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Avviso Pubblico, prima marcia amministratori minacciati

il . Istituzioni

Nei primi 5 mesi di quest’anno sono stati 180 gli amministratori minacciati.
Le regioni più colpite sono la Calabria, con il 27% degli episodi, la Sicilia, con il 20%, la Campania (18%), e a seguire la Puglia e la Sardegna; ma il fenomeno è presente in ben 15 regioni italiane: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria all’Emilia Romagna, dal Veneto al Lazio, passando poi per Abruzzo, Marche e Molise. Incendi, aggressioni fisiche, spari contro le abitazioni, utilizzo di ordigni: queste le principali tipologie di minacce ai danni degli amministratori locali, in particolare dei Sindaci.
Ecco alcuni dei dati che sono stati presentati questa mattina dal Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, in occasione della conferenza stampa di presentazione della Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro, che Avviso Pubblico organizza a Polistena (RC) il 24 giugno, con il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria e dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica.
La conferenza stampa è stata aperta con un ricordo di Pina Maisano Grassi, moglie di Libero Grassi, l’imprenditore assassinato dai sicari mafiosi a Palermo nel 1991.
«La Calabria nel 2016 è la terra più bersagliata, per questo abbiamo scelto di organizzare lì la Marcia degli Amministratori sotto tiro – ha sottolineato il Vicepresidente di Avviso Pubblico, Paolo Masini. La Calabria è anche una terra dove ci sono tanti amministratori che resistono, tanti esempi di buona politica, tanti giovani Sindaci impegnati in prima linea. Ci auguriamo che oltre alle tante adesioni già pervenute se ne aggiungano molte altre da parte di associazioni, enti, cittadini. Dobbiamo essere in tanti a Polistena vicini agli amministratori sotto tiro. Dobbiamo vincere questa scommessa che abbiamo lanciato come Avviso Pubblico».
A seguire il Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, nell’illustrare i dati ha affermato: «Le statistiche dei primi cinque mesi del 2016 confermano un aumento degli atti intimidatori in particolare nel Mezzogiorno d’Italia e, per quanto riguarda le ultime settimane, durante il periodo delle campagne elettorali. La stragrande maggioranza degli amministratori e dei candidati resiste, ma alcuni fanno un passo indietro, dimettendosi o ritirandosi dalla competizione elettorale. E’ dunque fondamentale che le comunità sentano le minacce come un problema collettivo e non esclusivamente delle singole persone colpite e che le istituzioni intervengano prontamente con adeguati strumenti di protezione e di sostegno».
A seguire il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, ha dichiarato: «Chiedo a voi, a tutti gli amministratori locali e a tutti gli italiani onesti e perbene di fare uno sforzo e di essere presenti a questa Marcia, che ha un alto valore simbolico per la Calabria e per l’Italia intera. E’ importante far sentire agli amministratori che fanno parte di quei comuni che hanno dichiarato guerra alle mafie che non sono soli. Le mafie non sono ancora state sconfitte ma noi con questa marcia intendiamo dare un segnale forte a tutto il paese».
Don Pino Demasi, referente Libera in Calabria, ha sottolineato: «La situazione reale del contesto in cui viviamo nella piana di Gioia Tauro è di illegalità diffusa e ha fatto sì che Chiesa e istituzioni locali si trovassero insieme nella stessa battaglia, lavorando in rete. Il termine antimafia non mi piace. Fare il proprio dovere è il primo passo da compiere».
«Gli amministratori locali sono stati e sono tutt’ora protagonisti del cambiamento dell’Italia e questa è una delle ragioni per cui vengono maggiormente colpiti – ha dichiarato Agnese Moro, figlia di Aldo Moro e collaboratrice dell’annuale Rapporto di Avviso Pubblico Amministratori sotto tiro. Gli amministratori minacciati sono delle persone normali che fanno semplicemente quello che è giusto fare, applicare le leggi e denunciare le situazioni illecite». «Quello che più mi dispiace, pensando anche alle parole dell’ex Sindaco di Rizziconi, Nino Bartuccio, che ho intervistato per il Rapporto 2015, è che non ci sono solo i cattivi in questo Paese ma ci sono anche troppi buoni che girano la testa dall’altra parte».
«Sono qui oggi per annunciare che sarò presente alla Marcia di Polistena – ha esordito Doris Lo Moro, Presidente della Commissione d’inchiesta sugli amministratori minacciati – e che poche ore fa è stato approvato dal Senato il disegno di legge a tutela degli amministratori e dei giudici minacciati da mafie e criminalità organizzate. Da questo ddl è stata stralciata qualsiasi ipotesi di aggravamento delle sanzioni per i giornalisti in materia di diffamazione».
La conferenza stampa si è conclusa con l’intervento di Michele Albanese, cronista sotto scorta e responsabile Legalità della Fnsi, «Chi fa il proprio dovere in certi territori rischia. Colpire chi fa bene il proprio lavoro, siano essi amministratori, giornalisti o imprenditori, vuol dire colpire tutti. Intimidire un amministratore, significa allontanare buona gente dall’impegno politico amministrativo, lasciando spazio ai collusi. Vengono intimiditi quelli più integerrimi nel rispetto delle regole, della legge e della legalità. Questo rischia di impoverire la classe dirigente a ogni livello».
«Ci auguriamo che tutti i media, a partire dal servizio pubblico, vogliano seguire e dare voce a quanti, a partire dagli amministratori e dai cronisti “sotto tiro”, hanno scelto di contrastare, ogni giorno, mafie, corruzione, malaffare», ha detto Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, annunciando l’adesione alla Marcia – e chiederemo alla Rai di trasmettere in diretta questo evento».
Altra adesione è arrivata da parte dell’Associazione Articolo 21.

I dati aggiornati sulle intimidazioni e minacce ricevute dagli amministratori locali aggiornati al 30 maggio 2016 (Scarica il file in pdf)

Per saperne di più sulla Marcia: www.avvisopubblico.it/marcia

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