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Ancora “pannicelli caldi” e “aria fritta” sull’immigrazione

Piero Innocenti il . Senza categoria

La stretta sui profughi, incomprensibile cosa ci sia ancora da “stringere”, annunciata dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando qualche giorno fa, con un decreto legge in cantiere per eliminare tra l’altro l’appello contro le decisioni sfavorevoli dei tribunali al riconoscimento del diritto di asilo, non pare la migliore risposta alla lentezza che caratterizza tali procedure amministrative e la strada giusta sul tema delle migrazioni. Anche l’ipotesi di eliminare l’interrogatorio del richiedente asilo con un procedimento camerale, di regola senza udienza, utilizzando la videoregistrazione del colloquio con lo straniero fatta, molto tempo prima,innanzi alla Commissione territoriale, mi pare una procedura molto “semplificatrice” e poco “garantista”. Il problema vero su quella che continua ad essere l’emergenza immigrazione, spesso amplificata e strumentalizzata dai soliti rozzi politici, non è quello di “semplificare” tagliando alcune garanzie, di accorciare i tempi (si potevano istituire più commissioni territoriali), di realizzare espulsioni più veloci (anziché di parlare di integrazione e di adeguata accoglienza), di creare giudici specializzati nella materia (una maggiore competenza  è sicuramente auspicabile), ma quello di attuare lungimiranti, vere politiche governative (e comunitarie, se ancora esiste l’UE) sull’emergenza umanitaria nel Mediterraneo. Che fine hanno fatto gli “impegni” assunti dal nostro Governo innanzi al Parlamento (seduta della Camera dei Deputati del 16 maggio 2015) in cui furono approvate cinque mozioni sull’immigrazione? Quali sono state le iniziative, d’intesa con i partner europei, per istituire “presidi dell’Unione Europea” nei paesi di origine o di transito, per un preventivo screening delle domande dei richiedenti la protezione internazionale? Cosa ha fatto il Governo (e l’UE) per cercare di realizzare un “ufficio europeo dell’immigrazione” in territorio nordafricano, in modo da consentire ai profughi che ne abbiano diritto il successivo insediamento verso tutti i paesi dell’UE con preferenza per quelli dove essi abbiano già legami familiari? Perché si continua con questo penoso traccheggiare sulla opportunità di rivedere le norme del regolamento 604/2013, il cosiddetto Dublino III, prevedendo la possibilità di far richiedere ai rifugiati domanda di asilo laddove lo desiderino  già nei paesi di transito e non essere costretti a chiederlo solo nel primo paese di arrivo? Perché non è stata data ancora la priorità dovuta al sistema di accoglienza dei minori non accompagnati per garantire una reale rete di protezione, data la loro particolare vulnerabilità? E’ vera lotta quella contro i trafficanti di esseri umani se non si riesce a neutralizzare gli organizzatori, i fiancheggiatori, gli apparati di sicurezza collusi e si arrestano per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina solo i “passeurs” (480 nel 2016 alla data del 19 agosto, in prevalenza egiziani, gambiani e senegalesi)? Come è possibile non sentire il peso sulle nostre coscienze di 10.473 dispersi e 622 cadaveri (molti bambini) recuperati in mare dal 2014 ad oggi? Continuano, intanto, in tutta l’Europa, i tentativi di raggiungere la meta agognata. Così, mentre scriviamo, si susseguono i “respingimenti” alla frontiera austriaca di decine di stranieri ad Eisenstadt, Bregenz, Salzburg, Linz, Villach a quella bulgara di Gyuenshevo, Kulata, a quella lituana di Panemune, Lavoriskes, Raigardas, Kybartai, Nida, a quella Slovacca di Vysne, Ubia, a quella greca di Florina, Radopi, Filiates, a quella finlandese di Vantaa e di Lapperrantaa. Tanti “tappi” che non fanno altro che far deviare verso altri confini migliaia di persone, come succede, quotidianamente, con quello italo-svizzero, dove nel 2016, alla data del 18 agosto, ci sono state ben 6.807 riammissioni passive (ossia sono stati rimandati in Italia 6807 migranti contro 328 rimandati da noi in svizzera), con quello austriaco con 709 riammissioni passive (733 quelle attive), con quello francese con 404 riammissioni subite contro le 705 effettuate. Proseguono, senza sosta, le attività di vigilanza e di soccorso in mare da parte delle navi di Frontex (operazione Tritone con una decina di natanti italiani, maltesi, lettoni, norvegesi, inglesi)supportate anche dalle imbarcazioni militari della operazione Eunavfor Med Sophia ( negli ultimi giorni è ripreso l’imbarco di ufficiali di collegamento italiani a bordo degli assetti navali). Alla data del 18 agosto si annotano 102.016 migranti soccorsi/sbarcati sulle nostre coste (104.809 nello stesso periodo del 2015), in prevalenza partiti dalle coste libiche (88.157) dove regna, tuttora, una situazione di sostanziale incontrollabilità costiera. Quanto agli stranieri espulsi perché ritenuti pericolosi per la sicurezza dello Stato o perché contigui ad organizzazioni terroristiche, il dato reale, aggiornato al primo agosto (fonte, Dipartimento della Pubblica Sicurezza) parla di 21 persone nel 2016 (che, sommate alle 52 del 2015, alle 11 del 2014 e alle 13 del 2013, fanno un totale di 98 stranieri rimpatriati). Un dato, sicuramente importante, in un momento in cui si fa un gran parlare (Alfano) di “radicalizzazione” nelle carceri e di pericoli collegati.

Migrazioni: una narrazione pubblica spesso falsata

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