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Il nuovo percorso di Libera in Sicilia

Eva Calvaruso il . Sicilia

Assemblea regionale a Trapani, le parole di Porcaro pensate a come …liberare
Sì è svolta a Trapani, nelle giornate di sabato 11 e domenica 12 giugno, l’Assemblea Regionale di Libera, presso l’Oratorio Salesiano in via Fardella. Due giornate programmatiche dei lavori dell’associazione volte a definire gli obiettivi da perseguire, le criticità incontrate e le attività da svolgere durante l’anno.
Sabato pomeriggio i lavori si sono aperti con la lettura di una lunga lettera del referente regionale Gregorio Porcaro, assente per un grave lutto, e al quale l’assemblea tutta ha espresso cordoglio e partecipazione.
Porcaro nella sua nota, letta da Francesco Citarda, ha voluto tracciare le prossime linee operative dell’associazione in Sicilia. Senza mancare di spiegare il perché di svolgere a Trapani l’assemblea regionale: “Abbiamo scelto Trapani perché questa terra trapanese è particolarmente sotto attacco da parte di un fronte complesso dove, appunto, pezzi di massoneria, politica corrotta, e tutto un esercito di galoppini (giornalisti improbabili, scrittori di libri…) sembra abbia come obiettivo distruggere Libera a colpi del “nuovo tritolo”: il fango. Anzi, il fango, è molto più dannoso del tritolo perché difficile da arginare specialmente quando si insinua nella gente e comincia a generare sospetti. Il fango è l’arma ideale per una strategia distruttiva lenta ma efficace. Ormai quotidianamente e a volte più volte al giorno, TV e stampa locale non risparmiano le loro bordate a colpi di falsità o meglio, manipolando la verità. Ciò, come ho già detto, provoca opinione nella società civile, vanificando e sbiadendo sempre di più un impegno costante di tanti che ogni giorno si impegnano, fanno fatica, si spendono nei quartieri, nelle scuole… Qui a Trapani la fatica è doppia, perché mentre da un lato l’impegno continua, dall’altro cerchi di difenderti… il problema è che non siamo abituati a farlo, non abbiamo mai pensato a eventuali contromisure, ma non per salvare Libera (lo so sembra quasi un’eresia) perché l’obiettivo di Libera non è Libera. Il nostro obiettivo è la giustizia sociale, è disseppellire per sempre il calumet del dialogo tra noi; nostro obiettivo è far sì che chiuda Libera ma non per crisi economica o seppellita per sempre dal fango… L’obiettivo di Libera è LIBERARE. Quando non ci sarà più nulla da liberare, Libera non avrà più motivo di esistere!…Ecco perché siamo qui! La nostra presenza a Trapani è quindi per dire ai nostri compagni di viaggio che non sono soli, che il NOI c’è ed è vivo! Un noi che cresce anche se qualcuno tenta di diminuirlo”.
E sui temi programmatici, obiettivo primo “fare rete”: “Fare rete è come il sale… destinato a sparire in mezzo agli alimenti, non si vede ma si sente se c’è e se c’è n’è troppo o troppo poco…”.
E continuando, altri obiettivi programmatici “comunicare” e “un ritorno ai giovani”: “Siamo riusciti (riferendosi alla manifestazione del 21 a Marzo a Messina segnata dalla presenza di tanti giovani ndr) ad aprire una breccia nel muro fatto di suoni, realtà virtuali, messaggi contrastanti che tendono a stabilizzare queste generazioni in situazioni di mediocrità e di fatalismo facili da governare. Dice Luigi che i giovani non sono il futuro…i giovani sono l’oggi, su cui costruire il futuro aggiungerebbe don Pino Puglisi. Proviamo allora a prendere in mano ciò che ha funzionato per aprire questa breccia e farci vedere quanta ricchezza hanno i nostri ragazzi e le nostre ragazze di Sicilia”.
Il pomeriggio è poi continuato con gli interventi degli esponenti dei vari presidi che hanno espresso le proprie opinioni in merito a quello che si è fatto e su quello che si potrebbe fare per migliorare l’efficienza dell’associazione.
Domenica si è tenuta invece la giornata di formazione dei partecipanti all’assemblea, affidata a Rino Giacalone, giornalista trapanese, che ha condotto un incontro dal titolo “Massoneria/mafia. Conoscere per non confondere”.
Un interessantissimo ed esaustivo quadro della forte sinergia tra mafia e massoneria nel territorio trapanese con chiari collegamenti su tutto il territorio nazionale. Tanti i nomi e le storie documentate dal giornalista, dalla loggia segreta Iside 2 scoperta a metà degli anni ’80, alle indagini odierne in parte emerse tra i verbali depositati dal pg Gozzo nel processo di appello dove è imputato di concorso esterno il senatore trapanese D’Alì, e che lasciano capire quanto lavoro ancora ci sia da fare per smantellare le organizzazioni illecite che fanno del potere e della pianificazione interna un elemento fondamentale della loro attività.
“Noi dobbiamo tenere dei corsi sull’indignazione, non corsi di legalità. Dobbiamo agire sulle coscienze per dare uno spirito critico ai giovani” ha affermato Rino Giacalone che ha concluso riprendendo ciò che un giorno un esponente mafioso confidò ad un suo interlocutore per segnare quale è la vera preoccupazione dell’organizzazione mafiosa: “Qui – ha detto Giacalone – gira un motto che è questo la miglior parola è quella che non si dice e quel mafioso chiosava la lingua non ha ossa ma spacca le ossa cioè è la parola che dà disturbo ai mafiosi ed allora Noi dobbiamo sempre di più fare uso della lingua e della parola per spaccare davvero le ossa alla mafia”.
A conclusione dei lavori un intervento di Tonino Passalacqua del presidio di Trapani attraverso il quale è stata sollecitata una maggiore attenzione sulla condizione dei migranti.
Durante il suo contributo ha riportato i numeri della continua tragedia nei nostri mari: dal 2000 ad oggi si stima che siano morte 32.040 persone nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare o attraversando i confini via terra del vecchio continente. Questi sono soltanto i morti conteggiati nei naufragi conosciuti.
La conclusione dell’intervento con le parole di Papa Francesco: “I migranti non sono un pericolo, sono in pericolo”.

 

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