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I rimpatri non semplici degli stranieri irregolari/3

Piero Innocenti il . Senza categoria

migrantiIn attesa che, tra alcuni giorni, il 19 gennaio prossimo, a Bruxelles si torni a parlare di immigrazione e tra l’altro di alcune proposte in cantiere da parte italiana (i CIE in ogni regione, rimpatri più spediti, modifiche alla legislazione vigente ecc..), proviamo a riepilogare alcuni punti ancora in ballo sul fenomeno migratorio con l’obiettivo di fornire informazioni corrette, basate cioè su dati reali contenuti in documenti che, purtroppo, sono a diffusione “limitata”.
Ne parliamo mentre è stato redatto, proprio il 10 gennaio scorso, l’ultimo report (n°54) ISAA (Integrated Situation Awarenesss and Analysis) sulla “Migration and Refugeee Crisis”, a cura della Commissione Europea, e mentre sulle nostre coste stanno approdando, direttamente o perché soccorsi in mare, centinaia di migranti provenienti come sempre dalle coste libiche. Anche in questi primi giorni del 2017 la situazione nel mar Mediterraneo, nonostante le condizioni meteo non favorevoli, si sta presentando drammatica se si pensa agli oltre duemila migranti già salvati (recuperati anche due cadaveri trasferiti a Lampedusa), molti ancora a bordo di navi di Frontex, della Marina Militare o di Ong, che si stanno dirigendo verso alcuni porti siciliani. Una situazione in continua evoluzione mentre si scrive la notizia di una ulteriore segnalazione “thuraya” (dal nome dei telefoni satellitari utilizzati dai migranti e che consentono di localizzare in mare, con buona approssimazione, l’imbarcazione da soccorrere) al Centro di Coordinamento di Pratica di Mare.
Prosegue dunque l’operazione Tritone 2016 (terminerà il 31 gennaio 2017) finalizzata al controllo dei flussi migratori irregolari nel Mediterraneo Centrale e a combattere il cross border crime, mentre permangono alcuni punti ancora carenti della strategia ( si fa per dire) dell’UE come ad esempio le due Decisioni del Consiglio adottate il 14 e il 22 settembre 2015 che stabilivano alcune misure provvisorie nell’area della protezione internazionale a beneficio della Grecia e dell’Italia. Ci si riferisce alla cosiddetta “relocation” (ricollocazione) con la possibilità di trasferire 160mila richiedenti asilo (siriani, eritrei ed iracheni) dai due paesi citati negli altri Stati membri dell’Ue nell’arco temporale di due anni e al “resettlement” (reinsediamento), con l’impegno degli Stati UE , sempre nei due anni, di dare accoglienza a 20mila rifugiati. Ebbene, alla data del 10 gennaio u.s. sono stati “ricollocati” soltanto 9.936 migranti di cui 7.280 dalla Grecia e 2.654 dall’Italia mentre i “reinsediati” dalla Turchia in vari paesi dell’UE sono stati 2.672. Operazioni che proseguono lentissimamente, tra mille resistenze e diffidenze mentre riemerge ancora l’ostilità del governo ungherese che intenderebbe reintrodurre la detenzione preventiva per i richiedenti asilo infischiandosene delle norme comunitarie e delle Convenzioni internazionali vigenti.
Un secondo punto, al quale non è stata rivolta particolare attenzione, è quello dei soccorsi in mare e di chi li ha effettuati. Se, nella maggior parte dei casi sono stati eseguiti dalle navi del dispositivo Tritone e in parte (minima) i migranti sono giunti direttamente sule nostre coste, un consistente impegno nei soccorsi vi è stato dai mercantili intervenuti su disposizioni della Capitaneria di Porto, dalle navi militari di Eunavfor Med e dalle navi delle organizzazioni non governative. Queste ultime, in particolare, nel corso del 2016 ( il dato è aggiornato al 30 novembre) hanno effettuato ben 422 interventi e soccorso 44.072 migranti ( sul totale, lo ricordiamo, dei 181.436 dell’intero anno). L’impegno delle ONGs è cresciuto notevolmente con un dispositivo che conta, attualmente, 14 imbarcazioni e un aereo che operano in prossimità delle acque libiche – talvolta all’interno delle stesse – e che rappresentano, in qualche modo, anche “..un inevitabile fattore di attrazione per i migranti e le organizzazioni criminali che ne gestiscono il traffico”.
Un terzo punto è l’estensione, al 27 luglio 2017, da parte del Consiglio Europeo, del mandato della operazione Sophia affidata a Eunavfor Med, aggiungendo altri due compiti alla missione e cioè l’addestramento della Guardia Costiera e della Marina libica e il contributo alla implementazione, in alto mare, dell’embargo sulle forniture di armi alle milizie libiche approvato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione 2292 (2016).
Un ultimo punto riguarda i migranti irregolari rintracciati sul territorio nazionale e quelli respinti alla frontiera nei consueti servizi di controllo delle forze di polizia, saliti a 41.473 nel 2016 ( di cui 10.128 respinti) contro  i 34.107 dell’anno prima (di cui 8.736 respinti). Gli stranieri regolarmente soggiornati in Italia, al 31 dicembre 2016, erano complessivamente 4.002.772 di cui 629.181 iscritti sul titolo di soggiorno del titolare. Siamo, dunque, ai livelli del 2012 quando si rilevarono 4.0029.145 residenti. Le prime dieci province in cui soggiornano sono Milano (471.222), Roma (364.057), Brescia (151.654), Torino (129.938), Bergamo (128.002), Firenze (108.945), Vicenza (96.576), Napoli (96.289), Bologna (91.196) e Modena (88.028). Nel 1970, in tutto il paese, erano 170mila gli stranieri regolarmente residenti.

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