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Il pozzo senza fondo degli appalti sui rifiuti

F. F. il . Campania

La Procura di Santa Maria Capua Vetere l’ha chiamata operazione Asso Pigliatutto. È l’inchiesta che ha portato alla luce quello che secondo i magistrati è un vero e proprio sistema criminale: accordi di cartello tra le maggiori imprese impegnate nel settore dei rifiuti, nevralgico, costantemente sull’orlo dell’emergenza, e che proprio per questo, nonostante le ristrettezze di bilancio delle amministrazioni locali, resta un pozzo senza fondo da cui troppo spesso arrivano tanti soldi pubblici.
L’inchiesta ha investito il sistema delle gare dello smaltimento dei rifiuti, l’attribuzione di appalti milionari particolari in diversi comuni del Caserta, con sotterfugi e meccanismi illeciti. La procura di Santa Maria Capua Vetere ha indagato per oltre un anno scoprendo assunzioni di amici e parenti, distribuzione di buoni benzina, un fiume di danaro, la disponibilità di auto di lusso e altri regali in cambio dell’assegnazione degli appalti soprattutto al gruppo Termotetti – una impresa della zona che si occupa dello smaltimento dei rifiuti ma anche di altri servizi – e di altre società riconducibili al gruppo , considerato un colosso imprenditoriale che opera in varie regioni d’Italia, guidato dall’imprenditore Luigi Imperadore.
Le indagini di Carabinieri e Guardia di Finanza avrebbero consentito di dimostrare l’esistenza di un collaudato e sofisticato meccanismo fraudolento: prima o dopo la pubblicazione degli atti di gara, il contenuto dei bandi, le regole venivano orientate o modificate: venivano creati veri e propri ”abiti su misura”, per valorizzare le caratteristiche e le peculiarità tecniche della società riconducibile alla famiglia Imperadore. L’inserimento di clausole ambigue e la carente pubblicità delle modifiche apportate agli atti in corso d’opera, ha sortito l’effetto di rendere gli appalti poco appetibili per imprese e società nazionali o internazionali, disincentivandole a partecipare o perché non in possesso di alcuni requisiti appositamente ed inspiegabilmente richiesti dal disciplinare e dal bando di gara, o perché non messe nelle condizioni di valutare la convenienza economica dell’appalto.
Secondo i magistrati le indagini hanno dimostrato che la Termotetti è riuscita ad aggiudicarsi , tra il 2013 e il 2015, gare d’appalto e altre commesse pubbliche nei Comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove. Un’altra società del gruppo, il Consorzio stabile Sannio Appalti S.c.a.r.L, si è aggiudicata l’appalto di lavori relativo al Lotto Presenzano I, presso il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, diretto da Pietro Andrea Cappella. Venti le misure di custodia cautelare nei confronti di amministratori locali, funzionari pubblici e noti imprenditori. Sette persone sono finite ai domiciliari, 13 in carcere. Arrestati, tra gli altri, Angelo Di Costanzo presidente della provincia di Caserta e sindaco di Alvignano, di Forza Italia, l’assessore all’ambiente dello stesso Comune, Simone Luigi Giannetti , il sindaco del comune di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, l’ex sindaco del comune di Casagiove, Elpidio Russo e il presidente del consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, Pietro Andrea Cappello. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione, dalla truffa ai danni di enti pubblici all’ abuso d’ufficio. È stato disposto il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni di euro.

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