Messico, un paese nelle mani dei narcos
In Messico il 2017 era iniziato in una situazione di relativa calma sul piano della sicurezza pubblica. Qualcuno si stava illudendo che ci potesse essere un periodo di tregua nella lotta tra i vari cartelli di narcotrafficanti e gruppi criminali collegati per il controllo delle rotte di esportazione e nel trasporto degli stupefacenti. Illusione, in realtà, durata solo pochi giorni e già a metà mese la situazione di violenza diffusa era tornata sui consueti livelli di drammaticità.
Così, il 21 gennaio, a Concordia, un fuoristrada con a bordo alcune persone viene attaccato a colpi di arma da fuoco con il bilancio di due morti e tre feriti. Nella stessa giornata, nel porto di Mazatlan, due giovani vengono assassinati e altri due feriti da un commando armato mentre a Culiacan viene sequestrato il comandante operativo della polizia municipale. Nella stessa città, quattro giorni prima l’ex segretario della Sicurezza Pubblica era stato vittima di un attentato costato la vita a due agenti di polizia della scorta. Altre cinque persone nello Stato di Guerrero, in episodi distinti, vengono uccise e tra queste, nella frazione Santo Domingo di Chilpancingo, una viene finita a colpi di pietra. Il giorno dopo, a Culiacan, un agente della polizia municipale viene sequestrato in strada da tre persone mentre il 30 gennaio, in distinti episodi, vengono assassinate otto persone ad Acapulco, Taxco e Coyuca de Benitez.
Sono soltanto alcuni degli episodi del bilancio del mese che annota, secondo fonti ufficiali, 1.938 persone assassinate (una media di 62 omicidi al giorno) a fronte delle 1.442 del gennaio 2016. Il mese di febbraio che volge al termine è stato egualmente un mese tragico. Tra i fatti più eclatanti gli omicidi, tra il primo e il due febbraio, nei municipi di Los Cabos e La Paz (Bassa California) di otto persone tra cui due donne ed il sequestro in alcune stanze dell’hotel Karina di Veracruz di otto persone i cui cadaveri verranno ritrovati alcune ore dopo all’interno di un fuoristrada nei pressi di Nogales. E ancora: gli abitanti del municipio di Mochitlan restano in balia di un gruppo armato di una quarantina di persone che fa irruzione in alcune case sequestrando diversi giovani per alcuni dei quali vengono richieste somme di denaro per la liberazione mentre altri vengono uccisi.
Le mattanze proseguono il sette e l’otto febbraio con l’uccisione, a Villa Juarez, di quattro persone, tra cui una donna incinta, in un conflitto a fuoco tra due gruppi armati e di altre cinque vittime, tra cui un fante della Marina Militare, a Culiacan mentre a Manzanillo vengono trovati i cadaveri di quattro uomini in alcuni borsoni di plastica e altri dodici omicidi vengono segnalati in cinque Stati. L’11 febbraio viene recuperato il cadavere del figlio della sindaca di Ixcapuzalco, sequestrato alcuni giorni prima. Nella stessa mattinata, ad Acapulco, vengono trovati i cadaveri di due coniugi strangolati, il corpo di un uomo decapitato, di un altro fatto a pezzi e di un giovane ucciso a Taxco. In due sparatorie a San Rafael Rinconada e a Villa de las Manzanas, cinque persone restano uccise e quattro ferite.
Il 16 febbraio, alla periferia di Ocuituco, vengono trovati i cadaveri di quattro uomini all’interno di un’auto parcheggiata ai bordi della strada mentre a Uruapan, su segnalazione anonima, la polizia recupera una testa umana avvolta in una busta di plastica sul ciglio della strada. Il 19 febbraio, nel municipio di Azueta, vengono trovati i cadaveri di cinque persone con mani e piedi legate con evidenti segni di torture subite. A Culiancacito un ufficiale della polizia statale preventiva viene assassinato mentre un altro ufficiale della polizia municipale di Culiacan, sequestrato alcune ore prima, viene trovato cadavere alla periferia di Navolato. Il 20 febbraio, a Culiacan e Mazatlan, tre giovani vengono uccisi a colpi di fucile mentre a Ciudad Serdan un commando armato attacca un gruppo di persone ferendone sette. Il giorno dopo, ad Acapulco, in conflitti a fuoco tra bande, sei uomini vengono uccisi mentre a Cuernavaca, in un deposito di immondizie, vengono recuperati i resti del cadavere di una donna contenuti in un borsone di plastica.
Il paese è ormai fuori controllo ed è davvero difficile ipotizzare un ripristino di un minimo di legalità e di ordine in una situazione che appare sempre più ingarbugliata.
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