Caso Alpi-Hrovatin: nuova udienza processo di revisione
Federazione Nazionale Stampa Italiana
C’erano anche la Fnsi e l’Associazione Stampa Umbra al presidio, organizzato da Articolo 21 e Tavola della Pace, con l’adesione dell’Ordine dei giornalisti, davanti alla corte d’Appello di Perugia, dove si è celebrata la nuova udienza del processo di revisione a Hashi Omar Hassan, unico condannato per l’uccisione della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin, assassinati a Mogadiscio il 20 marzo del 1994.
«Siamo qui per chiedere verità e giustizia anche per chi giornalista non è – ha detto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti – e per far capire che i giornalisti non guardano solo a se stessi. Qui c’è un cittadino somalo, accusato di assassinio, quasi sicuramente innocente ma che è stato anni e anni in carcere. La richiesta è che a questo cittadino sia restituita la libertà e questa è anche la condizione perché si possa riaprire il processo per individuare mandanti ed esecutori dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e i depistatori che hanno impedito in ogni modo che si arrivasse ad accertare la verità.
Con in mano la bandiera arcobaleno della pace, i partecipanti al presidio hanno mostrato dei cartelli con scritto: “Hashi Omar Hassan innocente”, “#veritaegiustizia per Ilaria Alpi” e “Assassinio Alpi-Hrovatin basta menzogne e depistaggi”.
«Sono passati 22 anni – ha commentato ancora il presidente della Fnsi – e penso che i giornalisti italiani non possano dimenticare chi è morto facendo il mestiere di cronista. Dobbiamo continuare a tenere desta la memoria per ottenere verità e giustizia oggi per Ilaria e Miran ma anche per altri casi dimenticati. È una richiesta di non cancellare la memoria soprattutto nei confronti di chi ha perso la vita cercando di garantire la libertà di informazione».
Gli organizzatori del presidio hanno poi ricordato il ruolo fondamentale che ha avuto un’altra giornalista, Chiara Cazzaniga, della trasmissione “Chi l’ha visto?”, nella riapertura del processo: «I depistaggi, le verità di comodo e i testimoni compiacenti messi in campo fin da quel 20 marzo 1994 – hanno spiegato Articolo21 e Tavola della pace – ci hanno convinto a tener accesa a qualsiasi costo la luce su questo assassinio e sulle indagini riaperte da un anno a questa parte, grazie all’insistenza di una redazione giornalistica cocciuta e alla bravura di una cronista come Chiara Cazzaniga. In base alle prove e alle testimonianze fin qui ascoltate, Hashi Omar Hassan deve essere definitivamente prosciolto e lo Stato italiano deve scusarsi con lui per la gravissima ingiustizia che ha subito. Ma siamo a Perugia anche e soprattutto per pretendere che le indagini, riaperte anche presso la procura di Roma, vadano questa volta fino in fondo».
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