NEWS

Roma, seminario alla Camera il 22 febbraio

Davide Mattiello* il . Brevi

volmontecitoriobozzaA venticinque anni dalle stragi di Palermo abbiamo il dovere di chiederci come sia cambiato il fenomeno mafioso e quanto siano efficaci gli strumenti che abbiamo a disposizione, consapevoli che in questi 30 anni sono stati conseguiti risultati eccezionali, che hanno consentito al nostro Paese di debellare quasi completamente la Cosa Nostra dei corleonesi e di assestare colpi duri alle altre organizzazioni mafiose.
Per questo è stato organizzato un seminario alla Camera dei Deputai (Sala Aldo Moro, dalle 10 alle 13) per il 22 febbraio prossimo.
Abbiamo bisogno in particolare di riconoscere e colpire “la forza intimidatrice del vincolo associativo” anche in quelle consorterie segrete che fondano il proprio potere sul ricatto e lo adoperano sistematicamente per interferire nel funzionamento delle Istituzioni pubbliche. Anche quando queste consorterie non rappresentano evoluzioni delle associazioni mafiose tradizionali, ma organizzazioni “originarie ed originali” per evocare le parole che usò il Procuratore Pignatone nel dicembre del 2014 per spiegarci “Mafia Capitale”. Parole che verrebbe da utilizzare nuovamente pensando ad inchieste come “P4” “Labirinto” o come quella che vede oggi indagati i fratelli Occhionero.
Ma abbiamo anche il bisogno di rafforzare nella percezione dei cittadini l’imparzialità di chi ricopre ruoli apicali nelle Pubbliche Istituzioni, imparzialità che si traduce nella esclusiva lealtà alla Repubblica e quindi alla Costituzione. Una esclusiva lealtà che sicuramente viene meno qualora il soggetto risponda ad organizzazioni mafiose o comunque segrete e dedite alla interferenza, ma che può venire meno o venire meno anche soltanto nella percezione dei cittadini, qualora il soggetto risponda ad organizzazioni perfettamente legali e tuttavia fondate su un vincolo di obbedienza gerarchico perticolarmente qualificato.
Lavorare su questo secondo bisogno non è meno importante che lavorare sul precedente, perché il successo delle mafie e delle associazioni segrete sta anche nella inaffidabilità, reale o percepita, delle Istituzioni Pubbliche. Detto al contrario: tanto meglio vengono percepite le Istituzioni Pubbliche, tanto meglio lavorano nel pieno rispetto delle regole democratiche, tanto meno si avvertirà la tentazione di appoggiarsi ad altre “solidarietà” per ottenere il soddisfacimento dei propri bisogni. Che poi è il concetto che il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa espresse, dicendo: “Lo Stato dia come diritti, ciò che i mafiosi danno come favori”.
Parole come “onorabilità” e “prestigio” non sono piene di vana retorica, sono invece utili e concreti richiami a quel modo di essere e di apparire di chi interpretata ruoli istituzionali, così determinante nell’infondere fiducia nei cittadini. Soltanto un folle non apprezzerebbe il ruolo della “fiducia” nella tenuta di una sociatà fondata sul principio di legalità democratica.
Ciò posto le questioni attorno a cui rifletteremo sono due:
– evoluzione del fenomeno mafioso ed adeguatezza dell’attuale quadro normativo: tra 416 bis e Legge Anselmi;
– compatibilità tra l’esercizio di funzioni pubbliche apicali e l’appartenenza a sodalizi fondati su un “qualificato” vincolo di obbedienza.
L’obiettivo è quello di valutare la possibilità di proporre una “ristrutturazione” della Legge Anselmi che la renda più utile a colpire le così dette “masso-mafie” (cit. Fantò-Scarpinato), ma anche a tenere alla larga dalla PA chi possa considerarsi, in ragione di “obbedienze” seppur legali, non sufficientemente libero e imparziale.
Ne discuteremo con il prof. Isaia Sales, il procuratore Giuseppe Lombardo, la giornalista Alessia Candito, l’avv. Fabio Repici e il Vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia on. Claudio Fava.
Sono stati invitati:
la Presidente della Camera Boldrini, il Ministro della Giustizia Orlando, il Ministro dell’Interno Minniti, la Presidente della Commissione Antimafia Bindi, la Presidente della Commissione Giustizia Ferranti.

*Deputato, componente della Commissione Parlamentare Antimafia

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link