunità in diversi Stati, la forza della corruzione, hanno portato alla mutazione dei vari cartelli in mafie vere e proprie.
Che la situazione generale della sicurezza nel paese sia sempre più drammatica emerge anche dai dati forniti il 22 aprile scorso dal Segretariato Esecutivo del Sistema Nazionale della Sicurezza Pubblica secondo cui, nel 2017, alla data del 31 marzo, si sono registrati 6.511 omicidi dolosi con il mese di marzo che è stato il più violento degli ultimi anni con 2.256 morti e 119 casi di sequestri di persona (che in realtà sono di più in quanto molti episodi non vengono neanche denunciati). Anche aprile, tuttavia, è stato un “mese nero” come testimoniano i gravi fatti (ne citiamo solo alcuni) che la cronaca ha riportato. A partire dai 14 omicidi registrati tra il primo e il due aprile a Guanajuato, a Puebla, a Oaxaca. Nello stesso arco temporale, a Celaya, un commando armato irrompe in un bar e uccide quattro persone ferendone altre tre. Il 4 aprile, da una fossa (una delle tante che vengono scoperte in diverse zone del paese) localizzata giorni prima nel municipio di Jojutla, terminano le operazioni di recupero di una cinquantina di cadaveri molti dei quali riferiti a persone “scomparse o non identificate”.
A Culiacan, intanto, vengono assassinati il capo operativo della polizia municipale ed il suo agente di scorta. Trascorrono alcuni giorni di “calma” quando l’8 aprile, nel municipio di Emiliano Zapata, la polizia recupera sei borsoni di plastica con i resti dei cadaveri di altrettanti uomini. Ad Atoyac vengono ammazzati un uomo e una donna mentre nel municipio di Zihuatanejo, in una sparatoria all’interno di un bar, quattro uomini restano uccisi e due feriti. Viene assassinato l’ex sindaco di Acapetlahuaya e ad Acapulco, nella frazione di Llano Largo, vengono trovati i cadaveri di due uomini sotterrati in una fossa. Il giorno dopo, a Firenze, la nostra polizia arresta Tomas Yarrington, uomo di rilievo della politica messicana ed ex governatore di Tamaulipas, ricercato con ordine di cattura internazionale per collegamenti con la c.o. del suo paese e riciclaggio di denaro. Resta da capire cosa facesse in Italia anche se, sulla scorta di alcune informazioni in fase di approfondimento, non si escludono suoi contatti con esponenti della criminalità organizzata italiana.
Il 13 aprile il cadavere di un uomo cade sul tetto di un ospedale dopo essere stato lanciato da un piccolo aereo che sorvolava El Dorado (Sinaloa). Altri due uomini sarebbero stati gettati dal velivolo ed i corpi recuperati dalle autorità. Il 14 aprile viene assassinato Maximino Rodriguez Palacio, giornalista “scomodo” e opinionista del quotidiano Colectivo Pericù sui temi del narcotraffico e della sicurezza. Il 19 aprile, in episodi distinti nello Stato di Oaxaca vengono uccise quattro persone per regolamenti di conti. In una sparatoria a Nochistlan (Zacatecas), tra gruppi di narcos, la polizia recupera circa 1.500 bossoli ma nessuno viene arrestato. Il 22 aprile, in località El Poturo nel municipio di Curumuco (Michoacan), al termine di un conflitto a fuoco tra due gruppi armati, si contano nove morti. Il 25, ad Apatzingan, vengono recuperati i cadaveri di due uomini con le mani legate e crivellati con diversi colpi di arma da fuoco. Tre giorni dopo, a San Bartolomè Loxicha, viene assassinato il sindaco Alejandro Hernandez Santos. Sempre il 28 aprile, un commando attacca una stazione di polizia a Ixtapa Zihuatanejo uccidendo tre agenti – tra cui il comandante – e ferendone altri tre. Il mese si chiude con sette morti, presunti criminali, in uno scontro a fuoco con militari dell’esercito avvenuto nei pressi del municipio di Mineral de Dolores (Chihuahua) e l’omicidio di un ufficiale della polizia di Acapulco.
Continua, dunque, il calvario di un paese ostaggio delle mafie senza che si intraveda una via di uscita.
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