Locri, scritte contro don Ciotti
Locri (Reggio Calabria), 20 MAR – Dopo la visita di ieri del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sono state tracciate due scritte, “don Ciotti sbirro” e “più lavoro meno sbirri”, sul Vescovado di Locri dove risiede il vescovo Francesco Oliva e che in questi giorni ospita don Luigi Ciotti, presidente di Libera, per la manifestazione nazionale della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie in programma domani proprio a Locri.
Ieri dalla cittadina Ionica, Mattarella aveva lanciato un duro monito contro le mafie affermando, tra l’altro, che i mafiosi “non hanno onore”. Entrambe le frasi sono state cancellate stamani dagli operai del Comune.
(Fonte ANSA)
Don Ciotti sulle scritte apparse sui muri del vescovado
«Siamo i primi, da sempre, a dire che il lavoro è necessario, anzi che èil primo antidoto alle mafie. Ma che sia un lavoro onesto, tutelato dai diritti, non certo quello procurato dalle organizzazioni criminali. Gli “sbirri” – che sono persone al servizio di noi tutti – sarebbero meno presenti se la presenza mafiosa non fosse così soffocante.
Questi vili messaggi – vili perché anonimi – sono comunque un segno che l’impegno concreto dà fastidio. Risveglia le coscienze, fa vedere un’alternativa alla rassegnazione e al silenzio.
Noi è con questa Calabria viva, positiva, che costruiamo, trovando in tante persone, soprattutto nei giovani, una risposta straordinaria, una straordinaria voglia di riscatto e di cambiamento».
Luigi Ciotti e Libera
Il Vescovo di Locri esprime vicinanza a don Luigi Ciotti e a Libera
In merito alle scritte minacciose e ingiuriose contro don Luigi Ciotti, apparse questa mattina sui muri dell’Episcopio e in altri luoghi di Locri, la comunità diocesana attraverso il vescovo, monsignor Francesco Oliva, esprime piena e convinta solidarietà a don Luigi. Apprezza e sostiene l’impegno e la scelta fatta da Libera di tenere a Locri la manifestazione principale della Giornata della Memoria e dell’Impegno del 2017. Locri si trova al centro di un territorio in cui troppo a lungo la mafia ha spadroneggiato, creando sudditanze psicologiche, morte e illegalità di ogni genere.
In quest’area, tra gli altri, esistono due grossi problemi: il primo tocca l’ordine pubblico e la tutela della legalità. Le forze dell’ordine sono costantemente impegnate in un’azione di controllo e di contrasto al fenomeno della ‘ndrangheta molto pervasivo e presente nel territorio; il secondo è legato al bisogno di lavoro che qui è più il privilegio di alcuni e non un diritto riconosciuto a tutti. A ognuno spetta un lavoro onesto e dignitoso e nessuno deve ricorrere al caporale o al boss di turno per veder soddisfatto un tale diritto. Non accettiamo che sia la ‘ndrangheta a regolare la vita sociale e a dare occupazione a chi vuole.
La presenza del Capo dello Stato a Locri ha dato tanta fiducia e le sue parole contro la ‘ndrangheta sono state precise ed accolte con piena soddisfazione dai cittadini presenti, di Locri, della Locride e dell’intera Calabria.
La Chiesa di Locri-Gerace, sulla scia del Magistero, delle indicazioni del Santo Padre e delle determinazioni dell’Episcopato calabro continuerà senza indugi a perseguire la strada indicata dal Vangelo, che non ammette nessuna forma di violenza e di prevaricazione, ribadendo che chiunque aderisce ad associazioni criminali si pone fuori dalla comunità cristiana.
Rinnoviamo l’invito a non lasciarci intimorire da alcuna forma di minacce e a partecipare con entusiasmo alla Giornata della Memoria e dell’Impegno che si terrà domani con la marcia che partirà dal Lungomare di Locri.
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