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Migranti: pietà e fraternità, non muri

Piero Innocenti il . Senza categoria

È probabile che per un paio di giorni, fintanto che permane l’area di instabilità sui mari centro meridionali italiani segnalata dal bollettino meteo del 10 settembre scorso, ci sia un momento di “respiro” nelle operazioni di soccorso in mare dei migranti. È probabile, ma non è detto che ciò avvenga anche sulla scorta di esperienze passate.
Fatto è che, alla data del 9 settembre, le nostre coste sono state interessate da 1.023 eventi per un totale di 124.244 persone soccorse. Nello stesso periodo del 2015 erano state 121.973. I porti della Sicilia sono stati quelli, come sempre, maggiormente interessati con 82.043 migranti sbarcati, seguiti dalla Calabria con 22.979, dalla Puglia con 9.411, dalla Sardegna con 6.392 e dalla Campania con 3.419. I 109.187 migranti partiti su natanti di varie specie dalle coste libiche confermano quella che è, ormai da tempo, la rotta privilegiata nel Mediterraneo. E ciò nonostante il pur consistente impiego di navi e aeromobili delle varie operazioni in atto (Frontex, Eunavfor Med, Mare Sicuro). Situazione che, inutile farsi illusioni, resterà immutata fino a quando permarrà la situazione di grave instabilità e di confusione istituzionale in Libia. Certo è che anche dall’Egitto i trafficanti, quest’anno, si stanno dando molto da fare se pensiamo ai 12.188 migranti partiti da quelle coste (furono 11.114 nell’intero 2015). Situazione, apparentemente, migliorata con la Tunisia da dove sono salpate 1.425 persone a fronte delle 2.471 dell’intero 2015. Gli ultimi migranti soccorsi (1.685), sono giunti nei porti di Augusta, Taranto e Crotone a bordo di una nave spagnola (Rio Segura), del mercantile Topaz Responder e della nave della Marina Militare Borsini. A bordo anche 15 cadaveri recuperati in mare. Ma questo non fa più notizia.
I problemi in tema di accoglienza e di identificazione sono molteplici come danno conto, quasi quotidianamente, gli organi di informazione e in questo quadro si inseriscono anche le legittime preoccupazioni del sindacato di polizia Silp-CGIL della Sicilia che lamenta le scarse risorse della Polizia di Stato per fronteggiare le varie attività connesse all’immigrazione, chiedendo il concorso anche di altri corpi, non escluso l’esercito. Tutto questo mentre l’Europa dei muri torna a far parlare di sé con gli inglesi che hanno avuto il benestare francese per ultimare il muro a Calais dove sono attendate alcune migliaia di migranti (una situazione che, in realtà, si verifica da alcuni anni). E’ l’ultima “novità” dell'”accogliente” e “civile” UE dopo le vergognose barriere, alcune già innalzate, altre in fase di ultimazione, ai confini tra Ungheria e Serbia, tra Ungheria e Croazia, tra Slovenia e Croazia, tra Bulgaria e Turchia, tra Macedonia e Grecia. Anche l’Algeria ha avviato il progetto per la costruzione di una barriera (elettrificata?) lunga ben 350 chilometri ai confini con la Tunisia e la Libia.
Negli USA, divenuti la prima potenza mondiale anche grazie ai fenomeni migratori che hanno investito quel paese nel tempo, il candidato presidenziale repubblicano Trump parla, scioccamente, di uno sterminato muro al confine con il Messico che innalzerebbe se diventasse presidente. Così, intanto, cresce la disperazione e la rabbia di migliaia di persone che, abbandonata la loro terra e quelle povere cose che possedevano, cercano, lontani da guerre e sopraffazioni indicibili, un posto dove poter vivere e lavorare dignitosamente.

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