Francesco Greco a capo della Procura di Milano
Con 17 sì, il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura ha nominato Francesco Greco capo della Procura di Milano. 64 anni, di origini napoletane, Greco ha avuto la meglio sul collega Alberto Nobili – anche lui aggiunto nel capoluogo lombardo- in una corsa diventata a due dopo che il capo di gabinetto del Ministero della Giustizia, Giovanni Melillo, aveva ritirato la propria candidatura con una comunicazione inoltrata al vicepresidente Legnini.
Da 37 anni in forza nella Procura di Milano, Greco ne ha attraversato tutte le fasi calde, da Tangentopoli fino allo scontro fra il suo predecessore, Edmondo Bruti Liberati, e Alfredo Robledo.
Una scelta nel segno della continuità, senza dubbio. Ma soprattutto una scelta che si basa sulla particolare competenza di Greco in materia di criminalità economica che, in questi anni, ha legato il suo nome alle più importanti inchieste degli ultimi vent’anni in materia economica e finanziaria, quali i procedimenti su Parmalat per aggiotaggio, sulle scalate ad Antonveneta e Bnl, le inchieste sul San Raffaele e sulla Fondazione Maugeri, i casi Ilva e Mps, nonché, più di recente, delle verifiche fiscali su Google, Amazon e Apple.
Cosí, da circa 30 anni a questa parte, Palazzo dei Marescialli privilegia una soluzione interna per il vertice della Procura di Milano. Fra gli astenuti Giovanni Canzio, primo presidente di Cassazione che avrebbe votato per Melillo perché sia Nobili che Greco, “senz’altro adeguati a dirigere la Procura milanese”, sarebbero a suo parere però “sprovvisti delle qualità di “completezza” e “pluralità” che caratterizzano invece l’eccellente biografia professionale del dottor Melillo, disancorata da prolungate permanenze nel medesimo ufficio e contesto territoriale”.
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