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Grazie Locri, grazie Calabria

Matteo Luzza il . Calabria, L'analisi

locri-21-marzo-2017Grazie. Grazie a tutti voi.
Grazie Locri. Grazie Calabria.
E grazie a quanti in tutti i 4000 luoghi si sono organizzati per la lettura dei nomi e per vivere questo primo giorno di primavera. Nuovamente insieme. Abbiamo camminato e condiviso in questa  giornata, ma anche nei giorni e nelle settimane precedenti, le ragioni e le motivazioni alla base del  21 marzo.
La primavera. La vita. La memoria ed il ricordo di tutte, proprio tutte le vittime innocenti delle mafie. Memoria che si fa impegno. Si fa impegno nella costruzione di percorsi di cittadinanza e di corresponsabilità condivisa. Attorno a quei nomi, a quei volti, a quelle storie, a quei drammi percorsi di civiltà che pongono alla base il rispetto per la dignità della persona, il rispetto per chi vive condizioni di disagio, il rispetto per la vita di ogni essere.
Vite le nostre, spezzate, ferite, offese, umiliate da chi con la violenza ha strappato le persone a noi care. Quei proiettili, quelle bombe, quel sangue versato ci ha devastato. E con loro parte di noi stessi se ne è andata in quella tragica data. Il dolore,il trauma, lo shock per un momento ci ha distratti e ci ha portato alla chiusura: è normale, naturale. Ma il vostro affetto, la vostra vicinanza, l’affetto paterno di don Luigi e di tutti gli amici di Libera ci ha risollevato. L’incontro, la condivisione,  i vostri abbracci sono stati per noi fonte rigenerativa.
E grazie al vostro sostegno ,quel lutto, quei drammi, quel dolore sono diventati altro. Memorie solo apparentemente private, memorie e dolori che solo apparentemente riguardano le nostre famiglie ma che in realtà sono – e debbono essere, per forza di cose – memorie collettive.
Domenica il Presidente della Repubblica ha detto, rivolto ai familiari delle vittime innocenti delle mafie: “l’Italia tutta vi deve solidarietà per il vostro dolore, rispetto per la vostra dignità, riconoscenza per la vostra compostezza, sostegno per la vostra richiesta di verità e giustizia. Le vostre ferite sono inferte al corpo di tutta la nostra società, di tutta l’Italia”.
Il nostro dolore, la nostra compostezza, la richiesta di verità e giustizia sono state in questi anni messe al servizio,  appunto, della costruzione di una memoria collettiva che attorno a quei nomi, le cue vite sono state spezzate, deve ritrovarsi, capire e interrogarsi sulle trasformazioni sociali che quelle morti hanno portato.
Non solo cose nostre. Cose che riguardano solo noi. Se sono stati uccisi, è perché hanno fatto paura ai mafiosi le loro scelte di libertà hanno fatto paura hanno fatto paura da vivi compito nostro è appunto continuare a tenerli in vita cosi che continuino a fare paura ed ecco allora  il 21 marzo per tutti noi familiari delle vittime innocenti il 21 marzo è il giorno della vita.
Sono vivi. Sono qua. Sono con noi. Hanno camminato e continueranno a camminare con noi. Abbiamo in questi anni cercato in tutti i modi di evitare di essere etichettati. non vogliamo etichette, non cerchiamo glorie personali. Assieme a voi con tanta, tanta dignità, vogliamo costruire civlità e vita. Cittadini. Uomini e donne, mamma e papà, mogli, mariti, figli, sorelle e fratelli. Sì, feriti, ma questo siamo. Cittadini che si vogliono sporcare le mani.
E beh… Se don Luigi e’ uno sbirro, siamo orgogliosi di essere con te, Luigi, sbirri. Sbirri che non si nascondono, come i vigliacchi, ma che mostrano il loro viso pulito, sano, desideroso di verità e di giustizia. Ci  mettiamo la faccia assieme alla migliaia di ragazzi e ragazze delle nostre scuole, delle nostre università, alle migliaia di insegnanti, a tutti i volontari e gli amici con cui  in questi anni abbiamo  avviato percorsi. Accanto alle forze dell’ordine, ai magistrati, con cui abbiamo avviato dei percorsi.
Questo ci hai insegnato, questo ci chiedono i nostri cari.
E se noi siamo sbirri, voi  forze del male, voi mafiosi, voi cattivi, voi tutti uno accanto all’altro, andate a formare quella che il caro Peppino Impastato definiva “montagna di m….” Questo siete.
Grazie don Luigi, grazie  a nome di tutti i familiari che sono qua in questa piazza, e grazie a nome di tutti gli altri che sono nelle loro regioni a vivere questo 21 marzo. Grazie per quanto ci hai dato in questi anni. Grazie per aver contribuito a costruire tutto questo. Grazie per i tuoi abbracci. Grazie per le parole che hai avuto per ognuno di noi nei momenti di difficoltà, grazie per la tua vita, spesa per gli ultimi e  per chi soffre e per tutti i nostri cari vittime innocenti della barbarie mafiosa. Grazie, perché in questi anni, il bello di questa terra, di questa Calabria, tu lo hai fatto conoscere a tutto il paese, tu hai contribuito a farlo sorgere.
Ti vogliamo bene.

La ‘ndrangheta uccise il fratello, oggi lavora per una Calabria libera dai boss

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