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Ecco la Calabria, quella vera/3

Donatella D'Acapito il . Calabria

gruppo-noemiGiancarlo Scafuri, comandante provinciale dell’Arma a Reggio Calabria, durante la commemorazione dell’anniversario dell’omicidio del vice brigadiere Rosario Iozia, lo ha detto chiaramente: “Non abbiate paura di dirla, questa parola, ’ndrangheta”. E ancora: “E insegnatelo ai ragazzi, cos’è la ’ndrangheta: un tumore maligno!”.
A Crotone c’è chi lo insegna anche ai bambini, ma non a parole: lo insegna con i fatti, con l’esempio. Lo insegna sottraendo spazio alla criminalità. Chissà come si consumano le ‘ndrine nel vedere che tutto questo lo fa un piccolo gruppo di suore che ha creato un tessuto sociale che ha nelle fragilità i propri punti di forza. Stiamo parlando della Cooperativa Sociale Noemi.
Nata nel 1997, come centro di integrazione sociale grazie all’impegno di un gruppo di volontari assieme alle suore della Divina Volontà e i religiosi nell’ambito pastorale della parrocchia Sacro Cuore San Francesco, “Noemi” diventa cooperativa nel 2001.
Noemi è condivisione, è fare un pezzo di strada insieme all’altro. Noemi è il dono che è in chiunque incontriamo.
“Ci occupiamo di minori, giovani donne e famiglie. Questi sono i nostri ambiti prevalenti di intervento – dice Mario Gatto, componente del cda della cooperativa che si occupa di minori e progettazione -; miriamo all’integrazione, al sostegno, all’inclusione e formazione. Abbiamo 4 servizi stabili: il centro Noemi, che si occupa delle ragazze adolescenti; lo sportello famiglia, fondamentale soprattutto in questo periodo di crisi; il Centro Antiviolenza; il centro diurno per minori “Piccoli Passi”, dove accompagniamo bambini e bambine che hanno fragilità o che vivono situazione di marginalità attraverso varie attività formative.
Attraverso i nostri servizi cerchiamo di riconoscere il valore e le specificità della donna perché farlo significa pensare al futuro delle nostre città. La donna è l’emblema della resistenza alle crisi, dentro e fuori la famiglia”. La donna, allora, diventa con l’azione della Cooperativa il perno su cui fare comunità, perché come dice Gatto “la vera scommessa è quella di creare relazioni per fare comunità”. Lavorare con le donne è la finestra a cui ci affacciamo per guardare le famiglie, per guardare i minori, per guardare al futuro. Se i soggetti più deboli percepiscono la rete, allora non hanno bisogno di appellarsi a chi cerca di sedare la disperazione creando una dipendenza: se ci si sente parte di una comunità ci si sente protetti.
Non è la prima volta che nelle realtà più difficili siano proprio le suore che riescono a far breccia nella diffidenza. “Una suora, una religiosa, una donna, rimanda all’accudimento, alla tutela e all’accoglienza. C’è uno spazio che non è uno spazio giudicante. La donna genera vita. In effetti se si somma l’aspetto femminile con quello religioso si crea un mix prorompente che riesce ad entrare nella quotidianità perché abbassa le difese delle persone, delle famiglie. Crea canali e ponti comunicativi”.
Dentro Noemi e nelle realtà che Noemi attraversa tutti si sentono sulla stessa barca e ognuno sa che il proprio futuro è legato a quello degli altri. Ma futuro significa mettere chi mi è accanto nelle condizioni di fare: “Se faccio della solidarietà solo assistenzialismo non faccio sviluppo. Così invece di fare inclusione si fa segregazione. Noi diciamo che il pubblico deve fare la propria parte, ma ci deve essere una civiltà civile che si sveglia su alcune tematiche. Ognuno deve fare la propria pare. Come dire che le mafie di combattono a Roma, ma c’è una parte di responsabilità che riguarda noi. Lo dico perché in modo più o meno esplicito siamo stati minacciati. Non sappiamo bene se si è trattato di criminalità organizzata o di qualche cane sciolto. Ma noi siamo ancora qua”.
Già. Sembra quasi un verso mutuato da Vasco Rossi. Invece è così. È così che sta diventando la Calabria, o almeno è quello che in molti si augurano. Ci sono altri Progetto Sud, Goel o Noemi: descriverli tutti sarebbe stato impossibile. Realtà capaci di fare rete e il segreto sembra proprio questo. Si dice che non solo la Calabria ma il tutto Mezzogiorno stia vivendo la ribalta del movimento positivo. Bene. È il momento di dae spazio a questo movimento che vuole generare vita dal basso e che si rimbocca le maniche per tutti, nella capacità, poi di farsi dono.

Ecco la Calabria, quella vera/2

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