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“Chi attacca Libera attacca lo Stato”

Nicola Pollina il . Sicilia

Lo ha detto il Prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, in un suo intervento in occasione della partecipazione alla tavola rotonda dal titolo “L’Uso sociale dei Beni Confiscati alla Mafia – Casa Viola” organizzato dall’amministrazione comunale marsalese in collaborazione con la Regione Siciliana, il 25 maggio pomeriggio a Marsala, al complesso monumentale S.Pietro.

Ha poi aggiunto “fatta salva la libertà di critica quando certi attacchi superano certi limiti, abbiamo il dovere di chiederci da dove arrivano questi attacchi, quale sia l’obiettivo nascosto, perché e chi c’è dietro tali attacchi ingiustificati e falsi”.

Il Prefetto di Trapani, Falco, ha spiegato che quando determinate realtà portano avanti il proprio know how, la propria esperienza, la propria buona volontà, nell’interesse della comunità, ed aiuta, in questo caso, affinchè vi sia una virtuosa applicazione della Legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, essa è ritenuta un avamposto dello Stato.

“Lo Stato non è soltanto rappresentato dalle Divise, o dagli Uomini deputati a tale funzione. Anche perchè, se così fosse, certamente lo Stato non potrebbe essere presente ovunque. Lo Stato inteso, invece, come Stato-comunità, che include le variegate forme che volontariamente assumono finalità istituzionali, ecco che lo Stato diventa variegato e presente ovunque. (…) laddove le potenzialità sono inserite in un determinato contesto, ecco che dal lavoro di squadra escono fuori risultati straordinari, e per questo istituzionalmente le verrà riconosciuta una valenza. – afferma Falco – (…) spesso queste associazioni rappresentano delle specialità, cioè il volontariato diventa specializzato, ed in un gioco di squadra, hanno il loro valore. I beni confiscati servono a questo: a produrre legami sociali. Un esempio per tutti – prosegue il Prefetto – : il migliore amico di Mauro Rostagno, e gestore della Saman, lavora ed ha il suo ufficio nell’ex stanza da letto del boss condannato come mandante dell’omicidio di Rostagno. Lì c’è anche la foto del giornalista. E ciò ha un valore simbolico fortissimo per tutti. Un maresciallo dei Carabinieri ha la scrivania nella stanza da letto che era di Riina. Ed ecco che il santuario del male è stato violato. Queste sono vittorie dello Stato, di tutti noi. Rappresentano vittorie per tutti. Bisogna crederci, e andare avanti di piccola vittoria in piccola vittoria”.

Il Presidente della Sezione misure Prevenzione del Tribunale di Trapani, Piero Grillo, propone che la gestione tramite affidamento dei beni avvenga fin dal momento del sequestro, per evitare che il bene possa andare in malora; tuttavia bisogna anche accettare il rischio che dopo il processo (che può durare anche sette anni) il bene potrebbe anche essere restituito al legittimo proprietario; com’è successo, per esempio, a Legambiente nelle Egadi. Importanti sono i PON Sicurezza per il finanziamento dei progetti rivolti all’uso sociale dei beni.

L’assessore comunale Clara Ruggieri ha sottolineato che la Città di Marsala ha assegnato ben 19 gli immobili confiscati, ed ha snocciolato l’iter che ha portato nel 1996 alla promulgazione della Legge 109 che, integrandosi alla Legge “Rognoni-La Torre” (che ha istituito il reato di associazione mafiosa e ne prevede la relativa confisca patrimoniale), ne permette un uso sociale, affermando che “Libera, nel 1995, raccolse più di un milione di firme in tutta Italia per una delle poche leggi di iniziativa popolare promosse dal basso”.

Il coordinatore provinciale di Libera, Inguì, ricorda che “in provincia di Trapani nessuno dei 5 presidi comunali dei volontari ha sede in beni confiscati”.

Antonella Lusseri ha ricordato che la sede regionale dell’Ordine dei Giornalisti a Palermo è una grande villa confiscata a Cosa Nostra.

Inoltre, Inguì, porta a conoscenza degli astanti “la settimana scorsa eravamo in Guatemala e in Salvador, due Paesi che si stanno attrezzando sulla scorta della nostra esperienza, di una legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, prendendo a modello la L.109/96 promossa dal basso da Libera. Essi guardano all’Italia come punto di riferimento”. Ribadisce, infine, ancora una volta, che “Libera è un’Associazione di promozione culturale che non gestisce i beni confiscati alle mafie”.

Lo stesso pomeriggio il Sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, ha consegnato le chiavi di “Casa Viola”, un immobile confiscato a Cosa Nostra, a Maria De Vita, presidente della coop. PEGA la quale lo ha ringraziato ed ha affermato “Casa Viola è una struttura che chiede alla comunità di appoggiarla nell’affermare la cultura della non violenza. Saranno disponibili operatori che metteranno a disposizione ciò che hanno: cuore e professionalità”.

Casa Viola sarà il primo Centro di prima accoglienza con sei posti letto per donne vittime di aggressioni, e quattro posti letto per bambini, esistente in zona.

 

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