Trapani: “Non paga e poi querela”
L’amministratore giudiziario dell’azienda valdericina “Mannina Vito”, impresa sottoposta a sequestro preventivo dal 2007 e successivamente confiscata in secondo grado di giudizio, ha risposto con una dettagliata nota alla notizia di una querela in Procura presentata da un imprenditore che ha lamentato una fornitura di materiale difforme da quello richiesto e privo di tracciabilità”. La notizia ha suscitato ampio clamore ma solo per il fatto che si tratta di una impresa confiscata alla mafia e quindi si è trasformata, in certuni che l’hanno letta, in una buona occasione per colpire un amministratore giudiziario. Ma a quanto pare la vicenda non sta proprio nei termini in cui è stata presentata attraverso la lettura della sola querela.
L’imprenditore che ha querelato è in contenzioso con la Mannina per non avere pagato la commessa ottenuta, diversi anni addietro, quindi non di questi tempi, e fino ad oggi non avrebbe mai accompagnato il rifiuto al pagamento lamentando ciò che ha scritto in querela. Miserendino, che non è un amministratore giudiziario qualsiasi ma è quello che ha dimostrato grandi capacità nella gestione di beni sequestrati alla mafia, uno per tutti vale ricordare il lavoro svolto, assieme all’allora prefetto di Trapani Fulvio Sodano, per salvare la Calcestruzzi Ericina confiscata al capo mafia di Trapani Vincenzo Virga, impresa che la mafia ha cercato di far fallire dopo il sequestro, ha intanto risposto presentando le credenziali della Mannina: “Esercita l’estrazione e frantumazione di inerti, il confezionamento di calcestruzzo, la produzione e messa in opera di asfalti, il trattamento di rifiuti inerti non pericolosi.
Tutte le attività sono autorizzate e certificate; in particolare l’impianto di calcestruzzo è munito di certificazione FPC (controllo di produzione in fabbrica) rilasciata da Ente di Certificazione accreditato dai Ministeri competenti, per il controllo dei materiali utilizzati e la garanzia della qualità e della verifica costante con il sistema interno di autocontrollo”. E poi è entrato nel merito della vicenda: “Le notizie contenute in articoli del 9 settembre scorso, secondo cui l’imprenditore Salvatore Oddo risulterebbe vittima di truffa, da parte dell’amministratore giudiziario dott. Luigi Miserendino e della Mannina Vito s.r.l., perchè la ditta avrebbe fornito materiale difforme da quello richiesto, senza alcuna tracciabilità sono false e fuorvianti”. Ecco i fatti. Il 2 ottobre 2007 su richiesta del sig. Oddo Salvatore, l’azienda Mannina trattò “l’offerta protocollo n° 706/AM/SC per la fornitura a metro cubo di calcestruzzi a dosaggio (per costruzioni non strutturali) ed a prestazione garantita (per opere strutturali) da impiegare nella realizzazione di un albergo ubicato in C/da Peraino nel Comune di Valderice. Le ultime forniture di calcestruzzo risalenti al giugno 2010, sono tutte riferite a calcestruzzi a dosaggio (non strutturale), per i quali è consentito dalla legge l’utilizzo di materiali certificati provenienti da rifiuti riciclati, come avviene alla Calcestruzzi Ericina Libera. Ma la Mannina Vito s.r.l. non ha mai utilizzato inerti riciclati per il calcestruzzo e contrariamente a quanto falsamente affermato dal querelante, tutte le forniture di calcestruzzo sono corredate da bolle di accompagnamento compilate in ogni loro parte con la descrizione puntuale del materiale fornito e controfirmate per accettazione dal responsabile di cantiere. Offerta, documenti di trasporto e fatture sono tutte coerentemente espresse al metro cubo di calcestruzzo fornito”. Ma il dott. Miserendino aggiunge: “Nessuna contestazione è mai stata sollevata circa la qualità e quantità dei calcestruzzi forniti neanche in fase di collaudo dell’opera”. L’amministratore giudiziario precisa: “La notizia così diffusa confonde la fornitura di calcestruzzo del periodo 2007-2010 con un’altra fornitura di asfalti utilizzati per la realizzazione di un piazzale, risalente al 2013, in conformità all’offerta del 08/07/2013 prot. 386/AM/SC. Anche in questo caso l’offerta, i documenti di trasporto e le relative fatture sono tutti coerentemente espressi in volume (metro cubo e/o metro quadrato per centimetro) ed i prodotti forniti in opera non hanno mai utilizzato inerti da materiali riciclati. Al sig. Oddo inoltre, nel 2013, sono stati forniti anche materiali inerti per la costituzione del sottofondo stradale provenienti dall’impianto di riciclaggio, che risultano regolarmente descritti nelle bolle di accompagnamento ed opportunamente controfirmati per accettazione in coerenza con le relative fatture”. L’azienda Mannina “è pronta a fare eseguire una perizia tecnica e rilievi nei cantieri, non appena si avrà la possibilità di accedere agli atti in Procura, per dimostrare l’inconsistenza delle accuse”.
E allora perché la denuncia? L’amministratore giudiziario Miserendino mostra la seconda faccia della medaglia: “Ci si deve chiedere se per caso l’imprenditore querelante, a distanza di diversi anni dalle forniture, mai contestate tempestivamente, abbia pensato di trovare un escamotage poco ortodosso per evitare il pagamento delle forniture, pari a circa 60 mila euro, che ancora oggi deve pagare alla Mannina Vito s.r.l., nonostante le azioni legali, i pignoramenti e l’istanza di fallimento da ultimo inoltrati in danno della Ediltouring s.r.l.”. Insomma una querela per ripararsi da una grave mancanza, il pagamento delle forniture? A questo punto davvero bisognerà attendere l’esito delle indagini. Ma Miserendino alla fine della sua nota si pone la stessa nostra domanda. E cioè se questa notizia non sia stata occasione per alimentare la querelle sugli amministratori giudiziari. Certo c’è chi ha commesso malefatte ma è pericoloso fare di tutta l’erba un fascio perché in questo caso non si favorisce il sistema legale ma semmai quello illegale, e mafioso, che sorride davanti a tutto quello che accade. Miserendino non ha peli sulla lingua e guarda anche più avanti, senza soffermarsi solo sulla possibilità che si voglia costruire nuova polemica contro gli amministratori giudiziari. Paventa che obiettivo potrebbe essere ben altra cosa. Le sue parole: “Ci si deve chiedere ancora se il vero obiettivo non fosse piuttosto una forte delegittimazione ai danni del dott. Luigi Miserendino e della Mannina Vito s.r.l., che molto si stanno impegnando per l’accoglimento del progetto “Il Calcestruzzo della Legalità”, con il quale si vorrebbero mettere in rete diverse aziende confiscate alla mafia per la realizzazione di una filiera completa nel settore”.
E a proposito di “Calcestruzzo della Legalità”, che è stato oggetto di esame da parte della commissione nazionale antimafia nel corso della sua recente missione trapanese, proprio martedì scorso il prefetto Postiglione, a capo dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, è stato sentito a Roma, a Palazzo San Macuto , dalla stessa commissione parlamentare.
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