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La (in)sicurezza pubblica torni ad essere la priorità

Piero Innocenti il . Istituzioni

poliziaecarabinieriLa (in)sicurezza pubblica continua ad essere il tema all’ordine del giorno anche se gran parte dell’opinione pubblica è ancora presa dall’esito del referendum costituzionale di domenica scorsa, la cui campagna è andata avanti per almeno sei lunghi e travagliati mesi, spaccando il paese in due. Ora, in attesa delle “novità” dei prossimi giorni, intendo sul piano della politica e dell’azione quotidiana di governo (tecnico, o istituzionale, si vedrà), i cittadini si aspettano dalle autorità politiche e “tecniche”, centrali e periferiche, l’attenzione dovuta alla sicurezza pubblica che appare compromessa in molte città italiane per una criminalità predatoria particolarmente aggressiva.
Il ministro dell’Interno Alfano, di tanto in tanto, “racconta” di reati in calo in generale e alla sua narrazione fanno eco alcuni esponenti locali di polizia e carabinieri parlando più di “percezione” della insicurezza e cercando, con ciò, di “tranquillizzare” i cittadini. Azione per certi aspetti “comprensibile” ma, al di là dei dati, pure importanti (carenti di tutti quei delitti tentati e non inseriti nelle statistiche), quello che preoccupa, non poco, la gente sono anche le modalità violente di tali azioni criminose, la diffusione sul territorio e, soprattutto, la sostanziale impunità che emerge dalla cronaca di ogni giorno. Così, a Cassino (Frosinone), il 2 dicembre, una ottantenne viene aggredita in pieno centro da tre incappucciati che la scaraventano a terra per rubarle la borsa. Nella stessa cittadina, alcuni giorni prima almeno due gruppi di ladri avevano saccheggiato diverse abitazioni.
Ad Arezzo, dopo l’ennesimo raid di ladri nelle case (25 novembre), si diffonde una legittima paura (anche per il buio che sembra caratterizzi alcune zone della città) che spinge la gente a mobilitarsi per formare “comitati” di vigilanza. Gli stessi che si vorrebbero costituire a Rudiano, in provincia di Brescia, dopo i ripetuti furti nelle case e nonostante l’invito del sindaco a non fare allarmismi. Ma la cronaca è piena di fatti gravi e allarmanti. Ad Albano Laziale, per esempio, sempre il 2 dicembre, un minorenne viene picchiato  e rapinato per una catenina d’oro da due giovani che verranno, comunque, poco dopo arrestati dagli agenti di polizia del locale Commissariato. A Gaeta (Latina), malviventi in azione in piena notte svaligiano diversi negozi mentre a Bari due banditi armati di pistola e fucile a canne mozze assaltano e rapinano un vigilante mentre sta ritirando i soldi da una banca. Ancora violenza a Milano con una donna inglese che viene aggredita in strada e rapinata di cellulare e portafogli (2 dicembre) e a Bergamo dove due banditi armati e con passamontagna rapinano una tabaccheria. A Siena si invoca, addirittura, la creazione di “corpi volontari” per il controllo del territorio dimostrando, ingenerosamente, un po’ di sfiducia nelle forze di polizia che, in realtà, fanno quello che possono con il consueto impegno.
Non altrettanto dimostra un poliziotto, arrestato dagli agenti di una volante, a Torino, il 2 dicembre, per aver rubato alcune confezioni di tonno in un supermercato. Vicenda davvero penosa che, ci auguriamo, porti alla destituzione del “tutore dell’ordine”. A Piacenza e dintorni (ma anche in molte altre città) continuano le ignobili incursioni nelle case di anziani di finti tecnici, truffatori abili, per arraffare tutto quello che possono, anche “preziosi” e poveri ricordi di gioventù (l’ultimo episodio, il 2 dicembre, a Pontenure). A Ferrara, ladri scatenati fanno razzie e devastano diversi capannoni mentre in Umbria, a Gubbio, Lacugnano e Piani di Massimo, furti a raffica con i ladri che “scalano” addirittura i palazzi arrampicandosi sulle grondaie. A Milano, un giovane sorprende un ladro in casa e viene ferito da una coltellata (3 dicembre). Ad Avezzano e in tutta la Marsica (L’Aquila), ladri scatenati con una raffica di furti e rapine nelle ville /3 dicembre). In questa situazione non solo i sindacati di polizia denunciano “una sicurezza alla canna del gas” (Rovigo, 15 Novembre), i sindaci sollecitano “più forze dell’ordine”(Frosinone, 9 novembre), i cittadini “ingaggiano guardie private e armate” (Pordenone, 9 novembre), altri organizzano “ronde armate di telefonini e spray urticante” (Varese, 16 novembre), ma è lo stesso Capo della Polizia- Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Gabrielli che con forza (e coraggio) parlando di organici all’osso della Polizia di Stato, in occasione dell’inaugurazione del Commissariato di P.S. di Librino (Catania), riconduce, giustamente, il problema alla “dissennata politica che ha bloccato il turn over”.  Aspettiamo, allora, che la politica rinsavisca per garantire la “salute” dei cittadini. Ma si faccia presto perché la gente è stanca di aspettare.

Affrontare il tema della sicurezza pubblica nazionale con forza

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