Le banche, i risparmiatori e i poveri
Che cosa si può fare con 20 miliardi di euro?
Per esempio finanziare il reddito di cittadinanza per 2 milioni di persone povere per un anno. Oppure creare un fondo per garantire interventi sul sistema bancario come il Governo ha proposto e il Parlamento ha autorizzato.
Il Ministro Padoan ha parlato di “intervento precauzionale”, sostenendo che l’obiettivo del Governo è “mantenere la stabilità finanziaria, che è un bene di tutti, e tutelare al meglio il risparmio”.
Infatti, la manovra è stata battezzata “salva risparmio”, ma appare del tutto evidente che oltre al risparmio (tutelato anche costituzionalmente) si vuole soccorrere gli istituti bancari più in crisi, a cominciare dal Monte dei Paschi di Siena, al quale pare siano destinati fino a 5 miliardi.
Resta il problema di scegliere le priorità di politica finanziaria: vengono prima i poveri o i risparmiatori?
E tra questi, oltre a tutelare i piccoli risparmiatori correntisti, perché lo Stato dovrebbe aiutare anche gli obbligazionisti o persino gli azionisti?
Anche i poveri dovrebbero essere tutelati dalla Costituzione, considerando il dovere inderogabile di solidarietà e la rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
Per non dire delle prossime generazioni, sulle cui spalle finiranno questi 20 miliardi, poiché andranno ad aumentare il debito pubblico.
Questo moderno capitalismo globalizzato in realtà appare molto tradizionalista: i dividendi si acquisiscono, le perdite si condividono.
E se democraticamente applicassimo questa regola per tutti, cominciando dalla condivisione delle perdite dei più poveri?
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