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Borrometi, garante per la legalità di Articolo 21

F. F. il . Senza categoria

Il giornalista Paolo Borrometi cronista minacciato dalla mafia, costretto da un anno a vivere sotto scorta, è il garante per la legalità di Articolo 21,l’associazione da 14 anni impegnata per la libertà di informare e di essere informati ,nel contrasto alle organizzazioni mafiose nel nostro Paese e al fianco degli operatori della comunicazione minacciati, o sottoposti ad una subdola forma di intimidazione e di ricatto: querele ma anche le azioni di responsabilità civile infondate, temerarie. L’ufficio di presidenza, ha affidato a Borrometi il compito di coordinare l’ impegno associativo di Articolo 21, coinvolgendo giuristi, avvocati, esperti, per rendere più efficace e incisiva l’azione di denuncia della criminalità organizzata e di costruzione di azioni volte a difendere e rafforzare la  legalità. Un’azione che verrà condotta anche facendo rete con le altre organizzazioni attive in questo settore.
Va ricordato che il lavoro di Paolo Borrometi ha contribuito ad avviare un’indagine che ha portato al commissariamento del comune di Scicli per infiltrazioni mafiose e che Borrometi sarà chiamato a testimoniare a Ragusa, il prossimo 19 settembre, al processo contro i responsabili dell’aggressione e delle minacce di cui è stato vittima. In questo processo la Federazione Nazionale della stampa si è costituita parte civile, intervenendo così per la prima volta in un procedimento penale al fianco di un giornalista minacciato. Una iniziativa che traduce in azioni concrete  l’impegno dell’ Fnsi a tutela dell’informazione e di tutti quei cronisti che ogni giorno con il loro lavoro contribuiscono a rendere il nostro Paese più vero e più libero.
Un passo in più dopo la decisione, presa ad aprile, di affidare al consigliere nazionale della Fnsi Michele Albanese – un altro giornalista coraggioso, costretto da tempo a vivere sotto scorta a causa delle minacce subite dalla ‘ndrangheta- la delega per i progetti di educazione alla legalità e per tutte le iniziative politiche, sindacali e legislative necessarie per rafforzare l’azione del sindacato dei giornalisti su questo delicato versante. Non diamo la notizia della decisione dell’ufficio di presidenza di Articolo 21,non ricordiamo il percorso avviato dalla Federazione Nazionale della Stampa, dopo la nomina di Giuseppe Giulietti quale presidente del sindacato , come si fa con una sorta di circolare, data per dovere, agli addetti ai lavori nel settore dell’informazione, soprattutto non vogliamo farlo quasi per un “obbligo burocratico”. Lo facciamo per fissare qui una sorta di promemoria e al tempo stesso di “avviso pubblico”: sta impegnando nuove forze, braccia e gambe operative, il movimento di chi vuole impegnarsi per la libertà di espressione, non solo a tutela delle croniste e dei cronisti minacciati, a tutela del diritto dei cittadini ad essere correttamente informati sulle vicende di pubblico interesse e di rilevanza sociale. Un movimento plurale che deve anche mobilitarsi a difesa della trasparenza, della correttezza e dell’etica nell’informazione, del nostro lavoro. Un’azione che, su temi così delicati, non può che essere collettiva e solidale.
E deve saper distinguere valori veri da declamazioni e dagli slogan, impegno e rischi reali – di cui magari qualche volta nemmeno si parla e poco o nulla si sa- da narcisismi, da condizioni costruite o esagerate, o peggio ancora da comportamenti doppi o infiltrazioni. Si ombre comparse anche nel mondo dell’informazione. arrivate purtroppo proprio dalla cronaca  delle inchieste , nell’ultimo anno e mezzo. A Nord e a Sud.
Il lavoro di Michele Albanese e Paolo Borrometi è e sarà importante. Serve un’azione forte, da condurre recuperando e valorizzando la spinta a fare squadra, far incontrare esperienze, giù dai piedistalli, anche quando si ha idee, storie professionali diverse, anni in più o in meno sulle spalle. Serve la capacità di essere uniti.

 

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