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Cocaina a go-go

Piero Innocenti il . Senza categoria

cocaNon si rileva un minimo di flessione nell’andamento della borsa sugli stupefacenti.
Su tutti la cocaina. L’ultima partita – 390kg – è stata scoperta alcuni giorni fa dalla Guardia di Finanza nel solito porto di Gioia Tauro, all’interno del solito container proveniente dal Sud America (questa volta dal  Brasile). Ottanta milioni di euro, questo il valore di mercato dello stupefacente destinato al porto di Odessa per i successivi trasferimenti verso le piazze europee. Si tratta, comunque, in questo scorcio di anno, già del terzo consistente sequestro di cocaina nel porto calabrese che, come noto, anche nel 2016 è stato il punto di approdo in cui sono stati sequestrati complessivamente i maggiori quantitativi ( oltre il 50%) delle 4 tonnellate circa a livello nazionale.
Lo spaccio della “polvere bianca” va a ritmi sostenuti in buona parte del paese.
Così, a Pesaro, alcuni giorni fa la polizia ha arrestato un sessantaduenne titolare di un’azienda di infissi a Fano, sequestrandogli sei etti di cocaina in una stanza di albergo dove si trovava. Quindici giorni prima l’imprenditore era già stato arrestato per la detenzione di oltre un etto di cocaina. Moglie (italiana) e marito (peruviano) sono, invece, finiti in manette a Perugia perché sorpresi dalla polizia a vendere cocaina in piazza (sequestrati oltre cento grami insieme a duemila euro provento dello spaccio). A Sarzana i poliziotti sono stati impegnati a scovare sette chilogrammi di cocaina nascosti sotto i sedili, manovrabili con due chiavette nascoste nell’accendisigari, di due CitroenC4 a bordo dei quali viaggiavano tre persone dopo il “rifornimento” fatto in Olanda.
Cocaina a go-go anche a Chivasso dove i carabinieri hanno arrestato sette persone che riuscivano a piazzare fino a seicento dosi di cocaina e marijuana nell’arco di un mese prendendo ordinazioni solo attraverso whatsapp. Clienti eccellenti (avvocati, imprenditori, medici, un carabiniere) che sniffano cocaina anche nella “Palermo-bene” come emerso nell’indagine condotta dalla squadra mobile e conclusa alcuni giorni fa con l’arresto di cinque pusher in un giro vorticoso di cocaina che ha visto, in tre mesi di indagini, 919 clienti e oltre 37 mila telefonate intercettate. È stata una collaboratrice di giustizia, ucraina, a svelare i retroscena sulle trattative con i trafficanti colombiani di alcuni esponenti della ‘ndrangheta di Mileto (Catanzaro) per il trasporto di ingenti quantitativi di cocaina utilizzando, talvolta, anche gli aerei e come destinazione finale l’aeroporto di Lamezia Terme. Tra gli organizzatori Pasquale Pititto boss dei gaglianesi di Catanzaro agli arresti domiciliari da alcuni anni perché affetto da tetraplegia.
È andata male anche ad una insegnante di sostegno di un istituto scolastico di Bari bloccata dalla polizia australiana a Melbourne con cinque chilogrammi di cocaina nascosta nel doppio fondo della sua valigia. Altri dieci chilogrammi di “bianca” venivano sequestrati a Roma, in via della Magliana nascosti in una intercapedine appositamente ricavata nell’auto su cui prendevano posto due giovani albanesi arrestati dalla polizia. Retata anche da parte della mobile aquilana con l’operazione “Drugs in the city 2” che ha portato al sequestro di cocaina e hashish e all’arresto di quattordici persone. In carcere anche un corriere straniero bloccato dagli agenti della Polizia ferroviaria alla stazione di Porta Garibaldi (Milano) con 64 dosi di cocaina contenute in involucri nella pancia.
Nelle ultimissime ore, poi, nel milanese sono finite in carcere 18 persone tra cui 11 marocchini che spacciavano cocaina ed eroina tra i campi d granturco intorno a Cusago mentre i carabinieri della compagnia di Molfetta, tra la Puglia e la Lombardia, ammanettavano sei persone ritenute membri del clan Modugno di Bitonto per traffico di cocaina e sequestro di persona. Un’attività di contrasto, alla fine, che si mantiene su livelli apprezzabili anche se il fenomeno nella sua globalità è sostanzialmente incontrollabile.

I progettisti di droghe

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