Informarsi su chi ci informa
“La democrazia è il potere di un popolo informato”, scriveva quasi duecento anni fa Alexis de Tocqueville. Parole che si sono rivelate profetiche, visto che la stampa (e successivamente tutti i media) sono stati definiti come “quarto potere”, per l’evidente capacità di influenzare e orientare l’opinione pubblica.
Oggi in Italia le fonti di informazione sono molto varie: da internet alle tv, dalle radio alla carta stampata. Sicuramente l’importanza dei giornali quotidiani è diminuita, ma non va sottovalutata, dato che ogni giorno vengono ancora letti da milioni di persone. Perciò bene ha fatto il Centro Nuovo Modello di Sviluppo (CNMS) a predisporre un dossier (vedi http://www.cnms.it/attachments/article/178/CNMS-dossier-quotidiani.pdf) sui maggiori quotidiani italiani, dedicando a ciascuno una scheda, nella quale vengono indicate le copie vendute, l’assetto proprietario dell’editore, le informazioni più significative sui principali azionisti e la rete di testate del gruppo. In questo modo il lettore si può fare un’idea di quali interessi possono trovarsi dietro le informazioni che il lettore trova sul giornale.
Particolarmente significativo il titolo del dossier: “i padroni della notizia”, a sottolineare il fatto che non esistono sistemi d’informazione obiettivi e neutrali. Anzi, dietro ogni notizia e ogni editore c’è sempre un interesse, non soltanto economico. E talvolta le informazioni su chi detiene le proprietà dei media non sono trasparenti o non sono disponibili.
Per esempio, “Italia oggi”, quotidiano economico-finanziario al 10° posto nella classifica delle vendite con 40mila copie diffuse al giorno, per il 60% è paradossalmente (visto il nome della testata) di proprietà di Euro Class Multimedia Holding, una società domiciliata in Lussemburgo, di cui non si conoscono ufficialmente i proprietari.
Il dossier riporta anche il fatto che il Corriere della Sera, il primo quotidiano italiano con 322mila copie vendute, appartiene per 59,8% ad Urbano Cairo – che tra l’altro possiede anche la rete televisiva La7 – segnalando che in passato “è stato collaboratore di Silvio Berlusconi” e che successivamente è stato “licenziato, poiché a differenza di altri manager di Fininvest, ha accettato di patteggiare col pool di Mani Pulite una pena di 19 mesi, con la condizionale, per i reati di appropriazione indebita, fatture per operazioni inesistenti e falso in bilancio”.
Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo con questa pubblicazione, che descrive chi controlla l’informazione e che fa capire come “potere economico, mediatico e politico convergano, purtroppo, nelle mani di poche famiglie”, fornisce un ulteriore strumento per aiutare il lettore-consumatore a scegliere consapevolmente. Poiché anche il consum-attore può influenzare e orientare l’opinione pubblica, comprando o non comprando un determinato quotidiano.
Parafrasando Tocqueville, la democrazia è anche il potere di chi si vuole informare.
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