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L’esperienza di “Abitare i margini”

Giuseppe Teri* il . Lombardia

abitare-i-marginiHo partecipato e seguito fin dall’inizio i dieci seminari nazionali di “Abitare i margini”, incontrando sempre insegnanti, formatori e operatori culturali, a volte rappresentanti di associazioni di base animati da una grande dimensione etica e valoriale dell’educare. “Abitare i margini” ha determinato e influenzato le pratiche e i progetti di questi anni a Milano, proprio a partire dallo spessore degli stimoli proposti: creare contesti educativi partecipati e sensibili alla giustizia e al tema dell’uguaglianza , fare dell’educazione alla cittadinanza nella scuola una palestra a scegliere e a assumere responsabilità nella vita di ogni giorno, costruire l’educazione alla legalità come un processo per essere parte di un contesto condiviso e attivo, intriso di protagonismo, di rifiuto del conformismo e di ribellione costruttiva di ambienti più belli, aperti e partecipati, costruire relazioni e sporgersi dalla scuola al territorio.
Dopo la partecipazione al primo incontro nazionale di “Abitare i margini”, l’attività del gruppo di lavoro “Mafie e legalità” del liceo Virgilio di Milano in cui insegnavo dall’anno 2006/2007 si impegnò subito sui binari fondamentali proposti alla discussione nazionale, con l’obiettivo di dare vita alla formazione di un gruppo di studenti e insegnanti che fosse capace di gestire autonomamente e in prima persona il rapporto con le classi, in termini di “Storia della mafia e di educazione alla legalità,” ma anche sui diritti e l’attuazione dei principi della nostra Costituzione; l’entusiasmo e la partecipazione aprirono nuove prospettive e il gruppo del Virgilio aderì all’associazione Libera e organizzò un’assemblea cittadina alla presenza del giudice Caselli. Don Luigi Ciotti, in quell’occasione fece un appello scritto rivolto al mondo della scuola milanese, con il risultato di dare vita a una Rete cittadina degli istituti Virgilio, Volta, Leonardo da vinci, Severi e Marignoni Polo, scuole dove c’erano insegnanti che avevano partecipato all’esperienza di un precedente  “Coordinamento insegnanti e presidi contro la mafia” che aveva interrotto la sua attività nel 1998 e che aveva segnato la sua storia, piantando e prendendo in cura l’ albero Falcone e Borsellino davanti al liceo scientifico Volta, proprio in quei giardini che appositamente e recentemente le istituzioni amministrative hanno titolato ai due magistrati.
Oggi la Rete si chiama Coordinamento delle scuole milanesi per la legalità e la cittadinanza attiva, vede la presenza di insegnanti volontari di 12 scuole, un indirizzario abbastanza ampio e una partecipazione degli studenti costante. Inoltre, il Coordinamento prevede una rete istituzionale dei Dirigenti scolastici che interagisce con l’amministrazione scolastica e che alimenta l’attività del CPL Milano ( Comitati promozione della legalità della Direzione scolastica regionale/Regione Lombardia.
Il Coordinamento delle scuole è il luogo figurato dove ci si assume in prima persona e pubblicamente la costruzione dell’ipotesi da realizzare e in cui ci si deve aiutare per diventare esperti a gestire in prima persona i percorsi del lavoro in classe. Il Coordinamento è anche l’ambito che coinvolge gli studenti dall’inizio della progettazione e infine è la cabina di regia che propone elaborazioni di moduli interni al lavoro in classe e alla programmazione didattica. Ci ispirammo a alcuni principi guida del modo di essere educatori: l’atto dell’educare doveva richiamare il metodo maieutico del “trarre da”, riflettere su se stessi, incontrarsi con l’altro, passare al vaglio critico le affermazioni poco motivate, dialogare, ascoltare, rielaborare, dove alla fine si cresce, gestendo i conflitti e si trasformano esperienze per imparare a orientarsi nel mondo; educare doveva voler dire anche sedurre a cambiare, aprire nuovi orizzonti, dissacrare e sognare l’altrove e un mondo diverso; l’educare doveva portare a un allenamento della personale sensibilità e, in particolare, doveva alimentare l’attenzione verso i deboli e i marginali, implicava uno sporgersi sul mondo, ciò che i filosofi e i pedagogisti definiscono il piano della “radura”, il campo aperto della formazione e della crescita dell’umano, il piano del lavorare insieme nel territorio e con le associazioni, un cercare e sapere per capire veramente, per scegliere e mettersi in gioco, per assumere la cura e la responsabilità. In questa dimensione insegnare e apprendere dovevano far parte di uno stesso processo di scambio molteplice in cui crescita e progettazione modificano tutti gli attori reciprocamente e nello stesso tempo contribuiscono a realizzare quello spirito di cittadinanza attiva, che è volto a trasformare e trattare la contemporaneità, in prima persona. Proprio su queste basi, nel corso di queste attività il Coordinamento delle scuole milanese, insieme all’associazione Libera, ha dato vita a alcuni percorsi didattici che oggi di fatto influenzano il piano regionale di educazione alle legalità dell’amministrazione scolastica della Regione Lombardia:

a) Percorsi didattici verso il 10 dicembre, giornata della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Ogni anno viene scelto un diritto negato o non attuato e viene proposto alla discussione pubblica chiamando a una grande presa di posizione e impegno la Scuola milanese; nel corso del tempo sono stati scelti, temi diversi, quali il diritto al lavoro, l’Habeas corpus, Il diritto allo studio, il razzismo, l’emigrazione e i rifugiati ambientali, la partecipazione, l’informazione, la povertà crescente e la Costituzione. Gli argomenti devono riguardare  temi legati a diritti e ingiustizie che in quel momento coinvolgono per il loro essere impellenti e attuali. In questa occasione vengono sempre coinvolte in classe e poi nell’aula magna della Bicocca di Milano, varie associazioni e strutture operanti nel territorio e gli studenti di decine di scuole vengono chiamati a realizzare delle loro esposizioni. Quest’anno il tema affrontato è stato il diritto alla tutela dell’ambiente e del paesaggio e la possibilità di esercitare il diritto di controllo e di “accesso civico” alle informazioni, con la partecipazione di associazioni come cittadinireattivi.it, Legambiente e i comitati de genitori di Brescia contro l’inquinamento e l’inceneritore.

b) Preparazione della giornata della memoria del 21 marzo, promossa da Libera.
Dalla partecipazione in piazza Duomo di Milano di 150 mila persone nella giornata nazionale del 2010, ogni anno, in aggiunta alla mobilitazione della manifestazione nazionale, abbiamo sempre organizzato la lettura dei nomi, dal palazzo di giustizia a diversi luoghi della memoria, l’albero Falcone /Borsellino, La lapide della strage di via Palestro, il monumento al generale dalla Chiesa, La lapide in memoria dell’avvocato Ambrosoli e i Giardini Lea Garofalo. Nel marzo del 2012, ad esempio, la lettura dei nomi delle novecento e più vittime è stata fatta proprio davanti al palazzo di via Montello, ancora occupato e controllato dalla famiglia Cosco, Il palazzo di ringhiera, di centoventi appartamenti quattro mesi dopo, grazie anche a questo forte stimolo, fu definitamente liberato dalle forze dell’ordine per iniziativa del Sindaco e della giunta comunale di Milano.
La vicenda di Lea Garofalo e della solidarietà concreta e visibile data alla figlia Denise dai giovani milanesi dell’età di sedici anni, merita di essere illustrata come un caso straordinario di inventiva antimafia e mobilitazione giovanile. Questo caso ha stimolato nella città la crescita di una grande consapevolezza del pericolo dell’esistenza della “ndrangheta sotto casa” e questo è avvenuto, grazie a una straordinaria sinergia instaurata tra i giovani del presidio di libera “Lea Garofalo, le scuole e i giovani giornalisti on line di “Stampo Antimafioso” della facoltà di Scienze politiche, Alcuni luoghi  della memoria esistevano già e ne abbiamo proposto solo una valorizzazione, altri li abbiamo fatti riconoscere ufficialmente e sono diventati i tour di “Officina 21 marzo”, che vengono proposti alle scuole dell’intera regione; Gli studenti delle scuole del CPL Milano stanno anche preparando una “Guida ai luoghi della memoria”, con l’intento di animare, attraverso quei grandi esempi i vissuti, i comportamenti quotidiani e gli approfondimenti scolastici.

c) Il 23 maggio, giornata della strage di Capaci viene preparato con approfondimenti tematici in classe e dalla mattina alla sera fino alle ore 17,58, le scuole organizzano iniziative, la mattina con un convegno cittadino in cui gli studenti rappresentano o espongono i loro lavori e poi il pomeriggio, con i seminari delle scuole organizzati su vari temi, con la partecipazione delle associazioni aderenti a libera. Il momento della commemorazione, alla fine, è riservato, a parte qualche intervento istituzionale, a letture e performance a cura di cittadini e studenti; da due anni la città di Milano e il Coordinamento delle scuole vengono scelti dal Ministero come una delle piazze da collegare all’Aula Bunker di Palermo, nel corso della mattinata.

d) l’attività di formazione degli insegnanti ha riproposto negli anni l’obiettivo della conoscenza del fenomeno mafioso, della sub cultura della mafia e della riflessione sulla relazione educativa. In particolare nel corso di Formazione del febbraio del 2015, insieme a Libera Milano e al Dipartimento di Scienze sociali e politiche è stata elaborata una proposta di modifica degli OSA, obiettivi specifici di apprendimento, proposti dal Ministero in cui si prevede, sia nel biennio che nel triennio della scuola superiore l’obbligatorietà dello studio delle origini e dell’evoluzione del fenomeno mafioso. Tale richiesta è stata esaminata e approvata dal Consiglio regionale della Lombardia ed è stata inviata alla Commissione antimafia del Parlamento italiano.

Quest’anno il corso di formazione di libera si svolgerà nei giorni 30 e 31 30 del mese di gennaio, al Liceo Severi di Milano, in collaborazione con le associazioni del progetto 285, della Città metropolitana e della direzione scolastica regionale, sul tema “orizzonti e pratiche, alternative alla cultura mafiosa”, con la partecipazione e direzione di Michele Gagliardo, responsabile della formazione nazionale e di “Abitare i margini”.

*Libera formazione Milano

 

 

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