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Non dimentichiamo via D’Amelio

Piermaurizio Di Rienzo il . Lombardia

Oggi c’è il terrorismo di matrice islamica che uccide. Ieri c’era Cosa Nostra che sparava per regolare conti interni o per togliere di mezzo gli uomini dello Stato. Eppure resiste la memoria degli anni più bui, che domani culmineranno con il ventiquattresimo anniversario della strage di via D’Amelio, dove persero la vita Paolo Borsellino e gli elementi della sua scorta.
«C’è una continua rigenerazione della mafia, l’abbiamo visto anche recentemente con l’inchiesta su Expo», spiega a Mi-Tomorrow il coordinatore di Libera Informazione, Lorenzo Frigerio.

Ventiquattro anni dopo, quali obiettivi ha centrato Libera?
«Siamo nati sull’onda delle stragi mafiose nel tentativo, in parte riuscito, di rendere la collettività parte attiva del cambiamento e del contrasto alle mafie».

Che cosa manca?
«Non possiamo nasconderci che siano stati raggiunti importanti risultati a livello repressivo, ma siamo sempre qui a parlare di criminalità organizzata. Basti vedere come la ‘ndrangheta, che si pensava essere un fenomeno locale, sia leader mondiale nel narcotraffico. Sono fenomeni ben più visibili al Nord rispetto a vent’anni fa».

In che modo?
«Cosa Nostra si è infilata nelle maglie dell’Expo di Milano per fare quattrini. Qui, con l’operazione Crimine Infinito del 2010, è nata e cresciuta una consapevolezza nuova che ci deve far tenere alta la guardia sulle nuove modalità d’azione della mafia».

Però si spara meno, il che rende più difficile rinnovare la coscienza sociale?
«E’ proprio così. Giovanni Falcone diceva che ci voleva quasi un morto all’anno per tenere alta l’attenzione. E diceva una cosa sacrosanta. Si fatica a far comprendere come le mafie siano più pericolose quando non uccidono».

Oggi c’è la paura del terrorismo islamico: come la mafia può approfittane?
«La storia ci insegna. A metà degli Anni Settanta, all’epoca dei sequestri di persona, Cosa Nostra in Sicilia si faceva garante dell’ordine sociale. Lo stesso può avvenire oggi, in una situazione di allarme. Esistono intrecci pericolosi e sarebbe sbagliato non tenerne presente. Non a caso la Direzione Distrettuale Antimafia detiene le deleghe anche sul terrorismo».

fonte: www.mitomorrow.it

Di Matteo e via D’Amelio nel giorno di Provenzano

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