Terra di Lavoro
Il volume edito da Melagrana vuole rappresentare lo sforzo ed il lavoro quotidiano che le migliori risorse ed energie di Terra di Lavoro portano avanti per fare emergere un Sud che non solo vuole resistere, ma che intende riscattarsi “Per ripartire con la cultura” (come sottolinea il titolo). Si tratta di un’opera collettiva, che raccoglie racconti e testimonianze di buone pratiche in una terra che ancora oggi viene letta come il regno di Gomorra, o peggio come un inferno dei fuochi e dei veleni. Di fronte a questi luoghi comuni, negli ultimi anni sono scesi in campo tanti protagonisti del mondo del sapere e del terzo settore con incontri, iniziative ed eventi di varia natura – a partire dalla rete delle Piazze del Sapere – che nelle varie realtà hanno animato tanti luoghi di produzione e spazi di diffusione della conoscenza e della cultura, come fattore di coesione sociale e di apprendimento permanente.
Il volume può essere letto come un vero e proprio Manifesto, un Forum sulla cultura e sul sapere in Terra Laboris.
Oltre alla presentazione del curatore ed alla introduzione della prof.sa Nadia Barrella, pubblica più di 40 saggi e contributi che narrano tante buone pratiche vissute sul nostro territorio, dalle varie comunità tra tradizione e innovazione. Gli scritti sono raccolti in 4 capitoli tematici: a) I luoghi del sapere; b) I luoghi della memoria; c) Beni comuni e beni culturali; d) Sviluppo locale, ambiente, paesaggio e territorio. L’opera si conclude con una Appendice sui siti storici (Patrimonio dell’Unesco), con una ricca bibliografia su Terra di Lavoro ed una scheda informativa sul polo museale diffuso. Gli autori dei vari saggi sono espressione di vari mondi e competenze: da quelle del mondo del sapere e dell’università a quelle delle forze sociali e produttive; dagli operatori culturali a vari livelli a quelli del terzo settore e del volontariato. Si può dire che nel volume si sono espresse le forze e le risorse migliori, più vitali e creative del nostro territorio.
Va detto anche che molto spesso le associazioni hanno coperto un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni locali, che prestano poca cura ed attenzione ai beni comuni e culturali, storici, artistici – al vero patrimonio di Terra di Lavoro (per usare un’espressione cara a Giuliano Volpe). Sono tanti i casi di tesori in stato di degrado o di abbandono, di monumenti, musei, biblioteche di grande prestigio, che vengono salvati e resi fruibili grazie all’opera di cittadinanza democratica, di gestione partecipata e condivisa (sussidiarietà), di partecipazione consapevole.
Terra di Lavoro.
Ripartire con la cultura, a cura di Pasquale Iorio.
Ed. Melagrana, Gennaio 2017
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