Solidarietà a Carlos Julio Lòpez Ayala
Libera esprime tutta la propria vicinanza e solidarietà alla rappresentante di ALAS in Ecuador, Amira Herdoiza, sposa del Dottor Carlos Julio Lòpez Ayala, medico chirurgo equadoregno, che fu condannato per un supposto diniego ad attendere, nel settembre 2009, una paziente in uno stato di emergenza, ferita gravemente ad organi vitali, ferita causata da arma da fuoco.
Il Dottor Lòpez Ayala non è stato accusato e neppure giudicato per cattiva pratica medica o per alcun fatto relativo alla sua responsabilità professionale di medico, ma piuttosto per un supposto delitto relazionato con aspetti amministrativi, della clinica in cui si trovava ad operare, e che non erano sotto la sua responsabilità perché non erano parte delle sue mansioni. Il Dottor Lòpez è stato arrestato il giorno 12 gennaio 2017, mentre stava uscendo dal lavoro ed attualmente è in carcere privato della sua libertà aspettando che la Sala Penale della Corte Nazionale di Giustizia, fissi il giorno e l’ora affinché si possa procedere con l’udienza per la revisione del processo.
L’ingiustizia vissuta da Carlos Lòpez e dalla sua famiglia passa per i seguenti aspetti. Gli assassini della signorina Mazoyer, cittadina francese, sono stati giudicati e condannati per il delitto di omicidio e stanno scontando la loro pena. A fronte di gran confusione e assurde accuse private e pubbliche dopo tale delitto, il governo si impegnò a trovare un colpevole da parte della Clinica privata per far bella figura di fronte all’ambasciata francese e, disgraziatamente, il capo espiatorio fu il Dottor Carlos Lòpez, che in un’operazione che durò più di 5 ore, trattò di salvare la paziente. Il calcolo politico di criminalizzare un medico, per aver compiuto il suo lavoro – che purtroppo non ebbe il buon esito sperato – invece di investigare sulle reali cause e gli eventuali veri responsabili della tragedia. Infatti la paziente fu portata alla Clinica privata, dopo più di un’ora dall’avvenuta sparatoria, perchè non era stata ricevuta da un istituto pubblico di salute a cui precedentemente l’ambulanza si era rivolta.
Il Signor Procuratore Generale che fece dichiarazioni pubbliche anticipando la sentenza di colpevolezza del Dottor Lòpez rispetto ad un delitto per il quale ancora doveva essere giudicato. La negligente gestione della Procura, che non ha garantito una chiara investigazione dei fatti occorsi e che compromise così il processo penale, scartando senza motivazione alcuna evidenti prove a favore dell’attuazione del Dottor Lòpez, tra l’altro, solo come esempio, le registrazioni video della Clinica e perizie che provavano come il medico avesse attuato secondo i protocolli corrispondenti. In questo caso si sono utilizzati ad esclusivo beneficio politico le vite di due persone: la terribile disgrazia della morte della signorina Mazoyer e la libertà, il buon nome e la dignità del Dottor Carlos Lòpez Ayala.
Tutto questo è un chiaro sintomo di una realtà pesantemente contaminata dove trasparenza, legalità, rispetto per la dignità umana e democrazia sono già seriamente compromesse. Tuttavia esiste la possibilità che le autorità facciano giustizia nel piano interno e si spera che questo succeda nel più breve tempo possibile, perché un uomo innocente si trova ingiustamente in carcere, privato della sua libertà.
La condanna del Dottor Lòpez ha segnato un precedente nefasto che permetterebbe la criminalizzazione della professione medica, obbligando i medici, e tutti coloro che lavorano nell’ambito della salute, ad esercitare il proprio lavoro in un contesto di intimidazione e minaccia, contesto che avrebbe come conseguenza solo il deterioramento della qualità nel servizio medico.
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