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Ancora troppe disattenzioni sulla sicurezza pubblica

Piero Innocenti il . Senza categoria

Da molti mesi a questa parte esponenti istituzionali, parlamentari di varie parti politiche, parlano della sicurezza pubblica in Italia cercando di rappresentare una realtà diversa e meno preoccupante di quella che risulta dai fatti di cronaca che pure vengono riportati da gran parte dei quotidiani nazionali e locali e inseriti nella rassegna stampa che, puntualmente, ogni mattina di buon’ora, è in visione ( ignoro se letta con attenzione) anche negli uffici del Ministero dell’Interno articolazione statale deputata a vegliare sull’ordine pubblico e la sicurezza nazionale.  

Alcuni dei sindacati lamentano, giustamente, la scarsità di risorse destinate alla polizia di stato, la poca attenzione riservata, da anni, alle forze dell’ordine e denunciano l’esigenza di una razionalizzazione dell’intero sistema di sicurezza che vede, accanto alle due forze di polizia a competenza generale ( Polizia di Stato  e Carabinieri) altri tre corpi con funzioni specifiche, settoriali ben delimitate come la Guardia di Finanza, il Corpo Forestale dello Stato ( quest’ultimo in fase iniziale di accorpamento con l’Arma dei Carabinieri), la Polizia Penitenziaria.

Il contributo di queste ultime tre forze alla prevenzione generale dei delitti è ben delimitato dalle leggi e dalle loro competenze specialistiche. Intendo dire che nell’attività di repressione dei delitti di strada (a partire da quelli predatori) che maggiormente preoccupano la gente e nei “piani di controllo coordinato del territorio” (pcct) delle città e delle province, sono soltanto polizia di stato e carabinieri le due istituzioni che assolvono tale compito.

Compito oneroso non solo perché riuscire a bloccare in flagranza di reato i ladri e rapinatori nelle case, nelle aziende, in strada, presuppone grande tempestività nella segnalazione ma anche e soprattutto una rapidità nell’intervento che, proprio per la scarsità di servizi di vigilanza sul territorio provinciale ( in gran parte affidata ai carabinieri grazie alla loro presenza capillare), non si riesce a garantire in modo soddisfacente.

Certo la ripresa economica è importante, garantire un lavoro ai giovani e ai meno giovani fondamentale, altrettanto ridurre il debito pubblico. Ma una situazione soddisfacente della sicurezza pubblica è la precondizione essenziale per la crescita di una comunità che vuole vivere tranquillamente nelle loro case, senza blindature o allarmi, senza associarsi in comitati di vicinato o formare ronde cittadine, che vuole passeggiare senza temere di essere borseggiata, che vuole parcheggiare la propria auto e poterla ritrovare indenne, che vuole riaprire al mattino il portone dell’azienda e del bar senza trovare registratori di cassa svuotati, apparecchiature sottratte, locali danneggiati.

La gente, poi, è stanca delle bugie e della disinformazione che fanno esponenti istituzionali della sicurezza, sia a livello centrale che provinciale, sull’andamento della delittuosità, talvolta raffrontando dati non comparabili o limitando l’analisi a brevi periodi temporali.  Alcuni parlamentari, poi, sul tema non hanno sempre le idee chiare e parlano, spesso, senza una adeguata conoscenza della problematica che va affrontata, innanzitutto, arruolando più poliziotti e carabinieri e, solo dopo, con i tanto esaltati sistemi di videosorveglianza ( che possono essere utili dopo che un delitto è stato commesso).  

La questione è troppo seria per lasciare che le cose continuino ad andare come stanno andando. È sufficiente dare uno sguardo ad alcuni dei tanti bruttissimi episodi di criminalità predatoria degli ultimi giorni verificatisi in molte città italiane.

Se a tutto questo sommiamo un’azione di repressione ancora modesta e, comunque, non proporzionata all’offensiva delle bande di ladri, lo sconforto della gente è comprensibile. Il sistema della sicurezza va avanti solo grazie ai tanti piccoli “miracoli” quotidiani compiuti da poliziotti e carabinieri ai vari livelli. Fino a quando, però, potrà reggere senza colmare i grandi vuoti di risorse umane e finanziarie?

“La sicurezza è il quarto fattore della produzione”, scriveva, molti anni fa, Maffeo Pantaleoni, politico ed economista “scomodo”. Ci vuole tanto a capirlo?

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