RSF e libertà stampa
Migliora la situazione della libertà di stampa in Italia, che risale dal 77° posto del 2016 all’attuale 52^ posizione nell’annuale classifica stilata da Reporter senza frontiere, appena pubblicata. L’Italia – si legge nella presentazione del Rapporto – ha risalito 25 posizioni dopo l’assoluzione di diversi giornalisti, tra cui i due imputati nel processo VatiLeaks2, Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, ma continua ad essere uno dei Paesi europei dove si verifica il maggior numero di casi di minacce ai giornalisti da parte della criminalità organizzata.
«Sei giornalisti italiani – spiega il focus sull’Italia – sono ancora sotto protezione della polizia 24 ore su 24 a causa delle minacce di morte subite, principalmente, dalla mafia o da altri gruppi criminali. Il livello di violenza contro i giornalisti (comprese le minacce e le intimidazioni verbali e fisiche) è allarmante, anche per il comportamento di alcuni politici come Beppe Grillo, del Movimento Cinque Stelle, non esitano a fare pubblicamente i nomi dei cronisti sgraditi. I giornalisti che si sentono sotto pressione da parte dei politici sempre più spesso finiscono per autocensurarsi». E molti cronisti, soprattutto nella capitale e nel sud del Paese, hanno denunciato di aver subito intimidazioni e minacce da gruppi mafiosi e bande criminali locali, ribadisce Rsf.
«L’Italia è risalita di oltre 20 posizioni, abbandonando quel 77mo posto che tanto giustificato clamore aveva sollevato. Questa posizione, più consona alla nostra storia, è anche il frutto di un positivo rapporto stabilito tra le istituzioni e le rappresentanze dei giornalisti e dal confronto parlamentare in atto sulla riforma dell’editoria, dell’ordine dei giornalisti, della diffamazione», commentano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Tuttavia il rapporto – proseguono – segnala anche il persistere di minacce contro i cronisti, 6 dei quali costretti a vivere “sotto scorta”, e la mancata soluzione del nodo rappresentato dalle cosiddette “querele temerarie”. Saranno questi i temi che in Italia segneranno, il prossimo 3 maggio, la Giornata mondiale per la libertà di stampa, nella speranza che il prossimo rapporto sulla libertà di informazione possa far registrare un ulteriore miglioramento della posizione italiana».
Reporter senza frontiere rileva poi come, nell’era della post-verità e delle “fake news”, la libertà di stampa nel mondo non sia mai stata così minacciata, anche a causa della retorica contro media e giornalisti di personaggi come Donald Trump e Recep Tayyip Erdogan, ma anche dei movimenti anti-sistema, come il britannico Ukip o, appunto, il Movimento Cinque Stelle, in Italia.
In un contesto in cui la libertà di stampa è retrocessa nel 2016 in tutto il mondo, compresi gli Stati democratici, l’Italia fa registrare un netto miglioramento rispetto all’anno scorso, ma resta fanalino di coda in Ue, che è comunque l’area dove i giornalisti sono più tutelati.
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